L'emergenza

Ventimiglia, nell’ex palazzo vescovile un alloggio per mamme e bimbi migranti

Vescovo Suetta: «Per proteggere i più fragili, rispondendo all'emergenza del momento»

suetta riviera24

Ventimiglia. Verrà inaugurato simbolicamente il prossimo 16 dicembre (inizio della Novena di Natale), ma è già attivo da alcune settimane, l’alloggio ricavato in una pertinenza dell’ex palazzo vescovile in via Lascaris, a Ventimiglia, che ospiterà donne e bimbi profughi. In assenza di aiuti da parte delle istituzioni, è ancora una volta la Chiesa a riaprire le porte e accogliere i migranti, come già era successo diversi anni fa, sempre a Ventimiglia, prima dell’istituzione del campo Roja, poi chiuso definitivamente lo scorso agosto.

«Abbiamo pensato di destinare un appartamento disposto su due piani per rispondere ad una emergenza che è tipica di questo momento (quella del flusso migratorio a Ventimiglia, ndr) – dichiara il vescovo diocesano monsignor Antonio Suetta -. Destiniamo l’alloggio a donne a bambini, perché nell’ambito del fenomeno migratorio di passaggio che interessa Ventimiglia purtroppo negli ultimi tempi, soprattutto per quanto riguarda le persone in transito di provenienza medio-orientale (Siria- Pakistan e Afghanistan) registriamo sempre di più la presenza di donne e bambini che sono, nell’ambito delle categorie più fragili  le persone più fragili di tutte. Allora mi pareva anche bello destinare questo sito che il centro di ascolto di ventimiglia ha potuto sistemare, di destinarlo per rispondere a questa emergenza».

Nel rispetto delle normative sanitarie imposte dall’emergenza Covid-19, all’interno dell’appartamento possono essere ospitate 5 o 6 persone alla volta. «Si tratta di famiglie che non si fermano tanto – spiega Suetta – Una o due notti. E’ un modo per proteggerle dal freddo di questo periodo».

Negli ultimi mesi, da quando il campo istituto dalla Prefettura e gestito dalla Croce Rossa a Bevera è stato chiuso, sono centinaia le persone migranti che hanno chiesto aiuto alla Caritas di Ventimiglia. «Abbiamo cercato di assicurare loro un pasto caldo, delle coperte, di dare in qualche modo assistenza – continua il vescovo -. Questa dell’appartamento è un’altra iniziativa voluta per rispondere all’emergenza. In molti casi, ci sono state anche persone che hanno aperto le loro case ai migranti».

Nel frattempo vanno avanti i progetti per la ristrutturazione e il riutilizzo complessivo del palazzo vescovile. Un domani, anticipa Antonio Suetta, «diventerà l’abitazione del vescovo, che potrà soggiornare per alcuni periodi e ricevere le persone». Questo non significa un nuovo trasferimento del vescovo da Sanremo a Ventimiglia: «Non avrebbe senso – sottolinea Suetta – La Curia e l’Episcopo sono a Sanremo. Ma in un modo o nell’altro vorrei restituire almeno simbolicamente la presenza del vescovo a Ventimiglia».

La parte storica del palazzo verrà adibita ad ambiente museale, mentre altri locali saranno destinati alle opere parrocchiali e ai sacerdoti della cattedrale e ad attività sociali, in modo particolare per i ragazzi con una forma di sostegno scolastico.

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