J'accuse

Cane di quartiere a Sanremo, consigliere Artioli: «Ennesimo scivolone della maggioranza Biancheri»

«Dato il disastro combinato con la spazzatura meglio forse sarebbe stato se avesse istituito il netturbino di quartiere. Sarebbe stato più utile e anche più serio»

artioli

Sanremo. «Non ho potuto partecipare al consiglio comunale del 31 luglio scorso, poiché impegni famigliari mi hanno trattenuto fuori Sanremo. Forse però è stato un bene, perché ho evitato di assistere all’ennesimo scivolone della maggioranza Biancheri ormai scollegata dalla realtà e persa con la testa tra le nuvole».

Così il consigliere Andrea Artioli, che stigmatizza la scelta dell’amministrazione comunale di Sanremo di istituire il cosiddetto “cane di quartiere”.

«Biancheri, dopo che grazie al fallimentare sistema di raccolta dei rifiuti, da Lui fortemente voluto, ha già istituito in città i topi di vicinato e i gabbiani di rione, ha voluto anche istituire il cane dì quartiere – dice Artioli -. Ha ossia benedetto l’ipotesi che un randagio, invece di essere dato alle cure del canile, amorevolmente gestito dai volontari, possa liberamente circolare nei quartieri cittadini, libero e senza museruola, mentre che invece gli animali tenuti in famiglia, magari presi proprio dal canile per dare una casa alle bestiole, devono stare rigorosamente al guinzaglio e con la museruola a portata di mano (Yorkshire chihuahua e bassotti inclusi) altrimenti fioccano le multe salatissime e son dolori».

«Che poi se il randagio di quartiere morde qualcuno chi ne risponde? – aggiunge -. Se rovista nei sacchi della rumenta aprendoli e spargendone il contenuto chi pulisce? Se fa i propri bisogni per strada chi li raccoglie? Biancheri? Già me lo vedo magari a favore dí obiettivo. Dato il disastro combinato con la spazzatura meglio forse sarebbe stato se avesse istituito il netturbino di quartiere. Sarebbe stato più utile e anche più serio».

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