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Il D-Day della ciclabile interrotta è un disastro annunciato

5 giugno 2025 | 12:35
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Sui social spunta un vecchio post del sindaco Conio che bollava come “un’azione sciocca e inutile demolire il ponte”. Il banco di prova definitivo atteso nel weekend

Taggia-Riva. La scena che apre ufficialmente la “nuova era” della pista ciclabile tranciata dai lavori di abbattimento e ricostruzione del ponte sull’Argentina è degna di un film tragicomico all’italiana: un operaio intento a montare le transenne sul nuovo “capolinea” di Riva Ligure, che cerca di spiegare, con pazienza zen, a una signora furiosa perché non può svoltare sull’Aurelia in bici dalla curva del Don. Lei lo guarda, bofonchia qualcosa, lo ignora, e si lancia sulla statale sotto gli occhi della Municipale. Una scena simbolo di un disastro annunciato.

Già, perché oggi, 6 giugno, è iniziata la demolizione del ponte ciclopedonale tra Taggia e Riva Ligure. Risultato? Un’interruzione secca del tracciato, nessuna alternativa strutturata, cartellonistica installata a rilento e due sindaci interessati dall’opera pubblica avviata da Regione Liguria – Mario Conio e Giorgio Giuffra – che sembrano giocare a “ce l’hai”, uno mandando i ciclisti all’altro e l’altro chiudendo loro la porta in faccia. A Taggia hanno allestito cartelli anche in inglese già in via della Stazione per “indirizzare” i pedalatori verso Riva. A Riva, invece, l’unica accoglienza è una sbarra in curva e una frase chiarissima del sindaco Giuffra: «Non possiamo permetterci connessioni pericolose autorizzate con la via Aurelia, specialmente in prossimità della curva del Don».

Intanto le immagini parlano da sole: ciclisti, pedoni, monopattini (senza casco) costretti a mischiarsi con camion betoniera, auto, moto e scooter sulla statale, sia sul ponte dell’Aurelia che più avanti sulla terra ferma. Il punto di “ingresso alternativo” a Riva è una discesina in corrispondenza della pensilina della Riviera Trasporti: si passa uno alla volta, c’è da fermarsi, girare la bici, e magari trovare il tempo di farsi il segno della croce che non arrivi un bus. Chi va verso Sanremo deve tagliare la carreggiata, sempre alla spero in Dio. La rete, intanto, si scatena. Riemerge un post dell’ottobre 2020 del sindaco Conio che bollava in allora l’idea dell’abbattimento dello storico ponte sull’alveo come “sciocca e inutile”, pur chiarendo che qualcosa andava studiato per mettere in sicurezza la foce dell’Argentina, pensando però al destino della ciclabile che ci passa sopra. Oggi invece è lì a gestire la transizione imposta da Regione, che quattro mesi fa gli ha comunicato che non sarebbe stata realizzata la passerella provvisoria prevista nel progetto iniziale. E quando le critiche montano, il primo cittadino taggese risponde sui social, definendo “sproloqui arroganti e poveri di contenuto” le parole dell’opposizione. Salvo poi ammettere: «Demolire a giugno è deprecabile, ma inevitabile».

Generico giugno 2025

Ora tutti attendono il weekend, quando i cicloturisti ignari scopriranno che la Riviera dei fiori è diventata la Riviera dei camion e la pista ciclabile recentemente valutata come tra le più belle al mondo, affronterà la stagione estiva azzoppata. Per parlare di quanto accade, ci sarà occasione domenica mattina durante la manifestazione spontanea rilanciata dall’ex consigliere comunale tabiese Jacopo Siffredi in zona Darsena. Chissà se, tra una transenna e una curva cieca, qualcuno troverà il tempo di rispondere a una domanda che sorge spontanea: ma i sindaci di Taggia e Riva si parlano ancora?

(Nel servizio le interviste a Paolo Piccone, titolare dei punti nolo bici sulla ciclabile e agli utenti)