La carriera

Imperia, ultimo giorno di lavoro per il comandante del Nucleo Carabinieri ispettorato del lavoro Carmelo Franzò

32 anni al comando, oggi confessa: «Il mio lavoro mi mancherà tanto»

Carmelo franzò

Imperia. Ultimo giorno di lavoro, oggi, per il luogotenente carica speciale Carmelo Franzò, comandante del Nucleo Carabinieri ispettorato del lavoro di Imperia. Originario di Palermo, Franzò è entrato nell’Arma nel settembre del 1989 ed ha iniziato quasi subito a ricoprire ruoli di comando.

Dal 1991 al 1996, è stato infatti comandante della stazione carabinieri di Caulonia (Reggio Calabria). Poi il trasferimento a Imperia, fino al 2006, dove gli è stato affidato una prima volta il comando del nucleo ispettorato del lavoro. Stesso ruolo Franzò lo ha svolto anche a Palermo per due anni, dal 2006 al 2008. Dalla Sicilia il ritorno nel Ponente ligure, che non lascerà più: dal 2008 al 2012 è stato impiegato presso la stazione carabinieri di Sanremo sotto il comando del luogotenente c.s. Giovanni Antonio Piras; e dal 2012 ad oggi  al comando del nucleo carabinieri ispettorato del lavoro.

Trentadue anni di comando che gli hanno lasciato ricordi indelebili e tante grandi soddisfazioni. Come quando, in Calabria, partecipò a una vasta operazione antimafia che ha portato all’arresto di centinaia di persone tra cui diversi capi clan. Erano i primi anni Novanta, gli anni delle stragi e degli attentati, e la ‘Ndrangheta, così come le altre associazioni di stampo mafioso, faceva paura. Franzò di quell’operazione ha un ricordo anche tangibile: un’opera donatagli da un cittadino di Cauolonia. «Rappresenta una nave in navigazione, realizzata con del fil di ferro – spiega il luogotenente -. Mi venne regalata da un cittadino che mi ringraziava. Quando me la donò, disse: “Grazie per aver messo il mio paese sulla nave della libertà”». Ancora oggi, a trent’anni di distanza, Franzò tiene l’opera nel suo ufficio.

Le soddisfazioni non sono mancate neanche in Liguria. Per due anni, con Piras al comando della stazione carabinieri di Sanremo e Franzò nella sua squadra, questa risultò essere, in assoluto, la stazione carabinieri con il più alto numero di arresti in Italia. Ma i record non sono finiti: il primo arresto della storia del nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Imperia lo fece proprio Carmelo Franzò.

E non è tutto. Il luogotenente è stato artefice di un’indagine che ha portato alla denuncia di 55 persone a Imperia per truffa ai danni dello Stato. In buona sostanza, il militare ha scoperto 55 persone impiegante in lavori “fittizi”: una copertura creata ad hoc per ottenere sussidi statali. Sempre a Imperia, Franzò è stato il primo ad applicare le normative sulla somministrazione fraudolenta e sulla riduzione in servitù. In quest’ultimo caso, molto doloroso anche da ricordare, un disabile era stato ridotto in schiavitù. A salvarlo, l’intervento del militare dell’Arma e dei suoi uomini.

Tanti gli apprezzamenti scritti dai comandi superiori, che hanno apprezzato e lodato il suo operato. Ma tanti anche gli attestati di stima da parte delle persone comuni. Come il dono di un quadro, da parte di un ragazzo disabile, che accompagnato dal padre ha bussato alla porta dell’ufficio di Franzò e glielo ha consegnato per ringraziarlo di essere intervenuto durante una brutta lite in cui era finito in mezzo. «Anche questo quadro lo porto sempre con me», dice.

«Mi mancherà tanto il mio lavoro – confessa – Mi mancherà indossare la divisa e compiere la mia missione. Sono grato all’Arma dei Carabinieri, perché mi ha tolto tanto, però mi ha dato moltissimo. E sono grato anche e soprattutto alla Liguria, in particolare alla provincia di Imperia, che porto e porterò sempre nel cuore».

Oggi, domenica 26 maggio, giorno del suo compleanno, Carmelo Franzò uscirà per l’ultima volta dal suo ufficio. Fra qualche mese tornerà a casa, in Sicilia, ma prima ci sarà il tempo per salutare i tanti amici conosciuti in Liguria. «Avrò più tempo per le mie passioni – spiega – Sono un sub e mi dedicherò all’attività subacquea. Poi c’è la moto, gli affetti, gli amici». Nonostante tutti gli impegni, però, a chi ha svolto, come lui, il proprio lavoro con dedizione e passione, mancherà sempre il trovarsi in ufficio con i colleghi per decidere come meglio agire per servire l’Italia e gli italiani.

commenta