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Tentato omicidio a Ventimiglia, la testimonianza della vittima in aula: «Forse aggredito perché omosessuale»

25 settembre 2025 | 11:47
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Tentato omicidio a Ventimiglia, la testimonianza della vittima in aula: «Forse aggredito perché omosessuale»

Il fatto di sangue sotto il cavalcavia di via Tenda nel settembre dello scorso anno

Ventimiglia. «Avevo confidato ad alcuni migranti che si trovavano sotto il cavalcavia come me che sono omosessuale. Forse è per questo che sono stato accoltellato. Già in Francia mi avevano ferito ad un piede perché avevano scoperto la mia omosessualità».

Lo ha detto in aula il 29enne guineano, parte offesa al processo che vede imputato un nigeriano di 36 anni, Abel Ighodaro Ehiweemma: arrestato dai carabinieri il 25 settembre del 2024 con l’accusa di tentato omicidio per aver colpito con una coltellata al petto il guineano nell’accampamento abusivo che all’epoca era presente sotto il cavalcavia di via Tenda, a Ventimiglia.

Un colpo inferto con estrema violenza, ricorda la vittima, in mezzo al petto, vicino al cuore. Un’unica coltellata ma talmente forte da spezzare il manico del pugnale. Per la ferita, il giovane guineano era stato trasportato d’urgenza all’ospedale San Martino di Genova, dove era stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. «Ora sto meglio – ha detto nell’aula del tribunale di Imperia -. Ma ho sofferto fino ad ora, dal punto di vista psicologico, per quello che mi è successo».

Rispondendo alle domande del pm Paola Marrali, il 29enne ha ricostruito quanto accaduto lo scorso anno: «Stavo dormendo nella mia tenda, quando il nigeriano è arrivato. Senza motivo ha gettato via le mie scarpe, che erano davanti alla tenda, le ha lanciate lontano. Gli ho chiesto perché l’avesse fatto. Lui si è diretto verso la sua tenda, io lo seguivo perché volevo spiegazioni. Ha preso il coltello dalla sua tenda e mi ha colpito».

Ighodaro da quel giorno si trova in carcere ad Alessandria. Esaminato da un perito, l’imputato è stato dichiarato capace di intendere e volere, anche se oggi, a qualsiasi domanda postagli, ha sempre e solo risposto: «Voglio tornare a Ventimiglia».

Al termine dell’audizione della vittima, il collegio, presieduto dal giudice Carlo Alberto Indellicati, ha rinviato l’udienza al prossimo 23 ottobre: quel giorno verrà completata l’istruttoria dibattimentale e si svolgerà la discussione. Poi la sentenza.

L’imputato è difeso d’ufficio dall’avvocato Marco Sonzogni.