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Sanità, tunnel di Tenda, elezioni. Il consigliere Ioculano (Pd): «Situazione disastrosa, Toti ha perso il suo appeal»

«Siamo legati a delle promesse fatte solo ed esclusivamente a fine di consenso, perché gliele chiede (al presidente Giovanni Toti, ndr) il politico di turno»

Sanremo. «La cosa che viene meglio alla giunta Toti sulla sanità sono le conferenze stampa: su queste sono veramente imbattibili. Nel giro di due ore sono in grado di organizzare una conferenza stampa e promettere la qualsiasi. Ma il dato di fondo è che i dati sono impietosi».

A dichiararlo è il consigliere regionale del Pd Enrico Ioculano, intervenuto nello studio di Riviera24.it per fare il punto su alcuni temi cocenti relativi a politica, sanità e infrastrutture nell’estremo ponente ligure.

Se l’esordio, per quanto riguarda la tematica “sanità”, è un dissacrante riferimento alla conferenza stampa in diretta social organizzata ieri da Regione Liguria che ha annunciato l’apertura di otto case di comunità entro la fine del 2024, l’analisi del consigliere entra poi nel merito delle varie problematiche che affliggono il comparto dell’assistenza sanitaria.

In primis, secondo Ioculano, la mancanza di continuità nella gestione dell’Asl1 Imperiese, che in pochi anni ha visto cambiare tre direttori generali: «Abbiamo cambiato più direttori generali noi che il resto della regione – spiega il consigliere Dem – Quale può essere la continuità che si dà all’organizzazione di un servizio se prima è andato via il dottor Falco, che secondo me lavorava in un determinato modo e stava lavorando anche con cognizione di causa, poi è arrivato un altro direttore generale che dopo un anno e poco più è stato sostituito da un altro direttore? E’ chiaro che c’è confusione e le prestazioni non ci sono».

«Siamo legati a delle promesse fatte solo ed esclusivamente a fine di consenso, perché gliele chiede (al presidente Giovanni Toti, ndr) il politico di turno», continua Ioculano senza peli sulla lingua. Un esempio: il punto nascite “sdoppiato” che il 1 febbraio aprirà a Sanremo. «Ma come? – si chiede – Tu hai a Imperia una cooperativa che gestisce il reparto, sei obbligato, perché l’hai promesso ma non eri in grado di gestire politicamente lo spostamento da Imperia a Sanremo, ad aprirne un altro, che però sarà parziale, perché se poi c’è un’urgenza bisogna andare a Imperia. E lì ci metti un’altra cooperativa. Ma ci rendiamo conto che un medico strutturato prende la metà o un terzo di quello che guadagna il medico di una cooperativa? E’ questo il modo in cui tu premi la fedeltà, la gestione, dei tuoi medici, dei tuoi infermieri, delle persone che lavorano nel comparto?». A pagarne le spese, sottolinea Enrico Ioculano, sono i cittadini: «Noi siamo vittime di questo modo di operare. Il risultato finale è che oggi non ti salva neanche più la presenza del privato. Per fare un’eco all’addome non bastano tre mesi con un’urgenza di 15 giorni, mentre se si va a Genova te la fanno l’indomani. Siamo veramente in una situazione disastrosa».

Per migliorare le cose, secondo il consigliere del Pd, bisogna iniziare dalla “testa”: «Abbiamo un ente che è totalmente avulso dalla realtà: Alisa (Agenzia Ligure Sanitaria, ndr), che non risponde a volte neppure alla politica e che crea uno stato di confusione. C’è un problema organizzativo che parte da Alisa». Entrando nel dettaglio, Ioculano porta l’esempio di un servizio fondamentale che l’Agenzia ha voluto tagliare, a discapito di chi ne ha più bisogno: «Gli operatori che si occupano della riabilitazione dei bambini con problemi dello sviluppo – spiega –  Hanno addirittura fatto un ricorso al Tar perché si mettono dei limiti alle prestazioni erogate, per esempio, ai bambini autistici. Ma questo rientra nei livelli essenziali di assistenza, viola il diritto alla salute, e questa è stata una cosa voluta da Alisa con l’accordo dei vari referenti provinciali. Ma è una cosa gravissima. E allora, è possibile che si facciano le conferenze stampa per millantare risultati, ecc, quando il dato reale è questo?».

Sui conti in rosso della sanità ligure. «Se si hanno i conti in rosso, ma contestualmente si danno delle prestazioni, quantitative e qualitative, si può anche capire che il debito sia giustificato – dichiara -. Ma in Liguria abbiamo le mobilità, passive, verso altre regioni, liste d’attesa infinite, insoddisfazione generale, si è obbligati a chiamare le cooperative perché manca l’organizzazione e poi Toti si lamenta con i direttori generali che vanno in rosso? Lamentati perché ci sono delle cose che non vanno. Quello del rosso, è vero, è un problema, ma ci sono altre regioni che hanno i conti in rosso ma almeno offrono dei servizi».

Case di Comunità. «Nessuno ha detto cosa ci mettono, chi ci andrà a lavorare e che cosa devono produrre – afferma Ioculano -. Questo nessuno lo sa. Noi sappiamo che ce ne sarà una a Ventimiglia che costa tre volte quello che dovrebbe costare, che ce ne sarà una Taggia, una nell’entroterra, l’unica della regione, e che faranno l’ospedale di comunità all’interno dell’ospedale di Imperia. Questo è un grande risultato? Lo vedremo tra qualche anno, ma saranno delle simil scatole vuote».

Elezioni amministrative comunali. Mentre il centrosinistra, per quanto riguarda Sanremo, ha fatto quadrato intorno alla figura di Fulvio Fellegara, il centrodestra sembra essere spaccato tra i sostenitori del candidato spalleggiato da Lega e Fratelli d’Italia, l’ingegnere Gianni Rolando, e l’avvocato Alessandro Mager, che piace a Cambiamo e agli Scajola.

«Ci siamo riuniti intorno alla figura di Fulvio Fellegara, che sta dimostrando già dalle prime battute una grande capacità di ascolto e si caratterizza per competenza e umiltà – dichiara Ioculano -. Ha fatto un bel lavoro di aggregazione, insieme a tutto il suo staff, e anche ai nostri esponenti del Partito Democratico, sia provinciale che sanremese. Ha avuto la capacità di coinvolgere persone che tendenzialmente non seguono la vita politica, questo anche grazie alla sua formazione sindacale e alle vertenze sindacali che ha seguito nel corso degli anni».

E per quanto riguarda il centrodestra? «Sul centrodestra escono fuori i soliti dissidi degli ultimi quindici, vent’anni: i personaggi sono gli stessi e le difficoltà che vediamo anche – risponde Ioculano -. Poi ho letto che il presidente della Regione si è molto risentito del fatto che nessuno l’abbia avvisato della scelta di candidare l’ingegner Rolando, persona assolutamente degna. Ha detto che l’ha saputo dai giornali: evidentemente il centrodestra inizia ad avere problemi grossi proprio sistematici e strutturali».

A scricchiolare, dunque, non sarebbero solo gli equilibri locali, ma anche regionali. «In Regione le difficoltà c’erano già – dice -. Il fatto che si sia dimesso da capogruppo di Cambiamo il consigliere Angelo Vaccarezza, che era di fatto il pilastro del centrodestra all’interno del consiglio regionale è un segnale enorme. I mal di pancia c’erano già: spesso li leggiamo solo noi addetti ai lavori, ma ora questa cosa è diventata plateale. La figura del presidente inizia a perdere il suo appeal, anche per i risultati sul tema della sanità. Dal punto di vista nazionale non ha grandi riferimenti, quindi il suo terzo mandato inizia ad essere veramente molto a rischio».

Cambiando decisamente argomento, si parla di un altro tema particolarmente caro al consigliere Enrico Ioculano: il valico alpino del Colle di Tenda. «Su questo tema metto un po’ l’accento perché a Genova non è che lo sentano tanto – afferma -. L’isolamento della nostra provincia ormai è chiaro: il raddoppio ferroviario (Finale-Andora, ndr) è una questione che ci portiamo dietro da anni e si va molto lentamente. Anche sulle altre infrastrutture, come le varie Aurelia bis, c’è qualcosa in moto e qualcosa che va molto a rilento. Del collegamento con il Piemonte tramite il Colle di Tenda la Regione sembra che non se ne sia mai interessata. Quando faccio delle interrogazioni in consiglio, mi riportano la relazione dell’Anas e stop. Ci sono stati degli scandali nel corso degli anni, ma il dato di fatto è che si sono presi degli impegni con delle scadenze puntuali che non sono state rispettate».

La prossima scadenza sarà a giugno, quando dal Tunnel, secondo gli annunci vari, si dovrebbe di nuovo riuscire a passare seppur con il cantiere ancora aperto. Ma sarà così? «Con l’onorevole Orlando e l’onorevole Gribaudo siamo andati a fare una visita e non siamo potuti entrare – racconta Ioculano -. Abbiamo così rimandato e siamo tornati. La prima volta che siamo andati non c’era nessuno che lavorava, la seconda era pieno di operai. Poi abbiamo letto un’intervista del sindaco di Tenda, Vassallo, che ha detto che non c’era mai nessuno a lavorare. Passa un po’ di tempo e leggiamo una relazione dei tecnici francesi che dicono che ci sono dei ritardi, che non capiscono come possa essere definita a giugno la conclusione del cronoprogramma o almeno della prima apertura, quando ci sono elementi tecnici che non tornano, chiedono addirittura delle verifiche ulteriori altrimenti non convocheranno neanche la conferenza intergovernativa. Insomma, una situazione oggettivamente di grossa difficoltà e che ci fa pensare che questo termine non sarà rispettato».

«Il primo di giugno sarò puntualmente all’inaugurazione, che sia organizzata dall’Anas o che non ci sia, noi il primo di giugno saremo lì – conclude Ioculano -. Ma per quello che si sa e per quello che abbiamo letto da parte dei tecnici francesi abbiamo forti dubbi che sia aperto a giungo, saremmo già contenti apra per l’autunno».

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