Il caso

Mille firme per fermare la demolizione, sulla ciminiera ex Ferriere Scajola ammette: «Irrecuperabile se non spendendo cifre folli»

«Abbiamo riflettuto e studiato a lungo, consultando diversi tecnici di primo piano, ma il responso è sempre stato lo stesso», afferma il primo cittadino imperiese

ciminiere ex ferriere sponda Impero

Imperia. Ha raggiunto il traguardo delle mille firme la raccolta firme contro l’abbattimento della ciminiera centrale delle ex Ferriere di Imperia, area in cui dovrebbe sorgere un nuovo centro commerciale, per via della sua importanza storica e simbolica per la città.

«Il 2 luglio, proprio due giorni prima della conferenza dei servizi di lunedì 4 luglio, la petizione ha raggiunto l’insperato traguardo delle 1.000 firme, da non confondersi con i like, molto meno ufficiali e significativi di una petizione con firme», afferma l’ideatore.

«Chi ha lanciato la petizione non è legato a partiti, è un umile maestro che insegna tra l’altro storia, arte, educazione civica a bambini e bambine, e quindi a impegnarsi in prima persona per la salvaguardia della cultura del proprio territorio. Tanto è vero che chi ha firmato rappresenta trasversalmente molte posizioni politiche diverse. A dimostrazione, unitamente all’alto numero di firmatari, che la ciminiera è un simbolo significativo per la città, e di Oneglia in particolare. Di un passato di lavoratori operai di industrie che l’ha contraddistinta fortemente in passato (in quale altra città della nostra riviera si possono trovare tanti edifici di archeologia industriale in riva al mare, magari da valorizzare come si è fatto col Museo Navale, grazie alla dedizione di una vita del comandante Serafini, troppo sottovalutato dalla sua città), di una cultura di archeologia industriale che potrebbe rappresentare se valorizzata la vera attrattiva turistica di Imperia (che non possono essere da soli i ristoranti, i bar e i supermercati), un simbolo di cultura del suo passato e della sua idea di futuro, su cui speriamo si esprimano le principali forze politiche e sociali (architetti per esempio) della città.

Ora sta a loro fare una valutazione politica di questo fenomeno e prendere una posizione netta, senza se e senza ma. Perchè almeno 1.000 imperiesi hanno dimostrato che non “è tutto inutile”, che si può discutere senza paura su argomenti politici, e che vogliono dire la loro sulla città, proprio come si fa in democrazia. E che la responsabilità politica, storica e morale della scelta ricadrà su chi l’avrà presa, non si farà “finta di niente” dopo. Tutti osserveremo la prossima conferenza dei servizi.

Perchè se ricordiamo, contrariamente a come l’amministrazione oggi continua a sostenere e “vendere” l’informazione, che la proprietà delle ciminiere è privata, ma esse sono tutelate dai beni culturali, e non spetta quindi al proprietario metterle in sicurezza e restaurarle, ma non a lui né al comune di decidere di abbatterle? Sarebbero quindi le spese a carico del privato proprietario, come ben dichiarava il vice-sindaco Giuseppe Fossati a marzo? (Indicando persino tecniche con cui il proprietario a sue spese, e non della comunità imperiese, avrebbe dovuto recuperarla). Da allora la svolta: oggi sembra che il problema sia della comunità e che sia inevitabile l’abbattimento. Perchè questa svolta improvvisa? Lo stesso Fossati prometteva “porte assolutamente aperte” a chiunque volesse investire a Imperia.

Quindi incondizionatamente si agevoleranno investimenti di esterni? Ci sono state perizie di parte opposta (opposizione) sulle condizioni della ciminiera e i costi eventuali? E la sovrintendenza ai beni culturali, organo supremo, ha già dato il via libera all’abbattimento? A queste domande, chi ha una certa idea di Imperia e del suo futuro, risponderà entro lunedì 4 luglio? Perchè ora chi tacerà sarà dichiaratamente complice di chi la vorrà abbattere», ha concluso.

A esprimersi sulla questione è stato anche il sindaco di Imperia Claudio Scajola: «Dispiace a tutti la sua demolizione, a me per primo. Abbiamo preso in carico il problema. Abbiamo riflettuto e studiato a lungo, consultando diversi tecnici di primo piano. Ma il responso è sempre stato lo stesso. Quella ciminiera costituisce una grave situazione di pericolo e insicurezza. Ci impegneremo a salvaguardare le altre due e quella della Ex Sairo, ma purtroppo – e lo dico con sofferenza – quella è irrecuperabile, se non spendendo cifre folli». 

commenta