Emergenza idrica

Pieve di Teco, Gabrielli (Rifondazione): «Questa nuova amministrazione dia il segnale atteso di amore, rispetto e valutazione degli alberi»

«C’è ben poco da fare : raccomandazioni a Rivieracqua- prosegue Gabrielli- pressioni su ciò che resta della Provincia, qualche controllo in più sugli sprechi e un po’ più di cervello negli interventi di emergenza con le autobotti»

Pieve di Teco. «L’ Amministrazione di Pieve di Teco ha come tutte, qualche problema cui ovviare: uno dei più evidenti è la siccità che, a cascata, fa sentire i suoi problemi sui cittadini; in particolare, in quest’anno torrido, quelli di Lovegno e Ligassorio. Forse a livello strategico- spiega in un comunicato Alberto Gabrielli di Rifondazione Comunista- l’Amministrazione avrebbe dovuto precettare tutti i cittadini a firmare per la proposta di legge di iniziativa Popolare che intendeva liberare gli Enti Locali, specialmente i Comuni più piccoli, dai vincoli capestro del patto di stabilità che strozza la possibilità di spesa lasciando marcire le infrastrutture vitali, come gli acquedotti. Ed anche convincere i cittadini che la logica di ridurre le spese degli enti locali e la vera e propria mania di privatizzare tutto porta come conseguenza la pessimizzazione dei servizi e l’ aumento dei costi complessivi; ad esempio con il blocco delle assunzioni di dipendenti pubblici che per molti decenni hanno retto le reti infrastrutturali (come gli acquedotti appunto) con conoscenze specifiche sul territorio, con manutenzioni costanti e con interventi diretti e tempestivi, non sottoposti agli “interessi ed oneri di impresa” ed ai balzelli che a cascata derivano del meccanismo dei subappalti per gli affidamenti di ogni intervento ad imprese esterne, fra l’altro del tutto impreparate nei confronti delle peculiarità degli impianti a livello locale».

«Questo a livello strategico, ma nell’ immediato ? C’è ben poco da fare (ma bisogna comunque farlo !…): raccomandazioni a Rivieracqua- prosegue Gabrielli- pressioni su ciò che resta della Provincia, qualche controllo in più sugli sprechi e un po’ più di cervello negli interventi di emergenza con le autobotti. E sperare nella pioggia la cui assenza non è fatalità ma conseguenza perfettamente prevista da quasi 50 anni di un modo sconsiderato e criminale di produrre. Ci sono però anche alcune cose per cui l’ Amministrazione Comunale di Pieve di Teco può farsi apprezzare senza farsi cazziare dalla Corte dei Conti. Ad esempio l’amore per gli alberi: non sono semplice “verde” ma macchine termodinamiche che abbassano la temperatura (e non fanno semplicemente ombra), assorbono la CO2, migliorano la qualità fisica ed estetica di strade, borghi e città. E rilassano».

«Ed allora confidiamo che dopo lo scellerato e gratuito abbattimento di diversi Platani – perfettamente sani – sulla via dei Platani (chissà perché si chiama così..) perpetrato dalla amministrazione precedente, il massacro ripetuto del Platano “in u giardin”, l’abbandono ed abbattimento degli alberi di “deré castéllu” (Piazza Borelli) la mancata sostituzione del Salice piangente presso la sorgente di “Gadé” , ecc. ecc. questa nuova Amministrazione dia il segnale atteso di amore, rispetto e valutazione della utilità degli alberi; di ogni albero. Perché, bisogna sempre ricordarlo, gli alberi in città e nei borghi non vanno potati, se non per gravi motivi fitosanitari come l’eliminazione di parti secche o fortemente deperienti, non debbono essere assediati dall’ asfalto, e, soprattutto, le loro radici non debbono essere massacrate da interventi disordinati, casuali, stupidamente ripetuti: provate a guardare le immagini degli “alberi assassini che crollano sugli asili” come terroristicamente i media ci vogliono far credere: presentano radici monche e ridottissime, prive delle possenti strutture vive che oltre a rifornire di acqua e minerali l’intera pianta, hanno il compito di ancorare al terreno e sostenere la parte aerea, e sono estremamente superficiali, spesso a causa dell’irrigazione eccessiva delle aiuole fiorite che li circondano».

«E Piazza Borelli ? vogliamo rimettere i grandi alberi sotto cui abbiamo giocato tutti senza crepare di caldo e che rendono tale spazio vivibile nei giorni delle fiere da aprile a settembre, attraversabile e parcheggiabile? Platani Tigli, Aceri, e quant’altri, meglio a foglia caduca che garantiscano insolazione invernale e moltiplichino traspirazione e raffrescamento estivo»

«Ma abbiamo già milioni di alberi intorno ! …” esclama il solito “ … te u diggu mi … “. Vero: se è per questo abbiamo anche centinaia di Teatri in Italia … ed allora perché non abbattiamo il Salvini e ci facciamo un parcheggio ?. Il periodo in cui ci stiamo avventurando richiede alberi, alberi, alberi; grandi alberi, sani e belli: sarà il marchio di questa nuova amministrazione di Pieve di Teco ? Oppure i sempre più numerosi turisti dal nord-Europa a Pieve di Teco dovranno continuare a ripetere quanto desolato esclamava – già nel XIX secolo – il grande scrittore francese Stendhal “Gli Italiani odiano gli Alberi …” ?».

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