Omicidio Sargonia Dankha, fissato il processo d’Appello
Ieri Aldobrandi, condannato in primo grado all’ergastolo, è tornato in tribunale per un nuovo processo
Sanremo. Si aprirà il prossimo 22 aprile, davanti alla Corte d’Assise di Genova, il processo d’Appello nei confronti di Salvatore Aldorbandi: l’ex pizzaiolo residente a Sanremo di 75 anni, condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio volontario aggravato e la soppressione di cadavere dell’ex fidanzata Sargonia Dankha, 21 anni. Un delitto avvenuto il 13 novembre 1995 a Linköping, in Svezia, dove entrambi abitavano.
A pronunciare la condanna, il 15 dicembre dello scorso anno, era stata la Corte d’Assise di Imperia, presieduta dal giudice Carlo Alberto Indellicati. Una volta lette le motivazioni della sentenza, con la quale i giudici hanno dichiarato Aldobrandi colpevole contro ogni ragionevole dubbio, gli avvocati Fabrizio Cravero e Mario Ventimiglia hanno preparato un doppio ricorso in Appello.
L’attività investigativa, inizialmente partita in Svezia nei confronti dell’ex pizzaiolo, si era arenata per la mancanza del corpo della vittima: motivo, questo, che rendeva impossibile, secondo la legge svedese, processare Aldobrandi per omicidio. Su input della famiglia di Sargonia, che si era rivolta ad investigatori privati per ritrovare il presunto assassino, nel frattempo rientrato in Italia, le indagini sono ripartite a Imperia, grazie sopratutto ai sostituti procuratori Paola Marrali e Matteo Gobbi, che hanno ripreso in mano il fascicolo dei colleghi svedesi, lavorando a lungo sul caso per arrivare all’arresto dell’uomo con l’accusa di omicidio.
Da quel momento, Aldobrandi si trova in carcere. Anche la Corte di Cassazione, nelle scorse settimane, aveva rigettato la richiesta dei difensori dell’uomo di concedergli una misura meno restrittiva (in attesa dell’ultimo grado di giudizio) per motivi di salute. Secondo la Suprema Corte, nonostante l’età, persiste il pericolo di fuga.
Nel frattempo, Salvatore Aldobrandi è tornato ieri in tribunale di Imperia, per un nuovo processo che lo vede accusato di resistenza e oltranza a pubblico ufficiale e per aver rifiutato di fornire le proprie generalità agli agenti che nel 2023, prima dell’inizio del processo per omicidio, lo avevano fermato in provincia di Imperia nel corso di un normale controllo.























