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Ventimiglia, il Comune si riprende i lumini votivi dei cimiteri. La Fiamma fa ricorso al Tar

2 gennaio 2019 | 18:53
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Ventimiglia, il Comune si riprende i lumini votivi dei cimiteri. La Fiamma fa ricorso al Tar

La diatriba tra Comune e società gestita da Gemma Zunino, è nata quando l’amministrazione comunale ha ipotizzato un danno erariale compiuto dalla società stessa

Ventimiglia. La società “La Fiamma”, che aveva in gestione il servizio di illuminazione votiva nei cimiteri comunali fino al 31 dicembre scorso, ha fatto ricorso al Tribunale amministrativo regionale impugnando l’ordinanza con la quale il Comune di Ventimiglia, giudicando la società “inadempiente”, si è riappropriato di tutti gli impianti di illuminazione votiva dei cimiteri.

La diatriba tra Comune e società gestita da Gemma Zunino, è nata quando l’amministrazione comunale ha ipotizzato un danno erariale compiuto dalla società stessa che, “nonostante le numerose intimazioni e diffide ad adempiere, continua illegittimamente ad incassare direttamente dagli utenti l’intera tariffa del servizio illuminazione votiva di competenza del Comune di Ventimiglia, nonché a detenere sine titulo il possesso di tutti gli impianti di illuminazione votiva dei cimiteri comunali di proprietà del Comune di Ventimiglia”.

Un’accusa pesante, alla quale “La Fiamma”, tramite il suo legale l’abogado Enrico Amalberti aveva replicato invitando il “Comune a non fornire informazioni tendenti a creare falsi allarmismi nella popolazione di Ventimiglia. La società mia cliente, risponde di verificare bene le fonti, posto che, evidentemente, sono andate ‘perse’ le seguenti email inviate da parte della società ‘La Fiamma’ riguardanti, fra gli altri oggetti, la trasmissione della documentazione al fine di evadere le varie richieste. La società conserva duplicati e ricevute di ritiro da parte degli Uffici competenti del Comune…”.

Dalle parole si è passati ai fatti. La società ha promosso ricorso al Tar chiedendo di annullare l’ordinanza firmata dal sindaco Enrico Ioculano e il Comune, per difendersi, ha impegnato 8.754,72 euro da destinare allo studio legale Anselmi & Associati, per l’assistenza professionale nel procedimento.