“Itinerario del cigno ligustico”, il nuovo libro di poesie del sanremese Giovanni Battista Conrieri

17 maggio 2023 | 11:21
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“Itinerario del cigno ligustico”, il nuovo libro di poesie del sanremese Giovanni Battista Conrieri

Medico chirurgo e scrittore, scomparso nella Città dei Fiori il 10 aprile del 2021

Sanremo. In questi giorni in libreria è disponibile il nuovo libro di poesie, “Itinerario del Cigno Ligustico”, edizioni Leucotea, del dottor Giovanni Battista Filippo Conrieri, medico chirurgo e scrittore, scomparso il 10 aprile del 2021 a Sanremo.

L’opera, che raccoglie settantaquattro composizioni in versi composte dal poeta fra il 1985 e il 2009, è densa, intensa, intima, intrisa di venerazione per la Natura ligure e dimostra, verso dopo verso, quanto sia stato profondo il rapporto del poeta con la città di Sanremo, da cui la sua fantasia ha attinto la maggior parte delle sue immagini liriche.

«Sanremo continua a saltar fuori nei miei libri, nei più vari scorci e prospettive», diceva Italo Calvino. E così accade anche nelle poesie di Conrieri, in cui lo scrittore ci restituisce uno sguardo inedito del paesaggio ligure accompagnandoci in un cammino straordinario che, a poco a poco, scende nei ricordi della memoria e negli abissi dell’anima, svelando il proprio destino su questa terra.

Il libro, che sarà presentato al Salone del libro di Torino, è frutto di un “lascito”, un vero e proprio testamento spirituale, affidato alla cura di Fabio Barricalla, poeta e filologo, docente di lingua e letteratura italiana.

La poesia è uno strumento potentissimo che può offrirci riparo e conforto. Ci permette, come dice la poetessa Chandra Candiani in “Questo immenso non sapere (Einaudi)”, «di stare nascosti e [allo stesso tempo] condividere. È l’intensità di incontrare qualcuno e toccarsi il cuore senza toccare il corpo”.

Tornare alla poesia, anche attraverso le liriche di Conrieri, è un’occasione da non perdere per accedere alla parte più profonda di noi, quella immaginativa, che proprio come un farmaco, oggi più che mai, ci aiuta a staccare la mente dai tormenti e a ritrovare la pace nel contatto con le proprie radici. Dobbiamo rivolgerci alla Bellezza se vogliamo come diceva Dostoevskij
“salvare noi stessi e il mondo”.

«Della poesia di Giovanni Battista Conrieri colpisce subito la trama lessicale, la sua ricercata ed efficace estensione, materiata di classicismi, non esente da “trite parole” («gote», «recondito disio»,«nari», «magioni»…) con innesti anche dal dialetto ligure («ciappa», «rumenta», «braie», «baixarìco»…): una intelaiatura composita, che si avvale di modalità espressive che riecheggiano, con effetti anche antifrastici, certa petrosità di ascendenza montaliana, del Montale degli Ossi, e si dilata in intonazioni liriche di sapore dannunziano», scrive il poeta genovese Francesco Macciò nella sua postfazione al libro di Conrieri.

«Siamo nell’ambito di una poetica del paesaggio, il paesaggio della Liguria di Ponente, raffigurato mediante un registro linguistico che, nell’impasto fonico, nella proliferazione lessicale, nella precisione semantica e nella varietà delle soluzioni prosodiche e stilistiche, punta alla promozione del testo poetico, alla sua “importance” che si connette con l’urgenza di celebrare, attraverso la lente di ingrandimento del Mito e della Storia, quel territorio marino e montano che si inarca da Albenga, evocata nel suo antico nome di Albium Ingaunum, fino al fiume Varo, che sfocia nei pressi di Nizza».