Ponte sull’Argentina, due sindaci e una ciclabile interrotta: il giorno prima del caos
Conio predispone cartellonistica per percorso bypass sulle vie con limite di 30 chilometri orari. Per Giuffra non ci sono alternative: «Fare dietrofront e godersi la litoranea. Aurelia pericolosa: vieterò la svolta»
Taggia. Con la chiusura ufficiale del ponte ciclopedonale sul torrente Argentina fissata per domani, i sindaci di Taggia e Riva Ligure si ritrovano a gestire la situazione in modo disallineato, nel tentativo di correre ai ripari all’ultimo momento. La scena è quella di una corsa contro il tempo, con i primi ciclisti già spaesati e disorientati che testano i percorsi alternativi (vedi foto di copertina).
A Taggia, il sindaco Mario Conio ha ordinato la rimozione e la ricollocazione stamattina dei cartelli della ciclabile per tentare di instradare i ciclisti su vie comunali a velocità ridotta, come via Blengino e via della Stazione. Un percorso tutt’altro che ufficiale, ma che dovrebbe aiutare i ciclisti ad approcciare il traffico veicolare della statale Aurelia. La polizia locale presidia l’area, cercando di limitare i rischi.
Ma guardando a cosa sta pensando di fare Riva Ligure, la situazione assume toni paradossali. Il sindaco Giorgio Giuffra ha annunciato che intende vietare la svolta sull’Aurelia in corrispondenza della curva del Don, uno dei punti più critici per la sicurezza. Una decisione in apparenza prudente, che però rischia di generare un vero cortocircuito: i ciclisti provenienti da Imperia saranno dissuasi dal procedere verso Ponente, ma quelli in arrivo da Arma potranno comunque accedere all’Aurelia, e si ritroveranno a cercare l’accesso alla pista nel tratto in cui sarà vietata la svolta.
Giuffra motiva così la sua scelta: «La pista ciclabile sarà interrotta. Non possiamo permetterci connessioni pericolose autorizzate con la via Aurelia, specialmente in prossimità della curva del Don dove stiamo predisponendo sistemi di chiusura rigidi. Ci limiteremo a consigliare a chi arriva da Imperia di scoprire il nostro lungomare che già oggi gode di percorsi protetti, prima di ritornare indietro. Gli elevati flussi turistici derivanti dell’apertura del nuovo tratto di levante ci invitano a dedicarci maggiormente ad intercettare quegli utenti».
Il cantiere sull’Argentina, consegnato ieri alla ditta appaltatrice, e gestito dal Dipartimento regionale di Protezione civile, partirà domani. I lavori sono finanziati dal Pnrr e prevedono la demolizione e ricostruzione del ponte entro giugno 2026. Ma nel frattempo, per almeno un anno, i ciclisti saranno costretti a deviare su percorsi non attrezzati, affrontando il traffico dell’Aurelia – come si faceva una volta, ma prima che esplodesse il turismo legato alle due ruote -, sperando di non trovare le porte chiuse. E dire che ieri Regione Liguria ha confermato che i due sindaci interessati erano a conoscenza già da febbraio che la passerella provvisoria, pur prevista nel progetto iniziale curato dallo studio Rolando, non sarebbe stata realizzata. Una rinuncia motivata da ostacoli tecnici, comunicata per tempo. Eppure, da allora, tutto è rimasto in sospeso, con una reazione tardiva e priva di coordinamento che lascia spazio all’improvvisazione. Quattro mesi di letargo istituzionale per poi ritrovarsi in una situazione a dir poco paradossale.
(In copertina, a sinistra i sindaci Conio e Giuffra. A destra un gruppo di ciclisti stamattina sfida il ponte sull’Aurelia)













