Verso la gara europea

Rivieracqua ai privati, maggioranza Biancheri alla prova

Sull'ipotesi cessione del 49% della società pubblica il consigliere Andrea Artioli avverte: «Profili di illegittimità». I comitati pronti alla mobilitazione

protesta cimap biancheri

Sanremo. Si preannuncia incandescente il consiglio comunale di questo venerdì con all’ordine del giorno la trasformazione della forma sociale di Rivieracqua da società dei Comuni a società per azioni e contestuale adozione del nuovo statuto. Un passaggio formale che altro non è che l’anticamera della parziale privatizzazione, accettata, volente o nolente, da tutti i sindaci dell’ambito idrico imperiese.

Sanremo è tra i primi enti a portare la pratica in approvazione e sul punto l’amministrazione Biancheri è di nuovo alla prova degli equilibri interni. Sull’acqua pubblica il consiglio comunale matuziano, nel ottobre dello scorso anno, aveva approvato (voti favorevoli di maggioranza e opposizione), l’ordine del giorno firmato dal consigliere Mario Robaldo (PD e dipendente di Amaie Spa, poi Rivieracqua), che impegnava sindaco e giunta a farsi parte attiva nei confronti del commissario della Provincia sul servizio idrico integrato, Gaia Checcucci, al fine di preservare la natura  “interamente pubblica della società”. Un atto politico che il sindaco Biancheri aveva anticipato, lo scorso 22 ottobre, scrivendo una lettera dai contenuti pressoché analoghi all’odg approvato pochi giorni dopo, al presidente di Rivieracqua Gian Alberto Mangiante. Nonostante le difficoltà che affliggono il gestore unico provinciale, lo scenario – secondo il primo cittadino – è mutato favorevolmente. Motivo per cui, con l’imminente arrivo dei fondi del Pnrr, Rivieracqua potrebbe riuscire, con le sole proprie forze, a fare gli investimenti quanto mai necessari sulle condotte dell’intera provincia (stimati in 60 milioni di lavori urgenti), senza dover passare gran parte del controllo gestionale ad un privato.

Cosa accadrà venerdì in consiglio comunale a Sanremo? Sono almeno tre i consiglieri di maggioranza che potrebbero votare contro la pratica di trasformazione in Spa del consorzio idrico provinciale. Sicuramente Robaldo, autore dell’ordine del giorno pro acqua pubblica approvato ad ottobre, quindi il collega Giorgio Trucco, capogruppo dei Dem. Un’altra defezione dovrebbe arrivare dalla consigliera Ethel Moreno, moglie del sindaco di Bordighera Vittorio Ingenito, il quale in queste ultime settimane ha sollevato più di una perplessità sull’operazione privato che il commissario Checcucci conta di chiudere entro la fine dell’anno.

Dai banchi delle opposizioni di Palazzo Bellevue è il consigliere di Liguria Popolare Andrea Artioli ad aver lanciato negli ultimi giorni una vera e propria campagna per tentare di fermare, o almeno rimandare, la trasformazione di Rivieracqua in società mista pubblico-privata. Ieri Artioli ha inviato via pec a tutti i 67 Comuni della provincia di Imperia, al commissario Checcucci, al Cda di Rivieracqua e al presidente di Regione Giovanni Toti, un parere dello studio legale Cocchi-Taccoglia Associati richiesto in qualità di consigliere comunale. Leggendo il documento l’avvocato Cocchi boccia “l‘operazione prefigurata dal Commissario Straordinario dell’ATO che prevederebbe che Rivieracqua, allo stato affidataria in house del servizio, costituisca una Newco la cui partecipazione del 49% del capitale verrebbe messo a gara a doppio oggetto unitamente alla gestione del servizio per una durata predeterminata, così che la gestione in house verrebbe trasformata in una gestione per tramite di società mista, in cui il socio privato sarebbe scelto con procedura concorrenziale a doppio oggetto. Tale operazione non può essere condotta. infatti, in relazione alle norme del d.lgs 175/2016 (decreto Madia), una società in house, come tale costituita e come tale tipicizzata, non è legittimata alla costituzione di una newco mista pubblico privata per la gestione del medesimo servizio per illiceità della causa dell’atto costitutivo».

Nella pec ai Comuni Artioli specifica: «Nella mia qualità di consigliere comunale di Sanremo, Comune socio di AMAIE spa e quindi anche di Rivieracqua scpa, sarò chiamato nei prossimi giorni a esprimere le mie valutazioni e il mio voto in relazione alle modifiche proposte allo statuto di Rivieracqua scpa propedeutiche, in ultima analisi, alle più volte annunciate e programmate modifiche della compagine sociale di Rivieracqua scpa con ingresso di socio privato tramite gara a doppio oggetto. Poiché il Comune di Sanremo già in passato si era espresso, all’unanimità delle forze politiche rappresentate in Consiglio Comunale, affinché venisse valutata altra soluzione alternativa rispetto all’ingresso di un socio privato, nel momento in cui è stato presentato per l’approvazione il bilancio 2021 di Rivieracqua scpa con numeri assolutamente positivi in termini sia di fatturato che di utile di esercizio, ho ritenuto corretto richiedere all”avvocato Luigi Cocchi un parere pro veritate circa la percorribilità della soluzione prospettata, ossia della gara a doppio oggetto, al fine di avere rassicurazioni circa la correttezza di tale ipotesi e soluzione da molti caldeggiata. Al riguardo la risposta avuta è nel senso della illegittimità di una tale soluzione. Per quanto trattandosi di un parere lo stesso sia per definizione opinabile, ritengo possa essere per Voi utile la lettura dello stesso, che Vi allego per Vostra conoscenza, di modo da approfondire se necessario la questione ivi trattata evitando così, se del caso, di adottare atti che potrebbero poi rivelarsi illegittimi e/o forieri di danno erariale e come tali sottoponibili al proprio doveroso controllo da parte dell’Autorità Giudiziaria competente. Peraltro mi si dice che sarebbe stato reso già nel giugno 2020 altro parere dal professor Andrea Pericu alla Servizi Ambientali Spa, circa la correttezza dell’affidamento in house del servizio idrico integrato a società avente forma consortile per azioni quale la Acque Pubbliche Savonesi scpa».

Intanto anche il Coordinamento Imperiese per l’Acqua pubblica è ritornato a farsi sentire lanciando questa mattina una petizione online. Il movimento “custode” dell’esito referendario del 2011 con cui i cittadini avevano deciso per l’abrogazione del decreto Ronchi, nella parte in cui sanciva l’obbligo delle privatizzazioni nel settore dei servizi pubblici locali (quindi anche del servizio idrico integrato), si sta preparando alla mobilitazione in vista dell’assemblea dei sindaci che si terrà il prossimo 10 agosto a Palazzo Bellevue. In quella sede gli amministratori locali sono chiamati a portare le delibere di trasformazione di Rivieracqua in Spa approvate nei rispettivi municipi. L’avvio della gara europea per la cessione del 49% a privati è prevista tra ottobre e novembre.

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