Porto vecchio, ritorno all’origine. La maggioranza blinda tunnel a 5 metri e piazzale Vesco pubblico
Anche il mercato del pesce dovrà essere riportato di fianco a Santa Tecla. Bocciati gli odg delle minoranze per aprire al confronto con tecnici delle associazioni
Sanremo. Aula gremita a Palazzo Bellevue per il consiglio comunale monotematico sul Porto vecchio, richiesto dalle opposizioni oltre venti giorni fa e riunito questa sera, a ridosso della delibera di indirizzo licenziata dalla giunta Mager venerdì mattina 3 ottobre. Un calendario che ha fatto discutere, ma che ha posto le basi del quadro politico-amministrativo sviluppatosi fin qui: le richieste del Comune orientano il progetto verso un ritorno all’impostazione originaria firmata dallo studio sanremese Calvi–Ceschia–Viganò, con il tunnel viario a quota 5 metri e l’uscita rettilinea su via Nino Bixio, la conferma di piazzale Vesco a uso pubblico e l’obbligo di tenere conto—per davvero—delle prescrizioni dell’Ente nelle prossime fasi autorizzative.
Nell’apertura dei lavori, il sindaco Alessandro Mager ha ricordato come «il progetto aggiudicato fu allora criticato da tutti i candidati sindaco». Oggi, ha spiegato, la giunta ha dato indicazioni «soprattutto sul tunnel», in modo da rendere immaginabile «domani una via Roma a senso unico verso Ovest, quando magari ci sarà anche l’Aurelia bis, che io non vedrò realizzata». La “soluzione migliore”, per Mager, è il tracciato del sottopasso «spostato più a monte», con la presenza del tunnel ritenuta inderogabile e legata al riconoscimento dell’interesse pubblico dell’opera. Piazzale Vesco «deve restare libero e pubblico», così come la banchina, «utilizzabile per gli ormeggi solo nell’eventualità di un suo prolungamento». Capitolo mercato del pesce: «Deve tornare nella posizione originaria, a fianco del Forte di Santa Tecla».
Sul fronte dei “baretti”, il primo cittadino ha preso atto delle esigenze degli operatori «di vedersi riconosciuto un titolo contrattuale robusto» e ha annunciato che l’Amministrazione «si farà parte attiva per cercare una transazione con i proponenti», valutando forme di locazione o affitto d’azienda. Mager ha poi segnalato che l’attuale Soprintendenza «ha ammesso la risistemazione dei baretti non in linea orizzontale con la ciclabile, ma in modo da ampliare il cono visivo verso il mare». Quanto al metodo: «Il proponente dovrà prendere in considerazione le nostre richieste di modifica. Non può non tenerne conto. Il progetto modificato passerà al vaglio della conferenza dei servizi decisoria. Sui tempi, usare il condizionale è d’obbligo: conta che il nuovo progetto rispecchi le indicazioni dell’Amministrazione e soddisfi gli stakeholder del porto».
Le opposizioni: «Sei anni per tornare al punto di partenza». Per Daniele Ventimiglia (Lega) la pratica «va avanti da sei anni tra proponenti e progetti che si alternano e alla fine torniamo al punto di partenza». Il consigliere ha sollevato dubbi tecnici: «Con un tunnel alto cinque metri, lo scavo scenderà a sette-otto: significa intercettare l’acqua marina presente nel sottosuolo del lungomare». Politicamente, Ventimiglia ha parlato di «sconfessione della linea del consulente incaricato di affiancare il rup, l’ingegner Stefano Puppo», sostenendo che «sia passata la linea di Partito Democratico, Sanremo al Centro e Idea, che fa capo all’assessore ai Lavori pubblici Massimo Donzella». Lo stesso Ventimiglia ha poi virato sull’assetto di giunta, evocando l’annunciato avvicendamento di un assessore con l’ingresso di una figura in quota Sanremo al Centro al posto dell’assessore al Bilancio Pino Sbezzo Malfei (Forum). Ripreso dal presidente del consiglio comunale, è tornato sull’argomento al centro del dibattito.
Patrizia Badino (Forza Italia) ha scelto un registro unitario: «Stasera non parlo da minoranza. Questa pratica non deve avere bandiere: dobbiamo lavorare tutti per portare a casa il progetto migliore per la città». Parlando di “shock post traumatico da cantieri pubblici”, Badino ha invitato a «non demoralizzarsi» e a «prendere esempio da Ventimiglia, dove hanno iniziato e finito il porto affidando i lavori a mani sicure». Sugli investitori: «Non facciamoli scappare con troppi paletti. Forza Italia vuole tutelare tutte le categorie coinvolte». Antonino Consiglio (capogruppo FdI) ha chiesto che «vengano coinvolti i tecnici indicati dagli operatori e dalle associazioni portuali», chiamati a confrontarsi «con quelli scelti dalla maggioranza», ventilando anche «un potenziale conflitto di interessi» da chiarire. Per Monica Rodà (Sanremo Domani) serve «una commissione di esperti imparziali» per «dare più forza e credibilità al progetto». «La fiducia passa da partecipazione e trasparenza—ha detto—. Vogliamo essere maggiormente coinvolti e ricevere i documenti con anticipo per poterli valutare con cura». Massimo Rossano (Andiamo!) è andato oltre, proponendo «l’ingresso dell’Amministrazione nel progetto con un apporto finanziario», ipotesi che ritiene praticabile «alla luce delle disponibilità di cassa oggi in capo alla giunta Mager».
Nelle controrepliche, il capogruppo di Anima Alessandro Marenco ha riconosciuto che «in parte stiamo tornando al progetto iniziale, quello che ebbe il riconoscimento dell’interesse pubblico». Invito alle opposizioni: «Il sindaco, che ha la delega alle grandi opere, sta facendo il possibile per rendere noti a tutti i passaggi, come già avvenuto su altre questioni delicate come il Festival». Il presidente del consiglio comunale Alessandro Il Grande (Sanremo al Centro) ha rimarcato la continuità con la progettualità avviata e concertata sotto l’amministrazione Biancheri: «Giusto ricordare chi ha portato avanti questi progetti per anni», ha detto, ringraziando pubblicamente l’ex sindaco Alberto Biancheri. La capogruppo di Idea Alessandra Pavone ha dichiarato: «L’iter amministrativo su cui si concentra oggi la discussione stasera, finalizzato a creare una piazza senza più barriere, che si affaccia sul mare, quale opera di pubblico interesse, testimonia due pilastri irrinunciabili della nostra azione di governo: la valorizzazione delle opportunità di investimento privato da una parte, e la tutela e l’ascolto delle esigenze di chi vive quotidianamente il porto dall’altra». Soddisfazione anche dai banchi del Partito Democratico con Marco Cassini: «La delibera accoglie molti dei contributi che abbiamo offerto. Piazzale Vesco pubblico e tunnel a 5 metri sono per noi una conditio sine qua non perché consentono di ripensare la viabilità del centro da piazza Colombo fino al Casinò e al lungomare delle Nazioni. C’è piena soddisfazione per l’indirizzo e il lavoro che seguirà».
Il rup. «In realtà non è l’Amministrazione che è tornata al progetto originario: è il proponente ad essere andato troppo avanti. Noi lo abbiamo riportato all’ordine, cioè entro i paletti fissati dalla delibera di pubblico interesse del 2019, che scandisce i cardini cui il progetto deve attenersi», ha spiegato in aula il responsabile unico del procedimento, l’ingegner Danilo Burastero a capo del Settore lavori pubblici. «Il progetto si sviluppa su sia aree demaniale che su area comunale a terra: lo ricordo perché le concessioni dei “baretti”, ricadendo sul territorio municipale, saranno al termine del periodo concessorio di 65 anni in proprietà del Comune ma sotto la gestione del promotore per la durata della concessione stessa. I nuovi spazi commerciali dei baretti saranno locati dal concessionario con diritto di prelazione per attuali gestori i quali avranno anche un indennizzo per il periodo dei lavori. Al contrario, i pescatori professionali e i dilettanti, le associazioni sportive continueranno ad avere un rapporto diretto con ufficio Demanio del Comune, come ora. Abbiamo inoltre chiesto al concessionario di tornare alle superfici, da destinare al diporto, a base di gara, e non a quelle del progetto modificato, nel quale il promotore si era di fatto esteso fino a occupare l’intera diga foranea, per oltre 100 metri in più».
In chiusura, le opposizioni hanno depositato più ordini del giorno per impegnare sindaco e giunta a coinvolgere, in modo strutturato, i tecnici indicati dalle associazioni del porto nel confronto con i progettisti del Comune, tramite l’istituzione di una commissione ad hoc. Poi, a riportare a Palazzo Bellevue, in seduta pubblica, un aggiornamento costante sui cantieri avviati, prevedendo anche il confronto con tecnici e assessori competenti. Le proposte sono state tutte bocciate a larga maggioranza.





