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Sanremo, si è chiusa nel segno del green l’edizione 2022 del Festival della cultura mediterranea

Soleá è riuscita a raccontare, ancora una volta, la bellezza e la complessità del nostro presente

Sanremo. Chi abbia vinto il match “Mare VS Montagna” che ha aperto Soleá – Festival della cultura mediterranea è impossibile stabilirlo. Se la vastità abissale del mare, di cui il poeta Giuseppe Conte, intervenuto alla prima serata, “non finirà di scrivere” o gli “altipiani dove volano le rondini all’alba”, che la giovane poetessa Antonia Pozzi celebrò nelle sue liriche.

Certo è che la sesta edizione del Festival, tre giorni di spettacoli, reading e incontri dedicati a questi paesaggi, ha messo d’accordo tutti. Proprio come il paesaggio ligure, che concilia l’orizzontalità del mare con la verticalità della montagna.

Organizzato da CMC/Nidodiragno Produzioni con la direzione artistica di Angelo Giacobbe e realizzato grazie al sostegno del Comune di Sanremo e alla collaborazione della Direzione Regionale Musei Liguria – Ministero della Cultura, Soleá ha accolto, negli spazi del Forte di Santa Tecla, del Museo Civico e della Piazzetta dei Ferri, dal 2 al 4 settembre, una sera dopo l’altra, un pubblico numeroso, diversificato e soprattutto curioso.

Curioso di assaporare la vertigine dell’ascesa e la serenità dell’orizzonte. O, al contrario, di scoprire che l’ascesa, in montagna, è anche rassicurante e l’orizzonte del mare, invece, può suscitare paura. Il tutto declinato nel segno del green e della sostenibilità, temi al centro dell’Agenda 2030, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto dai Paesi membri delle Nazioni Unite. Una sfida globale, alla quale sono chiamati a concorrere anche gli operatori dell’informazione e della cultura, che Soleá ha voluto raccogliere.

Il viaggio è iniziato, venerdì 2 settembre, con l’incontro che ha visto protagonisti gli scrittori Björn Larsson, appassionato velista e Davide Longo, infaticabile camminatore. Due narratori di grande potenza, i cui romanzi sono legati a questi diversi paesaggi, geografici e dell’anima, ma anche due ironici e appassionati conversatori. Pungolati dallo scrittore e giornalista Marco Vallarino, infatti, hanno raccontato il loro, personalissimo, rapporto con il mare e la montagna, sfatando luoghi comuni, snocciolando aneddoti e regalando al pubblico non pochi scorci di intimità. Un match di grande fascinazione, che ha fatto incontrare gli ammiratori dell’uno e dell’altro, intersecandone i gusti letterari. A confermare che l’incontro e la contaminazione sono elementi fondanti di Soleá.

Che il paesaggio sia motore di storie appassionanti lo ha dimostrato anche il reading Quando sono lontano da te, mare, io ti vedo, con Laura Curino, interprete fra le più sensibili della scena italiana e il fisarmonicista Julyo Fortunato. Nella voce della Curino hanno trovato un nuovo respiro le pagine di Italo Calvino (“la salita col suo rosario di immagini” de La strada di San Giovanni) e Francesco Biamonti (“il mare, che laggiù si dorava dopo tanto sole” di Vento largo), ma anche le poesie di Giuseppe Conte, seduto fra il pubblico, e Giorgio Caproni, versi che hanno restituito tutta la struggente bellezza della Liguria.

Decisamente green la giornata di sabato 3 settembre, dedicata al cibo e alla questione, attualissima e urgente, dello spreco alimentare. Nell’incantevole Piazzetta dei Ferri, nel centro storico di Sanremo, ha avuto luogo l’incontro Il cibo: un bene comune, realizzato in collaborazione con l’Associazione “Pigna Mon Amour”.

Roberta Massa, coordinatrice di “Ricibo”, progetto di rete genovese per il recupero e la ridistribuzione delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale, ha conversato con Barbara Ruffoni, referente per Sanremo del CREA, il più importante ente italiano di ricerca sull’agro-alimentare.

Partendo dagli allarmanti dati relativi allo spreco e alla disuguaglianza sociale, Roberta Massa ha illustrato le risposte, concrete, al problema della povertà costituite da progetti quali “Ricibo”. A confermare che il cibo deve essere un bene comune, anche la presentazione dell’Emporio Solidale di Sanremo, gestito dalla Caritas e nato grazie all’Assessorato ai Servizi Sociali di Costanza Pireri, intervenuta nel corso dell’incontro.

La sera, nella meravigliosa sala del Museo Civico, l’indagine è divenuta spettacolo grazie alla lecture show di Gabriele Vacis Meditazione sul cibo. Il celebre racconto di Karen Blixen Il pranzo di Babette si è trasformato, nella narrazione di Vacis, in un emozionante viaggio attraverso miti e ricette, economie e speculazioni, giudizi e pregiudizi su ciò che ci nutre. Una riflessione, lucidissima ed emozionante, sul senso della vita, in cui la carne e lo spirito, il terreno e l’eterno, hanno trovato la giusta riconciliazione.

Ancora un’ascesa per la giornata conclusiva di domenica 4 settembre. Gli attori e musicisti Davide Lorino ed Elisabetta Mazzullo, in arte BetteDavis, sono tornati a Soleá per dare vita a Mille metri di vuoto, performance dedicata alla poesia di Antonia Pozzi, “anima di eccezionale purezza e sensibilità” nelle parole di Eugenio Montale, cantrice della vita e dei suoi tormenti che trovava rifugio e pace nella montagna. Lo spettacolo, presentato a Sanremo in prima nazionale, ha origine nel volume L’Antonia. Poesie, lettere e fotografie di Antonia Pozzi scelte e raccontate da Paolo Cognetti, Premio Strega 2017 per il celebre Le otto montagne. Intersecando i versi della Pozzi e i commenti di Cognetti, le parole dei due narratori e le musiche composte per lo spettacolo, Davide Lorino ed Elisabetta Mazzullo hanno affascinato e commosso gli spettatori, rapiti dalla triste parabola della giovane poetessa e dalla brillante bellezza dei suoi versi.

Il passo dall’Antonia al personaggio di nonno Michele, evocato nello spettacolo Mi abbatto e sono felice che la sera del 4 settembre ha chiuso l’edizione 2022 di Soleá, è stato breve.

“Monologo eco-sostenibile”, la pièce scritta e interpretata da Daniele Ronco ha indagato, fra ricordi autobiografici e tesi sociologiche (la drammaturgia si ispira al testo La decrescita felice di Maurizio Pallante), l’impatto ambientale prodotto dall’uomo sul pianeta, ricordando al pubblico che la felicità non ha nulla a che fare con il PIL, non è direttamente proporzionale a quanto si produce e si consuma. Anzi.

Pedalando per tutta la durata dello spettacolo sulla bicicletta che, grazie a un impianto di accumulo, ha alimentato i fari che lo illuminavano, Ronco è stato protagonista di un’ironica e coinvolgente performance a impatto ambientale zero. Un format, quello del “Teatro a pedali”, ideato dalla compagnia Mulino ad Arte, in cui gli interpreti (o addirittura gli spettatori) contribuiscono, pedalando, alla sostenibilità dell’evento.

Ascese e orizzonti. Impervie riflessioni e sconfinati sguardi. Nell’arco di tre, intense, giornate Soleá è riuscita a raccontare, ancora una volta, la bellezza e la complessità del nostro presente. In attesa della prossima edizione…

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