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Scajola boccia la riforma della sanità di Bucci. E sul Saint Charles: «I doppioni vanno eliminati»

24 settembre 2025 | 10:59
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In presenza dell’assessore regionale Nicolò e della dg Asl1 Galbusera, le parole durissime del presidente della Provincia di Imperia: «Nei bilanci sappiamo bene che inseriamo poste che non sono vere»

Pieve di Teco. Doveva essere il giorno di festa per la Casa di Comunità dell’Alta Valle Arroscia, ma si è trasformato anche in un momento di riflessione e critica. Durante l’evento ufficiale tenutosi al teatro Salvini di Pieve di Teco questa mattina, alla presenza dell’assessore regionale alla Sanità Massimo Nicolò, del direttore generale di Asl1 Maria Elena Galbusera e del blocco imperiese della giunta regionale – il vicepresidente Alessandro Piana e gli assessori Marco Scajola e Luca Lombardi – il presidente della Provincia di Imperia, Claudio Scajola, ha preso la parola per lanciare un duro monito alla Regione.

Nel mirino di Scajola, la riforma sanitaria regionale annunciata poche ore prima dal presidente ligure Marco Bucci. Una riforma che, secondo l’ex ministro, non tiene conto delle reali esigenze dei territori, in particolare delle aree marginali come quelle dell’entroterra imperiese. «La Regione Liguria è molto indietro nella risposta che dobbiamo dare agli utenti. Non viene considerata abbastanza dallo Stato centrale la specificità del nostro territorio. Siamo la terza regione più turistica d’Italia, ma una delle ultime per quota pro capite di risorse sanitarie», ha dichiarato Scajola.

Il presidente della Provincia ha poi raccontato un aneddoto personale per sottolineare le difficoltà dei cittadini: «Una mia collaboratrice è caduta ieri dalle scale. È rimasta otto ore al pronto soccorso. Il problema non è solo nella struttura, ma nel sistema nel suo complesso». Critico anche il passaggio sulla gestione delle risorse: «Il budget deve coprire tutto l’anno sanitario, ma oggi non basta. Se non riesci ad avere risorse aggiuntive, bisogna decidere cosa tagliare. Scegliere cosa chiudere per far sì che i servizi funzionino, non guardando all’interesse del campanile o peggio delle preferenze clientelari di alcune zone». Il sindaco di Imperia ha poi usato parole durissime sui conti della sanità ligure: «Nei bilanci sappiamo bene che inseriamo poste che non sono vere. Scriviamo numeri che servono solo a far quadrare i conti sulla carta, ma che non sono sufficienti a garantire i servizi. Così il sistema prima o poi esplode».

Uno dei punti più duri toccati da Scajola riguarda la psichiatria: «Mi sono fatto portare i dati e c’è uno squilibrio enorme tra i medici impegnati a Genova e quelli nel Ponente. È una disparità inaccettabile». Pur riconoscendo l’impegno dell’assessore Nicolò e il confronto avuto, da ultimo ieri sera, con Bucci, Scajola ha sottolineato che la bozza di riforma non può andare avanti così com’è: «Ho chiesto che vengano fatti ritocchi importanti. Serve rafforzare la parte socio-sanitaria: non possiamo lasciare i sindaci senza strumenti per gestire le esigenze degli anziani». Secondo il presidente della Provincia, bisogna rivedere profondamente il ruolo dei distretti e migliorare l’integrazione tra operatori sanitari e il centro decisionale regionale: «Oggi il sistema è troppo lento, troppo burocratico. Serve una trasmissione più rapida e una regia meno ingessata».

Infine, un appello ai vertici regionali: «Abbiamo 19 ospedali per un milione e mezzo di abitanti, quando l’Oms prescrive un ospedale ogni 400 mila. Se diciamo che Bordighera (l’ospedale Saint Charles, ndr) deve essere gestito con gli stessi fondi che c’erano prima, senza prevederne di nuovi, ma restringendo gli altri settori, è evidente che il sistema salta. Se ci sono dei doppioni, eliminiamoli». E a margine della presentazione della nuova struttura, Scajola ha chiuso con una riflessione che suona come un avvertimento politico: «Siamo qui per festeggiare la Casa della Comunità. Ma quando si festeggia, bisogna anche riflettere. E oggi, più che mai, c’è bisogno di farlo seriamente».