Senso civico

Politica, le storie dei giovani amministratori under 40 della Valle Arroscia: «Ci unisce l’amore per il nostro territorio»

Il più giovane ha solo ventidue anni il più grande 37, sono determinati e combattivi ma hanno le idee chiare: «Ogni tanto qualche momento di sconforto c'è ma si tira avanti per il bene della comunità»

Alta Valle Arroscia. Marco ha 31 anni, lavora come funzionario nella Pubblica Amministrazione e dal 2019 è stato eletto come consigliere comunale a Ranzo.  Mattia è un libero professionista che di anni ne ha 36 e da quando ha compiuto la maggiore età ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo della politica locale nel Comune di Armo. Un veterano. Ma anche Elisa un anno più grande di Mattia che dopo la laurea in lingue ha deciso di tornare alla base per essere d’aiuto alla sua comunità: ha spalato il fango a Cenova e Lavina dopo le alluvioni che hanno devastato il suo territorio. Ora si occupa di cultura e turismo per il Comune di Rezzo. La sua collega Eloisa le da man forte. Poi si intrecciano le storie di Nicola, 36 anni del Comune di Pieve di Teco e di Camilla che siede tra i banchi dell’opposizione, entrambi sono al loro primo mandato, quante lotte nel consigli comunali in questi ultimi cinque anni. E poi ci sono Fabio e Davide del Comune di Borghetto, Debora, Andrea e Mirko di Armo e Marco del Comune di Pornassio che con i suoi 22 anni è il più giovane consigliere: sogna una Valle a portata di giovane, con posti per fare serata con i suoi amici senza per forza andare verso Imperia o Albenga. Sono in totale diciannove i giovani consiglieri comunali dei Comuni della Valle Arroscia e hanno un’età che va ai 22 ai 37 anni, alcuni sono al primo mandato altri, invece, si sono messi al servizio della comunità sin da adolescenti.  Hanno in comune l’amore per il proprio territorio e per la Valle Arroscia. Chi non l’ha mai lasciata e chi invece dopo gli studi ha deciso di ritornare. Quasi tutti hanno pensato almeno una volta “ma chi me l’ha fatto fare?” soprattutto quando la macchina amministrativa e burocratica si è scontrata con le esigenze e i bisogni dei cittadini. Poi però nessuno ha mollato, perché l’amore per il proprio territorio è più forte di qualsiasi altra cosa e alla domanda “Quale futuro vedi per la Valle?” hanno risposto allo stesso modo, “Difficile e complicato ma vogliamo rimanere ottimisti”.

«Sono sempre stato appassionato della vita della mia comunità fin da bambino- racconta Marco Rovere di Ranzo- al mondo amministrativo mi sono avvicinato che avevo 17 anni quando mio papà era segretario della pro loco a Ranzo ed era all’epoca sindaco Agnese Vinai. Lei mi ha iniziato a coinvolgere con piccoli servizi alla comunità come preparare manifesti, comunicati stampa, materiali per le manifestazioni e tutte le iniziative parrocchiali come le feste di San Giacomo, Canata che è la mia borgata, al presepe vivente. Ho sempre sentito un gusto particolare nel mettermi in gioco per la mia comunità, un qualcosa che ti chiede tanto ma che ti lascia tanto. Nel 2019 Piero Raimondi , l’attuale primo cittadino, consapevole di questa mi storia di impegno mi ha chiesto se avessi avuto desiderio di mettere in gioco  e così è iniziata la mia prima esperienza di responsabilità e di impegno attivo in ambito amministrativo. Poi è iniziato il mandato il mandato e il consiglio comunale di Ranzo mi ha eletto come suo rappresentante nel consiglio dell’Unione dei Comuni. Come ci si sente? Sicuramente più passa il tempo e più vedo che è una cosa molto bella ma anche molto faticosa. La fatica e la bellezza vanno di pari passo sia per il rapporto con i tuoi concittadini per cui comunque ci devi essere e le dinamiche dentro la macchina amministrativa che ha tutta una sua complessità. Spesso dover mediare tra le giuste attese e giusti bisogni dei tuoi concittadini e le regole della macchina amministrativa non è facile ed è faticoso. È un cammino- prosegue-  in cui ogni giorno si fanno sentire tanto la fatica quanto la bellezza certo che i momenti in cui ti chiedi chi te lo fa fare ci sono. Torno il fine settimana o in settimana quando occorre, non è facile però  per ora penso di potercela fare».

Elisa Berutti ha 37 anni si occupa di comunicazione in un’azienda e da un anno e mezzo è consigliera nel Comune di Rezzo e si occupa di cultura e turismo. «Ho iniziato a muovere i primi passi nella politica locale una decina di anni fa quando avevo circa a 25 anni. Cerco di essere quanto possibile a disposizione per il mio paese. Anche se ho studiato fuori sono voluta rientrare alla base per stabilirmi qua anche a livello lavorativo. Quando mi è stato chiesto se mi andava di mettere a disposizione del tempo per fare qualcosa di buono e fruttuoso per il paese ho deciso di accettare. Ritengo che se ci si metta in gioco e si prende un impegno di questo genere bisogna sempre cercare di fare del proprio meglio che non vuol dire fare sempre tutto bene od essere perfetti ma quanto meno cercare di essere attenti e scrupolosi in quello che si fa. In un Comune piccolo come Rezzo le decisioni che si prendono sono a volte pensati. Rispetto ai miei colleghi di amministrazioni non ho subito dall’interno tutto quello che è stato il disastro idrogeologico di Lavina e Cenova. L’ho vissuto dall’esterno ma è pur vero che in una comunità piccola si vive molto sul personale e anche in quell’occasione ho dato il mio contributo per quanto possibile. Ero a Cenova e Lavina per spalare il fango, ma momenti di sconforto no magari un senso di impotenza quando a volte non si può fare tutto quello che si vorrebbe. Lo faccio principalmente per l’amore che mi lega al mio territorio e un paese piccolino con una popolazione che inizia ad avere una certa età è giusto che chi è nelle condizioni fisiche abbia la voglia di impegnarsi è un modo per di supporto ed aiuto alla vita della mia comunità». Accanto a lei in ogni passo la sua collega Eloisa Mucilli di 32 anni. «Con Elisa- racconta- faccio parte della commissione cultura del Comune ed in estate organizziamo visite guidate in paese. La mia candidatura l’ho vista in maniera diversa di fare la mia parte per il territorio perché comunque è un territorio molto piccolo, giovani sono pochi e bisogna impegnarsi per farlo andare avanti. Il futuro della Valle lo vedo complicato ma sono speranzosa, penso che ci voglia molto impegno e molta resilienza però diciamo che ce la stiamo mettendo tutta e anche io, infatti ho deciso di stare qui e cercherò di fare del mio meglio per rendere il futuro buono, sia dal punto di vista dell’amministrazione comunale sia quando avrò finito il mandato perché penso non ci sia bisogno di far parte di un’amministrazione comunale per fare la propria parte all’interno di un territorio».

Camilla Molinari 30 anni il 30 marzo prossimo è consigliera di opposizione a Pieve di Teco fino alle prossime elezioni e la politica è un affaire di famiglia. «Sono alla mia prima esperienza- racconta- mio papà Alberto è stato assessore ed in lista nella minoranza con Renzo Brunengo, anche mio nonno aveva ricoperto cariche nel Comune di Pieve e quindi è un po’ nel sangue. Mi ero avvicinata seguendo papà nelle varie pratiche che ha dovuto affrontare e quindi ho voluto a provare anche io. Questi cinque anni sono andati bene tra alti e bassi, la nostra è stata un’opposizione agguerrita o almeno ci abbiamo provato e le abbiamo tentate tutte per quello che ci pareva giusto fare. A volte mi sono chiesta chi me lo ha fatto fare soprattutto quando ci sono stati scontri tra la maggioranza e minoranza perché sono stati abbastanza accesi almeno nel nostro caso. Il futuro della Valle? Purtroppo non lo vedo così roseo». Tra i banchi della maggioranza, invece si è seduto Nicola dell’Erba, 36 anni che racconta la sua esperienza del suo primo mandato. «Il mio percorso è iniziato nel 2018- spiega Nicola-  al primo mandato a cui ho partecipato nell’amministrazione Alessandri ed è stata la mia prima esperienza politica e adesso siamo verso la fine che è stato particolare e difficile per problematiche note a tutti come la pandemia che per due anni ha reso la vita difficile a tutti e territorialmente abbiamo avuto anche problematiche meteo come le alluvioni e quindi il lavoro non è mancato. L’idea di  intraprendere questo percorso nasce da un’idea personale per cui sono convinto che molto spesso sia utile avere delle idee ma sia anche fondamentale per attuarle. L’età mi consente ancora di avere una grinta per cercare di cambiare o migliorare le cose in un Comune e in una Valle che sicuramente contano poca popolazione e sicuramente c’è bisogno dell’aiuto di tutti e quindi ho voluto a provare a contribuire personalmente. Per il futuro della Valle c’è tantissimo da lavorare purtroppo a mio avviso in ambiti di moda quale il turismo e in particolare quello dell’outdoor siamo molto indietro io sono convinto che sia un catalizzatore per l’economia perché sono posti di lavoro e possibilità per le persone di tornare a ripopolare l’entroterra e quindi secondo me le persone della mia generazione si adoperino per incentivare quello che è tutto il motore che ci tiene vivo in queste zone e fondamentalmente lavorare».

Nell’Alta Valle Arroscia si trova il piccolo Comune di Armo, con poco più di cento abitanti. Lì Debora Cacciò, Andrea Maffone e Mirko Rolando stanno facendo la loro prima esperienza politica. Rispettivamente 26, ventitré e venticinque anni raccontano questo primo anno e mezzo di mandato assicurando che «tra di loro non c’è né competizione politica né tantomeno discussioni. Tutti si va d’accordo- racconta Andrea il più giovane dei tre- non si litiga» e prosegue Debora che « tutti ci siamo fatti avanti per dare un esempio di cooperazione e solidarietà vera e non solo in senso figurato perché nelle piccole realtà a livello politico istituzionale se non collaborano in prima persona gli abitanti stessi si tende ad essere dimenticati e le nostre esigenze non vengono ascoltate e quindi lo abbiamo fatto come atto concreto per la nostra Valle». «Decisamente un primo anno positivo» conclude Mirko. E proprio nel Comune di Armo c’è il più longevo dei politici locali: Mattia Richermo, attuale vicesindaco del paesino. Di anni ne ha 36 e da diciotto è in politica o come la definisce lui «un volontario nell’ amministrazione» perché « non percepiamo nessun compenso». «Ho iniziato non appena raggiunta la maggiore età prendendo il testimone di mio papà. Ho fatto un primo mandato da consigliere, un mandato da assessore e gli ultimi due da vicesindaco. In diciotto anni tante cose sono successe, tante da ricordare ma altrettanto da dimenticare come le due alluvioni una nel 2016 che ha devastato il territorio di Armo e nel 2020. che hanno colpito il paese isolandolo per alcuni giorni. «Nel 2016 – racconta Richermo- sia la frazione di Trastanello che il capoluogo erano completamente isolate per due giorni non si riusciva ad accedere al paese se non con pale meccaniche o fuoristrada. Un dramma per gli anziani che avevano bisogno di medicinali ma non riuscivamo a raggiungerli».  Una delle cose da ricordare sono stai i primi consigli comunali: « è stato un bel momento, era per me una cosa nuova e un motivo di orgoglio alzare la mano per le votazioni e l’inaugurazione – circa dieci anni fa- del primo parco eolico della provincia di Imperia che per il Comune di Armo «è una boccata di ossigeno senza precedenti perché ci fa chiudere il bilancio senza preoccupazioni e questo è un merito che bisogna dare agli amministratori precedenti».

Simone Tiglio , serramentista, consigliere del Comune di Aquila D’Arroscia di anni ne ha 34, ed è al suo secondo mandato. «Ho cercato di prendere questo impegno per cercare di dare una mano per migliorare la situazione. Viviamo in  piccoli paesi, ci sono pochi giovani ma se questi vedono i loro coetanei impegnarsi, magari viene voglia anche a loro. Non ho mai dubitato del mio impegno- prosegue- cerchi anche nei momenti di difficoltà di andare avanti per poter dare un aiuto ai tuoi concittadini. Spero che la nostra Valle abbia un discreto futuro e spero si possano migliorare alcune cose. Rimaniamo sempre piccoli paesi ma con qualche miglioramento si può vivere bene anche qui».

Marco Ghirardelli ha 22 anni ed è il consigliere più giovane in carica. Al suo mandato nel Comune di Pornassio ha deciso di impegnarsi perché «essendo uno scout quando mi propongono cose nuove tendo ad accettare, mi ci butto. Un po’ di difficoltà nel capire quello che succede dietro le quinte, la macchina amministrativa e burocratica è molto complicata però tra tutti mi stanno aiutando a raddrizzare il tiro. Quando ho iniziato studiavo a Verona un corso post diploma ma sono ritornato in Valle e ora lavoro nella ditta di mio papà. Per il futuro vorrei una Valle più a misura di giovane con eventi per passare il tempo. Ora con i miei amici facciamo circa cinquanta chilometri per far serata. Ora per i ventenni non c’è niente».

A Borghetto D’Arroscia, invece ci sono Fabio Barone, meccanico di 34 anni che con  Davide Massa di 29 anni sono al primo mandato. «Vivo nella frazione di Leverone- racconta Fabio- siamo un bel gruppo, tutti amici e abbiamo deciso di metterci assieme per cercare di fare qualcosa per le frazioni per cercare di dare una mano al paese. Siamo due consiglieri per frazione, per dare un appoggio ed essere un punto di riferimento per i cittadini così quando facciamo le riunioni abbiamo il quadro generale di tutto il paese. Ci sono stati momenti complicati perché è un ambiente nuovo- prosegue- io come altri non abbiamo mai avuto un’esperienza simile burocraticamente è abbastanza complessa. Il 90 per cento della popolazione è anziana e cerchiamo di dargli una mano come per esempio la raccolta differenziata. Per la nostra Valle vedo un futuro complicato nel senso che ci sono pochi giovani, anche se qualcheduno sta ritornano a vivere nei paesi però sono ancora pochi. Il brutto è questo perché pian pianino gli anziani ci lasciano e i paesi si spopolano».

«Ho deciso di candidarmi- racconta Davide- per dare una mano nei piccoli paesini dell’entroterra. Soprattutto Borghetto ha pochi abitanti perché a meno di 500 cittadini però è diviso in sei frazioni oltre al capoluogo. Sono piccole frazioni con quaranta e a volte anche venti abitanti. Sono molto legato a questo territorio  dove ho una piccola azienda agricola. Su tanti aspetti la nostra Valle potrebbe migliorare sicuramente però bisogna darsi molto da fare, per esempio il turismo dove pecchiamo molto».

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