Affaire ponte sull’Argentina chiuso, Siffredi «La Regione ha grosse colpe»
In cinquanta stamane per fare il punto sull’interruzione del tratto di pista ciclopedonale, nonché per chiedere chiarezza sul progetto e discutere di soluzioni alternative e dei futuri sviluppi urbanistici legati alla riqualificazione degli argini del torrente
Taggia. C’era una cinquantina di persone, questa mattina nel piazzale vicino alla darsena di Arma, per fare il punto sulla chiusura del ponte ciclopedonale sull’Argentina, nonché per chiedere chiarezza sul progetto e discutere di soluzioni alternative e dei futuri sviluppi urbanistici legati alla riqualificazione degli argini del torrente.
«E’ un progetto regionale, per cui la Regione ha grosse colpe. La problematica su cui abbiamo spinto è come mai il Comune di Taggia, nonostante la presenza di un consigliere (Chiara Cerri ndr), sia nella maggioranza taggiasca che in quella regionale non ha saputo fare niente, nemmeno il rinvio che è stato chiesto in seguito alla polemica, dai due sindaci (Mario Conio e Giorgio Giuffra, Taggia e Riva Ligure, ndr)»
Ha le idee chiare nell’individuare responsabilità , Jacopo Siffredi, ex consigliere comunale tabiese di minoranza (Progetto Comune) e oggi membro attivo dell’opposizione fuori dal municipio, dopo la vicenda tra lui e il sindaco Mario Conio che lo ha portato alle dimissioni. Lo stesso Siffredi è stato il promotore dell’odierna iniziativa.
L’ex ponte ferroviario, chiuso dallo scorso tre giugno, verrà demolito per consentire la la costruzione di una nuova struttura a campata unica. Un intervento da oltre 16 milioni di euro, finanziato con fondi Pnrr e risorse del Ministero dell’Ambiente, che ha come obiettivo la messa in sicurezza del torrente Argentina.
La conclusione dei lavori è prevista per l’estate del 2026, ma fino ad allora il tratto di pista interessato resterà inaccessibile, sollevando non poche preoccupazioni tra cittadini e turisti, con i ciclisti costretti a percorrere un tratto di Aurelia tra Taggia e Riva Ligure , mettendo così a repentaglio la loro incolumità a contato il traffico veicolare.
Un altro problema da affrontare, secondo Siffredi e chi è intervenuto al suo comizio, è quello delle nuove aree edificabili che sono state previste sulle sponde dell’Argentina, corso d’acqua soggetto ad esondazioni ed a rischio idrogeologico: proprio l’instabilità del torrente ha motivato la scelta di demolire il ponte a più campate, sostituendolo con un monocampata, più sicuro in caso di piena.