La replica

Igiene urbana a Ventimiglia, il Pd rimanda le accuse al mittente: «Modifiche all’appalto hanno creato problemi»

Ioculano: «Facile darle agli altri ma non è né corretto né reale»

Ventimiglia. Non ci sta il Partito democratico ventimigliese, ed in primis l’ex sindaco e attuale consigliere regionale Enrico Ioculano, ad essere additato come artefice del malfunzionamento del servizio di igiene urbana nella città di confine. Per questo oggi, dopo essere stato chiamato in causa diverse volte dal sindaco Flavio Di Muro, Ioculano e i consigliere comunali di Ventimiglia hanno indetto una conferenza stampa, decidendo di intervenire per, dichiara l’ex primo cittadino, «ripristinare un principio di verità su come stanno le cose sulla raccolta differenziata e sul servizio dei rifiuti a Ventimiglia».

«Principalmente per un motivo – spiega Ioculano – Le persone che dedicano il proprio tempo ad andare in Comune, ad ascoltare quelle che dovrebbero essere le novità che qualcuno dovrebbe loro riferire su questo servizio, poi assistono a dei comizi, a un sindaco che se la prende con le precedenti amministrazioni, con il Pd, con il sottoscritto, allora vuol dire due cose: o non sa di cosa sta parlando o più semplicemente non sa come giustificare il fatto che si fatichi ad avviare questo percorso di raccolta differenziata e che ci siano tante lamentele in giro per la città».

Ioculano si riferisce ad incontri informativi, svoltisi a Ventimiglia, in cui ai cittadini che lamentavano problematiche legate alla raccolta rifiuti, l’attuale amministrazione ha risposto incolpando l’ex giunta Ioculano, “rea” di aver elaborato un capitolato d’appalto che ha portato poi alla gara per la gestione comprensoriale dell’igiene urbana nei diciotto comuni del territorio Intemelio. Ma quel progetto, così come era stato pensato nel 2019, in realtà «nella città di Ventimiglia miglia non è stato applicato».

«E’ rimasto nei cassetti per oltre un anno e mezzo prima di essere messo a gara – aggiunge Ioculano -. Ci sarebbe stato tutto il tempo, così come hanno fatto altri Comuni, di modificare il tutto entro il bando, ma non è stato fatto. Solo successivamente sono toccati degli elementi puntuali, non in modo organico, che evidentemente hanno poi creato delle difficoltà che sono dovute proprio al cambiamento dell’impostazione della raccolta».

Insomma. Se delle modifiche spot sono state fatte da chi è succeduto all’amministrazione di centrosinistra, allora a rigore di logica delle conseguenze non dovrebbe essere incolpato chi quel capitolato lo aveva fatto sì, ma in modo differente. «Il sindaco e la sua amministrazione hanno deciso di modificare quelle che erano le previsioni e quindi oggi devono assumersi le responsabilità dei disagi, è troppo facile darle agli altri ma non è né corretto né reale», aggiunge Enrico Ioculano, che spezza una lancia a favore dell’attuale assessore all’Ambiente Milena Raco (Forza Italia) «spesso usata dal sindaco come capro espiatorio o comunque come scudo. Penso che lo abbia fatto volutamente per evitare di doverci mettere la faccia, è troppo facile così».

Tra i cambiamenti rispetto al progetto previsto, la modalità stessa di raccolta: «In alcuni quartieri, nel centro e nella zona di Nervia – spiega Ioculano – Era previsto il porta a porta. Hanno deciso di mettere le isole ecologiche. Benissimo, è una scelta legittima. Ora ci sono dei disagi ma non si possono incolpare gli altri, questo è evidente».

Sulla questione è intervenuto anche il consigliere comunale dei Dem Alessandro Leuzzi: «Ci pare di capire che lo sport migliore del sindaco sia quello dello scarica barile: oggi abbiamo dovuto fermare questo modo di operare con una conferenza stampa facendo chiarezza su quello che è il discorso in merito al servizio di igiene urbana a Ventimiglia.
Si sono succedute due amministrazioni di centrodestra e un commissariamento e il sindaco pensa che la colpa dei problemi di oggi si possa ancora addebitare a chi ha finito il proprio mandato quasi 5 anni fa».

Che il capitolato non fosse perfetto, ammette Leuzzi, lo sapeva anche il Pd: «Anche noi pensavamo che alcuni correttivi dovessero essere presi, ma questi correttivi si sarebbero dovuti mettere in campo solo dopo aver visto l’appalto funzionare al 100 percento. Ad oggi il problema è che questo appalto di fatto non è mai stato applicato».
Sulle scelte di cambiare alcune modalità, conclude Leuzzi, «ci pare quasi si tratti di una modifica ideologica e politica piuttosto che tecnica, perché senza applicare il vecchio capitolato si è provveduto immediatamente ad applicare dei correttivi che hanno portato alla situazione odierna, che è sotto gli occhi di tutti».

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