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Gli eroi della piazza-cantiere

9 giugno 2025 | 13:38
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I commercianti: «Un altro inverno così e per noi sarà la fine. Dei ristori perse le tracce»

Sanremo. «Un altro inverno così e per noi sarà la fine. Dei ristori promessi, nessuna traccia». È un coro amaro e stanco quello che si leva da piazza Eroi, dove i commercianti tornano a farsi sentire dopo la notizia dell’attivazione della procedura di crisi aziendale da parte della Cooperativa Edile Appennino, affidataria del discusso cantiere per il parcheggio interrato. Mentre la politica locale si divide tra accuse e silenzi (va detto che l’opera ha una paternità che coinvolge quasi tutto l’arco costituzionale cittadino), i negozianti fanno i conti con mesi – e ora anni – di disagi, cali di fatturato, prospettive incerte. A distanza di soli dieci giorni dalle rassicurazioni arrivate loro dal Comune, la realtà sembra tradire ogni ottimismo.

Solo il 26 maggio scorso, gli Uffici di Palazzo Bellevue avevano comunicato ai commercianti un cronoprogramma preciso: “Entro fine giugno sarà completato il solaio del piano meno tre. Entro fine luglio il meno due. A settembre il meno uno e a dicembre avverrà l’ultimazione della piazza in superficie”, si ascolta dalla viva voce di una funzionaria, esattamente ventiquattro ore prima che la cooperativa incaricata avviasse ufficialmente la procedura di composizione negoziata della crisi. Cogliendo l’ente locale di sorpresa. Oggi, sul cantiere, si contano appena quattro/cinque carpentieri al lavoro, impegnati a sistemare travi rimaste ferme da settimane. Nessun segnale concreto di rilancio, come invece si attenderebbe l’amministrazione Mager. Se entro breve non sarà visibile un’accelerazione delle attività, non è escluso che il municipio possa chiedere all’ente finanziatore, Iccrea Bancaimpresa, la sostituzione dell’azienda esecutrice. Aprendo così scenari inesplorabili.

Un anno fa, quando le prime avvisaglie di un rallentamento iniziavano a mostrarsi, avevamo intervistato Sonia del Coco Bar (vedi foto), il chiosco di piazza Muccioli. La piccola imprenditrice ci aveva confessato di essersi rimessa a studiare per completare il percorso di studi lasciato in sospeso da ragazza, proprio per paura che il cantiere potesse fermarsi e costringerla alla chiusura. A luglio, Sonia ha conseguito il diploma da ragioniera. Di quanto sta accadendo ne parla apertamente e gli va riconosciuto che è l’unica che ci mette anche la faccia: «I miei timori si sono trasformati in realtà. Il lavoro è calato e la piazza è messa sempre peggio anche per via del parcheggio selvaggio degli scooter, che ormai hanno accerchiato il mio dehor. Cosa accadrà ora? Per me è diventata una questione di principio: voglio aspettare che finiscano i lavori e poi cambiare vita».

Risposte molto meno confidenziali arrivano dal lato di San Siro, quello più danneggiato e che da oltre un anno ha perso la vista sulla piazza, ostacolata dalle barricate che delimitano il cantiere. Graziella, titolare dell’omonima pizzeria, non nasconde la rabbia: «Non si può andare avanti con appena quattro persone in tutto… è una vera vergogna. Quando tornano, i nostri clienti abituali ci chiedono come sia possibile che la situazione sia ancora questa. Alla fine, forse, era meglio lasciare la piazza di prima: il parcheggio non era certo tenuto bene, ma viste le prospettive attuali, tornerei indietro». Capitolo ristori: «Tutti qui abbiamo fatto domanda. Prima ci hanno detto che sarebbero arrivati ad aprile, poi maggio, siamo a giugno e ancora non ce n’è traccia», – conclude Graziella -.

Più ottimista Vincenzo Stragapede, volto noto del calcio locale, titolare della polleria Faraona: «Speriamo solo che non si fermino dopo le voci di crisi che sono girate negli ultimi giorni. Mi auguro che il Comune ci stia dietro». Aggiunge Valeria del fruttivendolo Mondo Frutta: «Siamo disperati. Non riusciremo a sopravvivere a un altro inverno in queste condizioni. Andiamo avanti solo grazie ai nostri affezionati clienti». In conclusione, il Casaro ci saluta con un cordiale: «No comment». E poi c’è chi oltre alla riduzione del giro d’affari è dovuto ricorrere alla causa legale per i danni subiti. Come la Prenatal di zona. La titolare ci mostra le fessure che si sono aperte dentro e fuori il locale a causa degli scavi: «Cerchiamo una soluzione per trasferirci. Se qualcuno ha degli spazi disponibili, ci contatti».

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