La replica

Bordighera, la versione del 14enne: «Non ho aggredito nessuno, mi sono solo difeso e ora per tutti sono un bullo»

Il giovane si difende: «Non abbiamo fatto nulla di male, ma lui mi ha aggredito»

riviera24 - carabinieri bordighera

Bordighera. «Non ho aggredito nessuno. Mi sono solo difeso perché quell’uomo mi ha strattonato e altri due mi hanno messo le mani addosso. Ora, nei corridoi della mia scuola, sento che parlano di me come un bullo. Ma non lo sono». A parlare è Thomas (nome di fantasia), 14 anni.

A seguito della denuncia di un ristoratore di corso Italia, che lo ha accusato di averlo aggredito, il giovane, accompagnato dalla madre, ha voluto raccontare la sua versione di quanto accaduto sabato sera.

«Erano circa le 21,30 ed ero in scooter con un mio amico. Lui guidava, io ero passeggero – spiega Thomas -. Andavamo abbastanza piano e siamo passati una sola volta, poi abbiamo parcheggiato lo scooter in corso Europa, all’altezza dei giardinetti. C’era anche un gruppo di altri tre ragazzi, che conosco, ma che non erano con noi. Loro hanno fatto qualche volta avanti indietro, perché c’era un uomo ubriaco e volevano controllare che non facesse danni alle moto».

«Ad un certo punto ho visto un signore che saltava in mezzo alla strada e faceva la foto allo scooter del mio amico – prosegue lo studente -. Così siamo andati in tre, io, il ragazzo proprietario dello scooter e un altro nostro amico, a chiedergli perché avesse fotografato la targa del mezzo. Gli abbiamo parlato in modo educato, pacatamente, senza insultare nessuno».

«L’uomo (il ristoratore, ndr) ci ha detto che noi facevamo schiamazzi e casino, passando avanti e indietro – dice Thomas -. Io ho risposto che eravamo su una strada, in un luogo pubblico, e non facevamo nulla di male. Nel rispondere ho allargato un po’ le braccia (mima il gesto, mettendo i palmi aperti delle mani vicino ai fianchi, quasi in segno di resa, ndr)». Ma il ristoratore, a quel punto, avrebbe interpretato male il gesto: «Mi ha detto di non farmi grosso, perché altrimenti si sarebbe fatto grosso lui, mi avrebbe portato nel retro del locale, e mi avrebbe fatto vedere – dice Thomas -. Così mi ha preso dal bavero della maglia, mi ha strattonato tirandomi verso di lui e, in francese, mi ha detto “fils de pute”». E’ stato a quel punto, racconta Thomas, che lui si è difeso: «Gli ho tirato un calcio sul petto, per allontanarlo, e poi siccome continuava a tirarmi, gli ho tirato in faccia il casco che tenevo in mano. L’ho colpito sul volto, e non ho tirato il casco verso la vetrina, come invece ha detto lui».

Ma non è finita qui. «Sono arrivati altri due uomini che erano nel locale del signore – racconta sempre il ragazzino -. Uno di questi mi ha stretto il collo, da dietro, con un braccio. Facevo fatica a respirare. Così ad un certo punto, per farlo smettere, l’ho morso. Insieme all’altro uomo, però, mi hanno buttato per terra e uno di loro mi ha stretto i genitali, tirandomi. Ho detto loro di smetterla, che non ero un cane».

«Il signore continuava a mostrarmi il labbro che sanguinava, dicendomi di guardare cosa gli avevo fatto – prosegue Thomas -. A quel punto io gli ho detto che era stato lui, per primo, ad aggredire un ragazzo di 14 anni».

Arriva anche un quarto uomo: «E’ entrato nel locale e ha detto ai tre che avevo addosso di smetterla e di vergognarsi visto che erano tre uomini contro un ragazzino. Poi è entrato anche un mio amico, che mi ha preso e portato fuori dal locale», spiega.

Una volta arrivato a casa, il ragazzo non racconta nulla a sua madre: «L’ho scoperto martedì, per caso, leggendo l’articolo sui social – spiega la donna -. Ho chiesto a mio figlio se sapesse qualcosa dell’accaduto e lui mi ha risposto che aveva qualcosa da raccontarmi. Aveva ancora i lividi sul collo e sui genitali». Perchè, allora, non raccontare tutto prima? «Avevo paura di una reazione di mia mamma», risponde il giovane.

«Mio figlio non è un bullo, non fa parte di nessuna baby gang e non è un teppista – aggiunge la madre -. L’educazione, noi, gliela abbiamo insegnata. Se il signore si fosse limitato a chiamare i vigili o i carabinieri, uno schiaffone poi a mio figlio glielo avrei dato io. Certo, però, non mi aspettavo che un sessantenne gli mettesse la mani addosso».

A seguito della denuncia del ristoratore R.B. (che ha riportato 5 giorni di prognosi), il ragazzo è stato denunciato per lesioni lievissime alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Genova.

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