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Sanremo, Festival della Moda Maschile al Casinò

Evento Terminato

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Sanremo.” Festival della Moda Maschile 1952 1990. La grande Bellezza dei Maestri Sartori Italiani” in mostra al Casinò di Sanremo.  Nell’ambito dell’esposizione si possono visionare gli abiti dei Presidenti della
Repubblica. Un evento nell’evento, una mostra nella mostra.

Era il 12 settembre 1952 quando Michelangelo Testa, direttore del periodo Arbiter, apriva ufficialmente la prima edizione di quel Festival dedicato ai capi sartoriali declinati al maschile, che sarebbe diventato un appuntamento imprescindibile per i drappieri e i Maestri Sartori per quasi trent’anni. Il Casinò di Sanremo, che aveva appena organizzato il primo Festival della Canzone Italiana e che poteva vantare una più che decennale tradizione di eventi legati alla moda, era il miglior palcoscenico per sfilate al maschile famose ben presto in tutta Europa.

A ricordo di quelle pagine di alta sartoria il Casinò di Sanremo, Confartigianato nazionale, il Comune di Sanremo, con il patrocinio del Ministero della Cultura, la collaborazione degli Annali della Moda del 900, del periodico Arbiter presenta l’evento:” Festival della Moda Maschile 1952-1990- La Grande Bellezza dei Maestri Sartori.” Un appuntamento con la qualità e la creatività dell’ Alta sartoria, declinato in più momenti, dove si può ammirare: “La stoffa del Presidente ’70 anni di stile italiano visti attraverso l’eleganza dei Presidenti della Repubblica, da Enrico De Nicola a Sergio Mattarella firmati dalla Camera europea dell’Alta sartoria , presidente Luigi Gallo.

Si tratta di un percorso che si snoda dal 1948 ad oggi attraverso la riproduzione fedele, nella stoffa e nel taglio, di un abito indossato in un’occasione ufficiale o più semplicemente per il lavoro di tutti i giorni, voluto dal maestro Luigi Gallo, presidente della Camera Europea dell’Alta Sartoria. Luigi Gallo ha realizzato uno degli abiti insieme ai colleghi delle note sartorie Caraceni, Pasinato, Rollo, Peluso, Liverano, Giorgi, Gallo M., Berdusco, Montanino e con i soci junior della Camera Europea in collaborazione per i tessuti con i prestigiosi marchi Loro Piana, Carnet e Fratelli Tallia Delfino.

«Partendo dal 1948, anno in cui Enrico De Nicola diventa il primo Presidente della neonata Repubblica, l’Italia attraverserà periodi di crisi e di ripresa, di grandi traguardi politici e culturali, di disastri naturali e di tragedie politiche. I nostri presidenti accompagnano, nel loro ruolo istituzionale, lungo tutto questo percorso, i cambiamenti profondi della politica, della società e della cultura. I loro abiti, gli atteggiamenti verbali e fisici, l’etichetta, e i rapporti con gli italiani, ne sono il simbolo. Anima di questo linguaggio culturale è certamente la Moda, intesa come fenomeno sociale e, in maniera particolare, la grande scuola dell’Alta Sartoria Italiana» – dica la Sartoria Gallo.

Nell’evoluzione degli abiti si percepisce l’evoluzione anche della società. Nel 1948, politici e funzionari indossavano la stessa tipologia di abito: il “doppiopetto” o il “tre bottoni” dalle linee classiche e severe, con la possibilità di esprimersi in pochi colori: nero, blu, bianco. Col passare degli anni il formalismo e la rigidità degli ambienti istituzionali si ammorbidirono: Giovanni Gronchi scelse anche abiti a quadri, e li indossò, come anche gli smoking e i frac, con un portamento più disinvolto. Sandro Pertini, il presidente più anticonformista portava abiti a 3 bottoni, dal taglio più morbido e casual rispetto ai suoi predecessori.

«Il sarto è colui che riesce a codificare nella ricerca di una possibile perfezione la bellezza estetica e il valore etico del lavoro artigianale – sottolinea Barbara Biale, componente del consiglio di Amministrazione del Casinò di Sanremo – In questa esposizione che racconta la storia di una parte importante dell’Alta Sartoria Italia riaffermiamo la centralità del Casinò di Sanremo capace nel tempo di caratterizzare eventi destinati a rimanere nell’immaginario collettivo e a continuare. Grazie a tutti i Maestri Sartori, agli stilisti, alle grandi firme che hanno voluto essere con noi per questo evento, che vuole unire il blasonato passato alla creatività sartoriale di oggi e di domani, valorizzando quelle idealità di qualità e creatività artigianale che sono alla base del più autentico Made in Italy».

Si ringraziano, tra gli altri, della presenza Attolini Cesare Spa, la Maison Litrico, Drago tessuti, Fondazione famiglia Piacenza, Fondazione Zegna, le Sartorie Blasi, Ciardi, Donati, Gallo, Marinella, Puppato, Visone, Santo Zumbino, il Circolo Mediterraneo dei Sarti, il Gruppo Inghirami per il marchio “SanRemo” i Maestri Sartori Gran Ufficiale Luigi Fant, Luigi Montaguti.

La mostra, curata dalla Storica dell’Arte Federica Flore rimarrà aperta al pubblico, con ingresso contingentato secondo la normativa anti-Covid, sino al 17 agosto con il seguente orario tutti i giorni dalle 15 alle 23.

La mostra dedicata al Festival della Moda Maschile si compone di diversi momenti espositivi: quello dedicato alle testimonianze delle tante edizioni del Festival con alcuni dei protagonisti e delle loro creazioni, quello dedicato al periodico Arbiter con una selezione delle migliori copertine d’autore dipinte da importanti artisti ed ancora la sezione riservata a “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino firmata Attolini Cesare Spa, in cui si possono ammirare una selezionata presenza delle giacche che “Jep Gambardella”, al secolo Toni Servillo, indossò nell’omonima pellicola premio Oscar 2014, un’altra pietra miliare nella storia della Sartoria italiana.

In Sala Privata i visitatori potranno ammirare in un viaggio, raccontato dalla rivista Arbiter, nella storia del gusto e dell’ ”ago e filo” pensato al maschile attraverso i protagonisti della Sartoria e dei grandi Maestri dei tessuti, quei “drappieri” che esaltarono ed esaltano il Made in Italy. Pagine e pagine della narrazione della sartoria italiana che riportano a Sanremo il ricordo di sartori come Angelo Litrico, la cui eredità è stata raccolta e valorizzata dal nipote lo stilista Luca. Alla Maison di Alta Moda Litrico si devono alcuni dei capi esposti che caratterizzano l’alta Sartoria come forma d’arte, veri capolavori, resi immortali dalle persone che li indossarono.

Tra questi l’abito Dinner Jacket 3 pezzi, completo di papillon in kid mohair grigio e raso seta, realizzato per il presidente J.F. Kennedy nel 1963. Lo smoking grigio con revers a scialle è stato cucito per John Fitzgerald Kennedy a Giugno del 1963, in lana mohair con gilet in seta. Fa parte di un intero guardaroba che la Sartoria Litrico con Angelo creò per il presidente.

Racconta il couturier Luca Litrico: «Ci venne restituito in segno di vicinanza e stima dalla famiglia, dopo il suo assassinio, sapendo che lo avremmo custodito con amore onorandone il proprietario. È stato esposto dal Victoria and Albert Museum di Londra, in occasione della Mostra “The Glamour of Italian Fashion” nel 2014».

Sempre provenienti dal patrimonio storico della Maison Litrico inserito negli Annali della Moda del Novecento l’Abito Dinner Jacket in panno verde, due pezzi, realizzato per l’attore Rossano Brazzi nel 1958, un secondo Abito Dinner Jacket sempre verde, ma in broccato di lana, forgiato per il cosmonauta James Irwin a fine anni ’70 / primissimi anni ’80. Il pantalone è in fresco di lana nero con banda laterale in seta, ed ha un gilet e papillon color beige in tessuto Cupro/Bemberg. Dallo scrigno della Maison proviene “il libro delle misure dei clienti” dove sono contenute anche le misure dell’attore Vittorio Gassman come gli 8 bozzetti i realizzati a mano per il Premier Michail Gorbačëv in occasione della Sua visita a Roma nel 1989.

Sono testimonianze uniche del resoconto di anni e anni di Alta Sartoria patrimonio nazionale, come gli abiti dedicati ai presidenti della Repubblica custoditi dalla Sartoria Gallo con Luigi Gallo, presidente Camera Europea dell’Alta Sartoria, un omaggio all’Italia Repubblicana nel 75 esimo anniversario della sua costituzione: “La stoffa del Presidente. Settant’anni di stile italiano visti attraverso l’eleganza dei Presidenti della Repubblica”. I tessuti dei capi sono di Loro Piana, Carnet e Fratelli Tallia Delfino. Abiti che diventano icone ricordando l’impegno di chi li ha indossati ma anche eventi che appartengono al mondo dello sport e dello spettacolo come la Giacca di Tony Renis vincitore al Festival di Sanremo, firmata da Francesco Orlandi e custodita dal Sartore Santo Zumbino come gli abiti di Giacinto Facchetti risalenti agli anni gloriosi della sua Inter. Ancora eleganti frac o capi da sera che segnarono l’evoluzione dello stile attraverso il circolo Mediterraneo dei sarti, ma anche dai sartori Franco Puppato e Carlo Donati, una storia che emoziona per cui fu creato anche il marchio “SanRemo” a denominare capi che nascevano sulla Riviera dei fiori, oggi diffusi a livello europeo con il gruppo Inghirami.

Dall’armadio di Marinella esce un arcobaleno di cravatte ma anche di accessori che tutto il mondo ci invidia, mentre i drappieri d’Italia sono meravigliosamente rappresentati dai tessuti della Fondazione Zegna, che con Arbiter sostenne il Festival della Moda Maschile di Sanremo, dalla Piacenza 1733, che testimonia tre secoli di professionalità e creatività, e da quelli della Drago tessuti, sempre in linea con il suo blasonato passato. Proprio dallo scrigno della storia della Fondazione Famiglia Piacenza lanieri da secoli, esce uno splendido abito in lana indossato negli anni sessanta da Guido Piacenza. Un abito prezioso a simboleggiare l’autorevolezza di un gruppo famoso nel mondo che ieri come oggi ha saputo conservare la sua dimensione familiare. Un crogiuolo di abiti, giacche e accessori prestigiosi, tra foto e giornali perché al Casinò di Sanremo è tornato il Festival della Moda Maschile.

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