Festival a Sanremo, brinda anche l’Ariston. A secco solo il sindaco di Torino
L’intesa, arrivata dopo una trattativa fiume, fa felici quasi tutti. Vacchino: «Dare valore alla storia che lega Sanremo e la Rai»
Sanremo. Due giorni dopo la tanto attesa “fumata bianca” a Palazzo Bellevue, si cominciano a leggere con maggiore lucidità i contorni e la portata dell’accordo tra Comune di Sanremo e Rai per l’organizzazione delle prossime tre edizioni del Festival della Canzone Italiana, con opzione per ulteriori due. La convenzione – definita al termine di due giorni di confronto serrato, con oltre 14 ore di trattative no-stop nella sala giunta, pranzi e cene consegnati a domicilio, telefoni silenziati e porte rigorosamente chiuse – ha messo un punto fermo su una vicenda che per mesi ha alimentato titoli, indiscrezioni e tensioni. Il documento è ora atteso sul tavolo del consiglio di amministrazione della Rai, previsto per metà settembre, e successivamente sulla scrivania della giunta comunale, per l’approvazione formale con apposita delibera.
Tra chi brinda all’intesa, oltre al sindaco Alessandro Mager, all’amministrazione comunale nel suo complesso, e ai dirigenti Rai, c’è sicuramente anche Walter Vacchino, patron del Teatro Ariston, padrone di casa della kermesse: «Soddisfazione per una soluzione che valorizza il lavoro che da 75 anni portano avanti il Comune di Sanremo e la Rai, arrivando a un componimento che pone le basi per il futuro». Commento stringato, ma che cela un grande sospiro di sollievo per la proprietà e tutti i lavoratori e collaboratori del tempio della musica italiana, che, grazie all’apporto del Festival, offre alla città un’attrazione unica e spettacoli di livello tutto l’anno.

L’accordo arriva al termine di un lungo e complesso percorso giuridico e amministrativo, innescato dalla sentenza del Tar Liguria del dicembre 2024, che ha imposto una gara pubblica per la gestione dell’evento. Una sentenza confermata poi dal Consiglio di Stato, e che ha obbligato l’Amministrazione Mager, insediatasi a metà 2024, a riscrivere daccapo il rapporto con la Rai. La manifestazione d’interesse lanciata dal Comune – in ossequio ai dettami dei giudici – ha visto un solo partecipante: la Rai, ma non per questo la trattativa è stata meno complessa. Il braccio di ferro non si è consumato sulle cifre (che pure crescono: oltre 7 milioni annui complessivi, contro i 5 degli anni precedenti), bensì sui diritti. Il punto più spinoso è stato quello della titolarità del format televisivo. Alla fine, un compromesso è stato raggiunto: il Comune mantiene la titolarità dei marchi, ma riconosce alla Rai una specifica tutela sul format. È la prima volta che questo avviene formalmente. Un cambio di paradigma che potrebbe avere effetti strutturali sulle future gare pubbliche, disincentivando di fatto altri broadcaster dal farsi avanti.
Il clima post-accordo è stato di generale soddisfazione. Il gruppo Anima, cuore della maggioranza civica che sostiene Mager, ha parlato di lavoro di squadra vincente, che ha portato alla conferma della più grande opportunità “di promozione culturale, turistica ed economica” della Città dei fiori. Ieri, l’unica voce fuori dal coro è stata quella del senatore FdI e membro della commissione di vigilanza Rai, Gianni Berrino, le cui parole hanno provocato non poche reazioni. Tutti brindano, o quasi. Se a Sanremo si saranno stappate bottiglie di champagne e a Roma qualche Cristal, solo un cin cin è stato soffocato nel secchiello. È quello del sindaco di Torino Stefano Lo Russo, il primo tra i colleghi sindaci di Mager che, in Italia, ha offerto pubblicamente alla Rai una location alternativa alla città ligure, proponendo il Teatro Regio come nuova sede della kermesse. Un grande esempio di fair play istituzionale, arrivato in un momento caldo e a tratti critico, che i sanremesi non mancheranno di onorare e ricordare. Lo Russo, presente con la figlia alla prima serata della 75ª edizione, seduto proprio dietro al sindaco matuziano, sembrava pronto a far sul serio. Ora invece, non gli resta che godersi i prossimi Festival dalla tv. In fondo, è pur sempre uno spettacolo eccezionale anche se visto di fronte al piccolo schermo. Certo, la prima fila all’Ariston è un’altra cosa, ma si sa, non è per tutti.
(In copertina, Olly bacia leone e palma d’oro del Festival di Sanremo 2025. Al centro Walter Vacchinoe dei momenti della kermesse)








