Giudiziaria

Imperia, troppa reticenza nel raccontare quanto accaduto: si dimezzano i testimoni nel processo contro l’ex preside dell’Ipsia

Si sono presentati in aula solo docenti che non lavorano più in quella scuola o sono in pensione

Riviera24- Daniela Pistorino

Imperia. «Ho avuto difficoltà nel trovare disponibilità da parte delle persone a venire a testimoniare in questo processo. I cinque testi che sono venuti, sono tutti soggetti che ora non lavorano più in quella scuola. Pertanto rinuncio agli altri testimoni che erano nella lista». A parlare è l’avvocato Antonino Favazzo, del foro di Messina, che ha dichiarato al tribunale collegiale di Imperia, presieduto dal giudice Carlo Indellicati, di rinunciare ai testi precedentemente concordati per la difesa di Daniela Pistorino, ex preside dell’Ipsia di Imperia, ora trasferita in Sicilia, finita a processo per peculato (per il presunto utilizzo privato di un’auto della scuola), maltrattamenti e violenza privata che avrebbe usato nei confronti di docenti e personale scolastico.

Cinque i testi della difesa sentiti stamane. Quattro sono docenti, di cui tre arrivavano da fuori regione e dopo uno o due anni all’Ipsia hanno lasciato la scuola, mentre il quarto insegnante è andato in pensione. Il quinto era il genitore di un ex alunno, che all’epoca in cui la Pistorino era preside (dal 2019 al 2021) ricopriva il ruolo di rappresentante di istituto.

Dei testimoni nessuno ricordava, o sapeva dire, se la preside usasse l’auto della scuola, tra l’altro utilizzata dagli studenti per fare pratica nella manutenzione delle macchine, per scopi privati. Tutti però hanno parlato ampiamente del clima che si respirava nell’istituto, con l’arrivo della prof siciliana, appena nominata dirigente, che ha cercato di apportare dei cambiamenti. «Con me la Pistorino è sempre stata molto gentile e garbata – ha detto la prima teste, una docente calabrese – I contrasti, con alcuni docenti, sono iniziati quando la dirigente ha iniziato ad assegnare degli incarichi». In pratica, secondo la ricostruzione della testimone, e di altri colleghi, all’interno della scuola c’erano ruoli ben definiti e la proposta di nuovi progetti e di nuovi assetti del corpo docente non era ben vista. «C’era un clima di autogestione là dentro – ha detto il secondo testimone – C’era gente abituata a fare quello che voleva e, nel momento in cui la preside stabiliva delle regole, si opponeva».

Secondo un professore, che per circa trent’anni ha insegnato all’Ipsia, e che è stato chiamato a testimoniare, l’arrivo della Pistorino ha segnato una svolta: «Alcuni privilegi non sono più finiti ai soliti privilegiati – ha detto -. Lei ha fatto scelte controcorrente rispetto al passato, tanto che molti insegnati hanno chiesto il trasferimento per poi tornare nella scuola quando lei se n’è andata».

Chi appoggiava le scelte della Pistorino veniva escluso: «Mi hanno tolto il saluto», ha detto una giovane professoressa, ora a Torino. «Ho dato le dimissioni dopo un anno perché in quel clima non riuscivo a lavorare», ha dichiarato un altro prof.
L’udienza è stata rinviata al prossimo 10 ottobre, quando si saprà se l’ultimo teste citato dalla difesa verrà, o meno. Il pubblico ministero ha inoltre anticipato la possibilità di ricorrere all’articolo 507 del codice di procedura penale che prevede l’ammissione di nuove prove a conclusione dell’istruttoria dibattimentale.

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