Forconi a Imperia, chiusa l’inchiesta

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Imperia. Il 10 dicembre 2013 Imperia, come altre città italiane, avevano vissuto e subito la cosiddetta protesta dei “Forconi” con un corteo di manifestanti che per tutta la giornata aveva organizzato blocchi, a macchia di leopardo in tutta la città. Manifestazioni che di fatto avevano bloccato il traffico sia stradale che ferroviario.

Ora, a distanza di due anni, il pm Lorenzo Fornace ha chiuso l’inchiesta con 21 indagati. A loro è arrivato il cosiddetto Acip, l’avviso di conclusione indagini e uno stuolo di avvocato potrà presentare, se lo riterrà opportuno, una memoria difensiva. Dopodiché sarà facoltà del pubblico ministero chiedere il rinvio a giudizio. Tra i reati ipotizzati soprattutto l’interruzione di pubblico servizio.

Quel giorno per Imperia era stato decisamente difficile e pesante. La situazione era diventata più incandescente, nel tardo pomeriggio, dopo che i manifestanti, si erano allontanati dai blocchi, si erano radunati, prima davanti al Comune, bloccando l’Aurelia, poi, in piazza Dante, dove erano volati anche alcuni fumogeni.

Nel corso della giornata, erano stati toccati diversi punti nevralgici della città: a partire dalla Prefettura, il Comune e l’Agenzia delle Entrate. Rallentamenti erano stati segnalati nel primo pomeriggio sulla linea ferroviaria Genova-Ventimiglia che aveva coinvolto una decina di treni quattro intercity e sei regionali. Linea che era stata bloccata almeno tre volte. I contestuali blocchi della circolazione stradale avevano reso impossibile l’allestimento di bus navetta e i treni diretti verso Genova avevano fatto capolinea a Taggia, mentre quelli diretti verso il confine si erano fermati a Diano Marina.

Una manifestazione di protesta che era stata monitorata da un vasto servizio d’ordine di carabinieri e poliziotti in tenuta anti sommossa. Decine le persone che erano state identificate durante i cortei e i blocchi.

Un manifestante, tra l’altro, era stato investito da un’auto guidata da una donna che aveva forzato un blocco. Rimasto contuso alla testa, la guidatrice non si era fermata. Un gruppo di giovani che sfilava in via Amendola, poi, aveva intimato ai negozianti di abbassare le saracinesche. Costretti a chiudere anche alcuni banchi al mercato coperto di Porto Maurizio. Ora è arrivata la resa dei conti e la Procura chiederà il rinvio a giudizio di una ventina di manifestanti alcuni dei quali abitano anche a Sanremo.

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