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Bordighera, le ville della ‘Ndrangheta consegnate alla Caritas Intemelia e alla Spes

4 luglio 2025 | 19:08
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Confiscata alla famiglia Pellegrino in via Cornice dei Due Golfi

Bordighera. Il prefetto di Imperia Valerio Massimo Romeo, in serata, ha formalmente consegnato alla Caritas Intemelia di Ventimiglia il complesso immobiliare confiscato alla famiglia Pellegrino, di Bordighera, dopo la condanna per associazione mafiosa, divenuta definitiva, per Giovanni Pellegrino (10 anni e 6 mesi), Maurizio Pellegrino (10 anni) e Roberto Pellegrino (8 anni e 3 mesi), accusati insieme ad Antonino Barillaro (condannato a 7 anni) considerati gli esponenti apicali della locale della ‘Ndrangheta a Bordighera.

«Con l’inchiesta e il processo “La Svolta” è stata assodata la presenza della ‘Ndrangheta a Bordighera e nel Ponente ligure. Oggi però è una giornata storica, è una nuova “Svolta”: è la dimostrazione che la legge vince sempre – ha detto il prefetto Romeo -. Il mio orgoglio è doppio, perché oltre che da prefetto, lo faccio anche per riscatto, da calabrese, dimostrando che la Calabria non è solo terra di mafiosi, ma anche di gente che vive e lavora per tutelare la legalità».

Gli immobili si trovano al civico 138, in via Cornice dei 2 Golfi, in località Montenero, e all’epoca in cui il clan era attivo avevano una funzione strategica per la vicinanza a una piazzola di sosta autostradale, che i malavitosi potevano facilmente raggiungere dal proprio giardino, per caricare armi e droga su camion diretti in Costa Azzurra. A “proteggere” i beni da sguardi indiscreti, un sistema di videosorveglianza con telecamere nascoste sotto alcune tegole all’ingresso dell’immensa proprietà. Un falco pellegrino, simbolo del clan, scrutava i passanti dalla sua postazione, mentre la statua di San Michele Arcangelo (il santo venerato dalla ‘Ndrangheta) si erge subito dopo l’ingresso principale, a “benedire” chi vi accede.

Il valore dei beni sequestrati all’epoca dell’inchiesta, condotta dai carabinieri, e del successivo processo de “La svolta” ammontava a circa 9 milioni di euro. Nell’ordine, si tratta di 18 terreni, 9 fabbricati, 11 auto, 2 moto, 11 autocarri, 4 partecipazioni a quote societarie e un locale notturno. Tra questi, appunto, le ville e i terreni di Montenero, entrati in possesso dello Stato nel settembre del 2022.

Successivamente trasferiti al patrimonio indisponibile del Comune di Bordighera con decreto del direttore dell’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati (Anbsc), i beni sono stati dapprima temporaneamente affidati, a titolo gratuito, alle associazioni di volontariato Libera, Spes Auser e Caritas Intemelia che gli hanno già utilizzati per fini sociali, con iniziative che hanno coinvolto, grazie a Libera, soprattutto i ragazzi delle scuole. Ora la consegna formale alla Caritas, che li gestirà sempre insieme alle altre associazioni per restituire alla collettività ciò che la presenza della ‘Ndrangheta le aveva tolto: legalità e sicurezza.

Al prefetto le associazioni hanno consegnato una targa di riconoscimento «per l’impegno profuso a favore della diffusione della cultura della legalità – è scritto – e la dedizione spesa per la destinazione a scopo sociale dei beni confiscati alle mafie nei Comuni di Bordighera e Vallecrosia».

«Ce l’abbiamo fatta perché abbiamo creato un gruppo straordinario che ha messo insieme le istituzioni, le associazioni di volontariato, tanti giovani, le scuole, i giornalisti: tutti hanno contribuito a questo risultato – ha detto Maura Orengo, referente di Libera Imperia – All’inizio molti, tra cui io, erano perplessi. Tutto è nato da una ricerca che abbiamo fatto durante il Covid sui beni confiscati alla criminalità della ‘Ndrangheta. Quando abbiamo scoperto questi immobili, e abbiamo scoperto che erano ancora abitati dalle famiglie, abbiamo semplicemente chiesto chiarimenti. Nel frattempo si è messa in moto tutta la macchina».

A spiegare come verranno utilizzati i beni è stato il presidente della Caritas Intemelia Maurizio Marmo: «Grazie a tutto il lavoro svolto dai magistrati e dalle forze dell’ordine che hanno portato al sequestro, e alla determinazione del prefetto Romeo e in precedenza del prefetto Nanei, con il grande supporto di Libera, abbiamo la gestione di questi beni per dieci anni. Proseguiranno incontri con le scuole e visite con gli studenti. L’obiettivo è quello di destinare le case per persone in emergenza abitativa o con disagi e difficoltà, sempre in collaborazione con gli uffici sociali. Poi pensiamo anche ad un utilizzo per i ragazzi della Spes e per famiglie che hanno persone disabili che possono venire in vacanza in questo bel luogo, godendo di qualche giorno di relax. C’è poi tutta la parte di attività agricola che si può portare avanti, dando opportunità di lavoro a persone con difficoltà».