Logo

Punto nascite, Sanremo si compatta nel chiederne il rilancio: «Ripristinare i parti programmati»

20 giugno 2025 | 18:11
Share0
Punto nascite, Sanremo si compatta nel chiederne il rilancio: «Ripristinare i parti programmati»

Sì unanime alla mozione presentata da Consiglio (FdI) e condivisa da tutte le forze politiche. Cresce la pressione su Regione e Asl1

Sanremo. Il consiglio comunale si è aperto oggi con un messaggio politico chiaro e unanime: Sanremo vuole difendere il proprio punto nascite. L’assise cittadina ha infatti approvato all’unanimità l’ordine del giorno proposto, come primo firmatario, dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Antonino Consiglio, e condiviso da tutte le forze politiche presenti in aula, compreso il sindaco Alessandro Mager. Un fronte compatto, che punta a ottenere chiarimenti immediati e garanzie formali da Asl1 e Regione Liguria sul futuro delle sale parto dell’ospedale Borea.

Il documento approvato fa seguito alle crescenti preoccupazioni nate dopo la direttiva interna firmata dal primario Pierluigi Bracco, nell’ottobre 2024, che ha imposto il trasferimento di tutti i cesarei programmati all’ospedale di Imperia. Una decisione che ha di fatto svuotato il presidio sanremese di una funzione basilare. Se prima, tra giugno e ottobre dello stesso anno, Sanremo ha conosciuto un boom di interventi – con un significativo aumento di parti naturali e programmati, tanto da attrarre anche donne residenti a Nizza, Mentone e persino a Monaco, tra cui anche note personalità dello sport – oggi la situazione è radicalmente cambiata.

L’occupazione delle sale parto, riaperte solo a febbraio 2024 dopo una ristrutturazione finanziata dalla Regione con circa 5 milioni di euro, è crollata sotto la media del 20% del suo potenziale effettivo. E con essa anche la fiducia delle famiglie, che ora – anche quando potrebbero partorire a Sanremo – chiedono esplicitamente il trattamento a Imperia, ormai percepito come unico punto di riferimento per gli interventi programmati.

Il voto unanime di oggi segue di un giorno le dichiarazioni del presidente della Regione Marco Bucci, che da Palazzo Bellevue ieri ha provato a rassicurare sulla permanenza del presidio: «Rimarrà, finché ci sono i parti», ha detto, senza però nascondere che se il numero di nascite dovesse scendere sotto le 500 l’anno, il discorso potrebbe cambiare. Dello stesso tenore erano state le parole della direttrice generale di Asl1, Maria Elena Galbusera, che già il 3 giugno scorso parlava di una «copertura turnistica insufficiente a Imperia» come motivo per la ridistribuzione dei carichi ospedalieri. Ma le rassicurazioni non bastano più. Il consiglio comunale matuziano oggi ha scelto la via istituzionale per chiedere chiarezza e rispetto per un presidio riaperto da poco più di un anno, e che ora rischia l’oblio. Il messaggio è bipartisan e senza sfumature. Adesso la palla passa a Genova, dove l’ultima parola spetterà, in fase di revisione del piano sanitario ligure, all’assessore regionale Massimo Nicolò. Non un tecnico qualunque, ma una figura chiave indicata proprio da Fratelli d’Italia. Lo stesso partito che ha alzato la voce prima di tutti nella Città dei fiori.

Le dichiarazioni. Nel corso della discussione in aula, è intervenuto il primo firmatario dell’ordine del giorno, Antonino Consiglio (Fratelli d’Italia), che ha dichiarato: «Abbiamo piena fiducia nel sindaco, e ci auguriamo che possa farsi portavoce di un problema tanto delicato, che riguarda non solo l’amministrazione comunale, ma tutta la cittadinanza. Serve un confronto trasparente con Asl1 e soprattutto un chiarimento serio sulle motivazioni alla base delle recenti decisioni». Dello stesso avviso la collega di FdI, Elisa Balestra: «Fino a ottobre si registravano in media una cinquantina di parti al mese, per un totale annuo di circa 600. Da ottobre a oggi, invece, siamo scesi a circa 180. È evidente che la decisione interna di dirottare i cesarei su Imperia, che appare immotivata, ha influito negativamente sia sui numeri che sulla performance complessiva. Non si tratta di una carenza del nostro punto nascite, ma di una scelta dirigenziale che merita una spiegazione chiara. È importante anche verificare quante donne, da Ventimiglia a Santo Stefano, si sono dovute rivolgere a Imperia, e quanto questo abbia alterato l’equilibrio tra i due ospedali».

Tra gli appelli più sentiti è spiccato quello della consigliera Silvana Ormea (Sanremo al Centro ed ex dipendente Asl1): «Sosteniamo con convinzione questa iniziativa. Il piano socio sanitario regionale 2015-2016 prevedeva un assetto ben preciso: Imperia come centro di specializzazione e Sanremo, unico Dea di primo livello, come ospedale dell’emergenza e sede dell’unico punto nascite della provincia, anche per la sua posizione centrale. Poi, per ragioni politiche, si scelse di mantenere anche il presidio di Imperia. All’epoca lavoravo in Asl, mi occupavo dell’acquisto dei braccialetti identificativi per i neonati: si registravano 900 nascite a Sanremo, contro le 450-500 di Imperia. Con l’emergenza Covid, Sanremo fu trasformato in hub provinciale con l’intesa che, finita l’emergenza, il punto nascite sarebbe stato riattivato nei reparti rinnovati. Così è stato, ma solo nel febbraio 2024, a seguito di grandi sforzi portati avanti anche dal sindaco Alberto Biancheri. Ora però ci troviamo a dover difendere ancora una volta quel diritto. Oltre al Comune, serve un’azione forte anche da parte dei rappresentanti regionali e, se necessario, anche da Roma: due sedi istituzionali in cui Fratelli d’Italia è al governo».

Giovanni Mascelli (Anima), consigliere e medico: «La riapertura del punto nascite non è stata una concessione politica, ma una risposta a una richiesta concreta e sentita. Parliamo di un presidio che serve due dei tre distretti sanitari della provincia. Tuttavia, è vero che un punto nascite comporta dei costi, che devono essere giustificati da un numero adeguato di interventi. La scelta unilaterale di spostare i cesarei programmati a Imperia ha portato a un calo dell’occupazione dei posti letto a Sanremo, portandola a scendere sotto la soglia necessaria per garantirne la sopravvivenza. È una situazione organizzativa che va risolta al più presto. Nessuno pensa a una chiusura, ma non possiamo accontentarci dello stato delle cose: il punto nascite deve tornare a essere pienamente operativo».

Alessandra Pavone (Idea Sanremo): «Il nostro gruppo condivide pienamente l’ordine del giorno e l’intervento del gruppo Sanremo al Centro».

Vittorio Toesca (Generazione Sanremo e a nome del Partito Democratico): «Siamo totalmente favorevoli al mantenimento del punto nascite a Sanremo e condividiamo pienamente lo spirito e le richieste contenute nell’ordine del giorno».