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Il padre morì in un cantiere a Ventimiglia, figlio condannato per omicidio colposo

7 luglio 2025 | 10:24
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Il padre morì in un cantiere a Ventimiglia, figlio condannato per omicidio colposo

Pena sospesa. Avvocato Bosio: «Appellerò la sentenza»

Imperia. Il giudice monocratico del tribunale di Imperia, Eleonora Billeri, ha pronunciato stamane una sentenza di condanna a otto mesi di reclusione (con sospensione condizionale della pena) nei confronti di Samuele Spanò, titolare della ditta «Sc Edilizia Generale Spanò», finito a processo con l’accusa di omicidio colposo per la morte del padre Carmelo, deceduto il 17 dicembre 2021 a seguito di una caduta avvenuta durante un sopralluogo in un’abitazione di Ventimiglia il 5 dicembre dello stesso anno.

Condannato a 8 mesi (pena sospesa) anche il committente, Marco Garlet. Assolto il terzo imputato, Stefano Raimondo, titolare della ditta «Dea Costruzioni».

Il pubblico ministero, Paola Marrali, aveva chiesto una condanna per il solo Spanò a otto mesi di reclusione, e l’assoluzione per gli altri due imputati.

Attonito il difensore del giovane Samuele, l’avvocato Marco Bosio, che ha già annunciato di appellare la sentenza non appena avrà letto le motivazioni, depositate entro novanta giorni.

Anche lo stesso pm, sia nella sua requisitoria che nelle repliche, aveva sottolineato come il processo avesse «delle delicatezze dal punto di vista umano che stemperano e devono stemperare l’impianto accusatorio», ricordando tra l’altro che l’impresa, intestata al figlio della vittima, «risultasse regolarmente in regola sotto il profilo amministrativo». Secondo la pubblica accusa, però, Carmelo Spanò non avrebbe dovuto salire sulla scala, e poi sul cordolo/soletta, dove invece era salito «non per guardare oltre il muro, come sostiene la difesa -, ha detto, – Ma per guardare sotto il cavedio. Questo è il punto, ed è evidente che quel cordolo non doveva essere utilizzato come soletta e quindi per appoggiare i piedi». Una leggerezza, forse, che mentre a un padre è costata la vita, al figlio che ancora lo piange, ha portato a una condanna in primo grado.