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Festival, la gara va avanti con la Rai. I discografici: “Questione tutt’altro che chiusa”

27 maggio 2025 | 11:29
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Festival, la gara va avanti con la Rai. I discografici: “Questione tutt’altro che chiusa”

L’udienza nel merito è stata fissata a ottobre

Sanremo. Il tribunale amministrativo regionale della Liguria ha scelto la via dell’approfondimento: non ha sospeso la procedura di selezione per il partner del Festival di Sanremo 2026-2028, ma ha fissato con un’udienza pubblica di merito per il prossimo 17 ottobre. Una decisione che, pur permettendo al Comune di Sanremo di proseguire nella fase di verifica e negoziazione con l’unico soggetto che ha presentato offerta – la Rai – lascia aperti scenari di forte incertezza.

Secondo l’ordinanza emessa ieri, il Tar ha riconosciuto che il ricorso di JE s.r.l., la società che ha contestato il bando comunale, presenta “sufficienti profili di fondatezza”, tali da meritare un esame approfondito in sede di giudizio di merito. Sergio Cerruti, presidente di JE e voce rappresentativa del fronte discografico, ha accolto con soddisfazione la decisione, rivendicando la correttezza del ricorso e stigmatizzando quella che ha definito una “narrazione distorta” da parte di alcuni media. “Il Tar non ha rigettato nulla. Ha accolto la nostra istanza e fissato con urgenza l’udienza. Ieri è stato erroneamente diffuso che la sospensiva fosse stata respinta: non è così. Fatti, non propaganda”, ha dichiarato Cerruti in una nota inviata oggi.

L’imprenditore musicale ha poi evidenziato il clima difficile in cui si muove chi decide di sfidare l’emittente pubblica, parlando apertamente di un squilibrio mediatico che ostacolerebbe una rappresentazione equa del dibattito in corso. “Mettersi contro una tv pubblica significa anche confrontarsi con un’informazione distorta, difficile da raddrizzare”, ha affermato, chiedendo una maggiore assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni e un sostegno più netto alla trasparenza, “da Messina a Sanremo”. Dal canto loro, i discografici contestato il criterio che richiede ai partecipanti di essere titolari di un canale televisivo generalista nazionale in chiaro, elemento che di fatto limita la platea dei concorrenti, escludendo soggetti come JE.

Se il Consiglio di Stato, che deve esprimersi nei prossimi giorni sul ricorso della Rai e del Comune contro la sentenza di dicembre 2024, dovesse confermare la linea del Tar, la gara sarebbe definitivamente consolidata. In caso contrario, potrebbe essere ripristinato l’affidamento diretto, congelando di nuovo il processo competitivo. L’ordinanza del Tar non spegne i riflettori sul futuro del Festival, anzi. Rende ancora più delicata la fase in corso e più incerto il ruolo della Rai, che resta l’unico offerente ma vede la sua posizione messa in discussione da un doppio fronte: quello giudiziario e quello dell’industria musicale. Un comparto che, per voce di Cerruti, chiede un nuovo modello di gestione del Festival, meno chiuso, più aperto alla filiera e rispettoso dei principi di concorrenza e trasparenza.