Sanremo. Non sono rimaste inascoltate le parole degli eredi di Luigi Tenco. Graziella, Patrizia e Giuseppe Tenco hanno infatti recentemente minacciato il direttivo dell’omonimo club di intraprendere azioni legali contro di questo perché, a loro avviso, il Festival della Canzone d’Autore starebbe diventando troppo simile al “Sanremo” ed avrebbe preso una deriva commerciale.
A rispondere ai familiari di Tenco, questa volta, è Antonio Bissolotti, vicepresidente di Liguria Popolare e candidato consigliere alle prossime elezioni regionali. «Sono senza parole, nel leggere le accuse che gli eredi di Tenco muovono al Club – esordisce il politico matuziano – Ingerenze commerciali? Avvicinamento al Festival?
Piuttosto il contrario, è il Festival che negli ultimi anni si è aperto alla canzone d’autore, segno che il buon Amilcare Rambaldi aveva visto giusto. Le “ canzonette “sono destinate ad esaurirsi , la buona musica no – Aggiunge Bissolotti –La famiglia dovrebbe essere grata a queste persone appassionate che da anni tengono vivo il ricordo di Luigi. Negli ultimi anni, coinvolgendo la città, hanno decuplicato le loro iniziative, sempre attenti alla canzone d’autore vecchia e nuova. Sono stato assessore al turismo e, come prima cosa ho investito risorse sul Tenco e ho sottoscritto con il Club una convenzione triennale. Non me ne sono mai pentito.
Mi sono documentato prima di scrivere questo post e ho scoperto che la sigla della rassegna “Lontano lontano” negli anni è stata cantata da cantanti del calibro di Gino Paoli, Gianna Nannini , Gilberto Gil fino ai giorni nostri con Giuliano Sangiorgi della Negramaro e Achille Lauro. Quali altri artisti morti da più di 50 anni possono vantare la stessa attenzione? Per favore: giù le mani dal Club Tenco».
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