Crisi idrica a Chiusanico, in Provincia vertice con Comune e aziende
Scajola: «È un comune salvaguardato, tocca a loro garantire il servizio». Agnese: «Pronti a valutare l’ingresso nell’Ato idrico»
Imperia. Si è appena conclusa nella sede della provincia la riunione convocata dal presidente Claudio Scajola per affrontare la carenza idrica che sta interessando il Comune di Chiusanico, in particolare l’area industriale. All’incontro hanno preso parte il sindaco Giovanni Agnese e le aziende del territorio.
Scajola ha chiarito subito l’origine del problema: «Il Comune di Chiusanico è un comune salvaguardato. Cosa vuol dire? Che ha deciso di gestire in autonomia l’approvvigionamento idrico e la depurazione delle acque. In questi casi, qualunque intervento esterno da parte di Rivieracqua comporterebbe una distrazione di fondi. Questo è il problema di fondo».
Il presidente ha ricordato che già in primavera la provincia aveva riunito i comuni salvaguardati per avvisarli dei rischi legati a questa scelta: «Se non sono in grado di garantire i servizi che hanno dichiarato di assumersi, firmando documenti e impegni, possono incorrere in conseguenze particolarmente pesanti. Per questo sono in corso incontri con l’obiettivo di accompagnarli dentro l’Ato idrico, perché altrimenti non si possono fare gli investimenti necessari, soprattutto sulla depurazione ma anche sull’approvvigionamento idrico».
«Il problema – ha aggiunto Scajola – è che due stabilimenti importanti, la Clas e la Raineri, hanno bisogno di grandi quantità d’acqua per le loro attività e non riescono ad averla. Oggi abbiamo spiegato che è necessario accelerare l’ingresso del Comune nell’Ato idrico, così da permettere gli investimenti e migliorare la distribuzione».
Un altro punto critico riguarda l’acquedotto di Rezzo: «Si è capito che, prima di arrivare a Borgomaro e quindi nei comuni a valle, ha grosse perdite. Da quattro o cinque giorni si lavora intensamente per individuarle e garantire maggiore portata». Nell’incontro è stato deciso di intensificare la ricerca delle perdite «giorno e notte», rimuovere i sigilli che bloccavano alcuni flussi e intervenire sulla rete approfittando del calo dei consumi dopo Ferragosto. «Questo consentirà di garantire più acqua in quell’area e dare le risorse necessarie a due imprese particolarmente importanti per il territorio» ha sottolineato il presidente.
Scajola ha infine ribadito: «Bisogna chiarire che l’acqua deve fornirla il Comune di Chiusanico, non Rivieracqua, perché è un comune salvaguardato. È quindi il Comune che deve garantire il servizio, che oggi non è assicurato».
I sigilli applicati da Rivieracqua, ha precisato, «ci sono per un motivo preciso: più volte qualcuno in loco è intervenuto manualmente sui rubinetti, creando problemi. Questo comporta stress alle tubature, rischi sulla qualità dell’acqua immessa e la possibilità di ulteriori rotture dovute ai colpi d’acqua. Per evitarlo, Rivieracqua ha deciso di sigillare e chiudere, nell’attesa che venga garantita la portata necessaria».
Al termine dell’incontro è intervenuto anche il sindaco di Chiusanico, Giovanni Agnese: «È stato un incontro molto costruttivo. Abbiamo analizzato la situazione legata alla crisi idrica che, come sapete, sta colpendo la zona industriale per la mancanza d’acqua. La soluzione potrà avvenire in due fasi: una immediata, con interventi operativi da parte della società secondo le indicazioni emerse durante la riunione; e una successiva, che riguarderà la gestione a regime.
In questo secondo momento dovremo affrontare in maniera definitiva la questione della salvaguardia, valutando se mantenere o meno l’attuale assetto. Il presidente ci ha invitato a riflettere sull’opportunità di entrare nell’Ato idrico e quindi superare la salvaguardia.
Da parte nostra non ci sono preclusioni: siamo disponibili ad affrontare il tema, ma sarà necessario un approfondimento tecnico che metta a confronto costi e benefici per il Comune. Solo dopo queste valutazioni potremo dare una risposta chiara e definitiva».


