Rivieracqua, stop illegittimo al servizio idrico: riattivata l’acqua a una donna ultrasettantenne
Grazie all’intervento legale dell’avvocato Panero, l’azienda ha ripristinato l’erogazione idrica e riconosciuto un controcredito di 84 euro. Contestati oneri di depurazione non dovuti
Imperia. Nel pieno dell’estate, una donna ultrasettantenne, residente a Torino ma con una seconda casa a Imperia, ha visto il suo approvvigionamento idrico interrotto dal gestore Rivieracqua, nonostante avesse contestato regolarmente le fatture emesse e le ritenesse illegittime. L’interruzione del servizio, avvenuta durante un periodo di forte caldo, ha suscitato indignazione, in particolare per il fatto che la signora fosse in regola con le normative in materia di depurazione e fognatura. A risolvere la situazione è stato l’intervento dell’avvocato Enrico Panero, che ha fatto valere i diritti della sua assistita, portando alla riattivazione del servizio.
L’utente, infatti, aveva tempestivamente presentato un reclamo riguardante le fatture retroattive, contestando principalmente l’applicazione di oneri di depurazione e fognatura non dovuti, poiché la signora era dotata di una regolare fossa Imof per il trattamento delle acque reflue, come previsto dalla normativa. Nonostante le documentazioni fornite, il gestore non aveva risposto né rettificato la fatturazione.
La situazione è ulteriormente peggiorata con la sospensione del servizio idrico, un atto che, secondo l’avvocato Panero, è da considerarsi non solo illegittimo, ma anche arbitrario e estremamente dannoso per la salute e il benessere dell’utente, soprattutto considerando la sua età.
Panero ha spiegato che tale provvedimento va inserito in un contesto più ampio di contestazione della debenza degli oneri richiesti nelle fatture e nella richiesta di rettifica degli effettivi consumi. Nonostante la signora avesse inviato tutte le documentazioni necessarie, le richieste di stralcio degli oneri di fogna e depurazione non erano state accolte. Inoltre, nonostante diversi tentativi di conciliazione con la società, la signora non aveva ricevuto alcun riscontro.
L’avvocato ha contestato che la disalimentazione, seppur prevista dalle normative, dovrebbe avvenire solo con limitazione del flusso, garantendo almeno 50 litri di acqua al giorno per persona. In caso di impossibilità tecnica a rispettare questa limitazione, la legge prevede che la società fornisca una comunicazione ufficiale, cosa che Rivieracqua non ha fatto.
Panero ha ricordato anche il diritto dell’utente alla sospensione dei pagamenti durante una controversia legale con il gestore, in base alla Legge 205/2017 (Legge di Bilancio 2018, art. 1, comma 4), e ha sottolineato che la disalimentazione, avvenuta senza il rispetto di queste disposizioni, sarebbe quindi da considerarsi illegittima.
Nonostante l’11 agosto 2025 sia stata fissata la seduta di conciliazione nanti ad ARERA, già prima della riunione Rivieracqua ha dovuto fare marcia indietro. L’azienda, infatti, ha accolto le rimostranze della signora e ha proceduto alla riattivazione immediata del servizio idrico, esonerandola dal pagamento degli oneri non dovuti e rettificando la fatturazione, con un controcredito di 84 euro su un totale di oltre 800 euro.
La vicenda, che si è conclusa positivamente per l’utente grazie all’intervento legale, solleva interrogativi sul trattamento riservato agli utenti più vulnerabili e sull’efficacia dei meccanismi di tutela previsti dalla normativa. La mancata risposta alle contestazioni e l’arbitraria sospensione del servizio hanno infatti evidenziato l’importanza di garantire trasparenza e tutela dei diritti dei consumatori, soprattutto per i cittadini anziani o in difficoltà economiche.
Il caso, pur risolto positivamente, pone l’accento sulla necessità di un sistema più efficiente di gestione dei reclami e di conciliazione, affinché gli utenti non siano più costretti a subire disservizi e disagi ingiustificati.


