Tradizioni secolari

Pieve di Teco, Confraternita in festa per i 400 anni della santificazione di San Francesco Saverio

Fondata nel paese il 5 luglio del 1671 da un certo reverendo Gian Battista Rustici

Pieve di Teco.  «Non c’è missione senza vita di comunità» ha così sottolineato Don Enrico Giovannini, parroco del paese, durante l’omelia per i 400 anni della santificazione di San Francesco Saverio  sintetizzandone perfettamente l’evangelizzazione del patrono dei missionari. A festeggiarlo in prima fila  la confraternita di Pieve di Teco a lui dedicata che compie 351 anni dalla sua fondazione avvenuta il 5 luglio del 1671.

«Ad oggi la nostra confraternita- racconta Giovanna Savona vice priore- conta ventitré membri, la maggior parte donne ma in passato anche gli uomini ne facevano parte. Purtroppo molte sono cose sono andate perse ma abbiamo trovato un registro che parte dal 1952 dove sono segnati i nomi delle consorelle che si sono succedute durante il corso degli anni. La vita della confraternita è stata attiva fino agli anni ’60 per poi riprendere nel periodo in cui lo storico prete di Pieve Don Angelo Strazzi era il responsabile di tutte le confraternite diocesane. A ridar vita alla confraternita di San Francesco, Giovanna Richermo e Zolmira Gandolfo, da tutti conosciuta come Miruccia– prosegue il vice priore- ed hanno cercato di mantenerla unita. La nostra confraternita è stata fondata il 5 luglio del 1671 dal reverendo Gian Battista Rustici»

«La nostra uniforme è cambiata nel corso degli anni prima era di color vinacciolo mentre ora abbiamo marrone scuro con un tabarino nero adorno di conchiglie che sono la parte che più incuriosisce le persone. Dobbiamo pensare negli anni in cui è vissuto San Francesco Saverio,  quando andava in giro per il mondo a battezzare la gente, non esisteva né plastica né vetro quindi lui si serviva di una conchiglia sia per bere che per battezzare le persone. La tradizione ci dice che queste conchiglie sul mantello di San Francesco rappresentavano ogni volta che arrivava in un isola e convertiva e battezzava gli abitanti».

«Tutte le confraternite erano come un mutuo soccorso ad esempio la prima nata a Pieve nel 1234 è quella di San Giovanni Battista. Perché la Chiesa ha dato origine alle confraternite? Perché in quegli anni non esisteva la mutua, non esisteva la pensione né servizi sociali né le pompe funebri  quindi la confraternita curava gli ammalati e quando qualche padre di famiglia si ammalava e non riusciva ad andare in campagna erano i confratelli che facevano i lavori. Provvedevano anche al corredo delle ragazze povere, aiutavano le vedove e se poi nel corso dell’anno rimanevano dei soldi si abbelliva la confraternita, l’oratorio , ma ai giorni nostri sono rimaste solo le pratiche religiose».

Durante la funzione religiosa è stato benedetto un quadro di San Francesco restaurato recentemente ed è stato esposto un palio con al centro San Francesco Saverio morente. «Questo capolavoro- conclude-  lo abbiamo scoperto ordinando la sacrestia della Madonna della Ripa nel 2014. Era stato offerto da un certo Giovanni il pappagallo di Pieve di Teco».

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