Nasce su Instagram “Ruffini Aicardi Proletaria”, la protesta degli studenti corre sui social
Denunciate carenze sul fronte dei laboratori e delle uscite pratiche negli istituti Alberghiero e Agraria
Sanremo. «Dove sono i laboratori?» è la domanda, gridata a caratteri cubitali sui social, che nelle ultime ore rimbalza tra gli studenti dell’Istituto Ruffini-Aicardi di Sanremo-Taggia. Una protesta nata su Instagram, con la pagina dal nome emblematico “Ruffini Aicardi Proletaria” (modificato nel pomeriggio in Collettivo Ruffini Aicardi), che ha iniziato a diffondere post e grafiche dal tono ironico ma dal contenuto diretto, denunciando presunte carenze strutturali e organizzative nei percorsi formativi dell’Alberghiero e dell’Agraria, due indirizzi a vocazione pratica dell’istituto guidato dalla dirigente scolastica Maria Grazia Blanco. In poche ore la pagina conta già più di 200 follower.
Le accuse principali riguardano la mancata operatività delle cucine dell’Alberghiero fino a gennaio e la scarsità di attività pratiche per l’indirizzo Agrario. Nei post pubblicati si legge: «La scuola ci chiede tempo, soldi e sacrifici, ma ci nega gli strumenti essenziali: laboratori adeguati e funzionanti. Questa è formazione a metà prezzo, una truffa sulla pelle della classe studentesca». Secondo quanto riportato nella pagina, l’indirizzo Alberghiero non potrà utilizzare le cucine per diversi mesi, mentre gli studenti dell’Agraria avrebbero avuto «una sola uscita pratica in un anno». Una situazione che, a detta degli autori della protesta, «svuota di significato la parola “formazione professionale”», costringendo gli iscritti a un percorso basato quasi esclusivamente sulla teoria.
Gli studenti denunciano una gestione inadeguata delle strutture, la mancanza di strumenti aggiornati e, in alcuni casi, la completa assenza di attrezzature nei laboratori: «Ci chiedono di imparare un mestiere, ma ci tolgono gli strumenti fondamentali. È una mala gestione che compromette il nostro futuro». La campagna digitale è accompagnata da immagini forti e slogan provocatori: cucine sbarrate, pale e zappe cancellate da croci rosse, e l’hashtag #FormazioneFinta che sintetizza lo spirito della mobilitazione. A chiusura dei post, l’appello: «Se anche tu, negli indirizzi Turistico, Commerciale o in qualsiasi altro plesso del Ruffini, stai subendo una formazione finta, scrivici in dm (privato). Facciamo sentire la nostra voce unita!».
(In copertina, a sinistra la sede di Arma di Taggia che presto verrà trasferita alle ex caserme Revelli. A destra due dei post pubblicati dagli studenti)


