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Inchiesta Rivieracqua, il sindaco Mager non chiederà le dimissioni di Donzella e Balestra

23 maggio 2025 | 09:09
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Inchiesta Rivieracqua, il sindaco Mager non chiederà le dimissioni di Donzella e Balestra

Ieri l’avviso della conclusione indagini a carico del vecchio Cda composto da Donzella, Balestra e Saldo

Sanremo. La tempesta giudiziaria che ha travolto l’ex vertice di Rivieracqua – e coinvolge oggi due attuali amministratori della Città dei fiori – non scuote, almeno per ora, la giunta comunale di Sanremo. Il sindaco Alessandro Mager, noto penalista e in passato avvocato difensore di fiducia dell’ex direttore generale di Rivieracqua Gabriele Saldo, uno dei tre nuovi indagati, ha commentato con parole misurate e prudenti la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari che ha raggiunto ieri  l’assessore ai Lavori pubblici Massimo Donzella e la consigliera d’amministrazione del Casinò Sonia Balestra, per presunti reati commessi quando ricoprivano dei ruoli di responsabilità nel Cda del consorzio idrico e che nulla hanno a che fare con i loro incarichi attuali.

Il primo cittadino, interpellato sull’ipotesi di eventuali dimissioni dei due amministratori per permettere loro di affrontare l’iter giudiziario senza carichi pubblici, ha scelto di non sollecitare alcun passo indietro. In una dichiarazione concisa ma significativa, Mager ha affermato: “Premesso che l’avviso di conclusione delle indagini rappresenta solo un’ipotesi di reato, si tratta di un fatto tecnico risalente a molti anni addietro che ritengo potrà essere chiarito”.

Una posizione che lascia intendere chiaramente la linea del sindaco: nessuna richiesta formale di dimissioni, almeno fino a ulteriori sviluppi, e un atteggiamento di cautela istituzionale ancorato a due motivazioni fondamentali. Da un lato, la natura tecnica e datata delle contestazioni – relative al bilancio 2016 della società pubblica idrica –, dall’altro, la conoscenza diretta della vicenda maturata da Mager nel suo passato ruolo di difensore legale di Saldo.

I fatti contestati risalgono infatti a un triennio, tra il 2015 e il 2017, in cui Rivieracqua operava come società consortile a totale capitale pubblico. Le accuse mosse dalla Procura della Repubblica di Imperia ai tre ex vertici – Donzella, Balestra e Saldo – riguardano la falsificazione del bilancio e l’aggravamento del dissesto, attraverso l’iscrizione di crediti inesistenti e l’omessa rilevazione di debiti, che avrebbero alterato la reale situazione economico-finanziaria della società.