Siccità

Crisi idrica, l’entroterra imperiese resterà a secco di notte. La ricetta di Claudio Scajola contro la siccità fotogallery

Interruzione dell'erogazione a Pontedassio, Lucinasco, Chiusanico zona industriale, Chiusavecchia e le frazioni di Imperia Sant'Agata, Montegrazie e Moltedo, dalle ore 22 alle ore 05

Imperia.  Rubinetti chiusi dalle 22 alle 5 del mattino a Chiusanico, Pontedassio, Lucinasco e in tre frazioni di Imperia. E poi ancora: riattivare i vecchi pozzi in disuso, lavorare sull’acquedotto Roja, ma soprattutto andare a cercare acqua altrove, collegandosi con la sorgente che passa per il traforo dell’Armo-Cantarana: è questa la ricetta presentata dal sindaco e presidente della provincia di Imperia, Claudio Scajola, al tavolo tecnico che si è svolto nel palazzo del capoluogo.

Oltre al sindaco Scajola era presenti Simone Vassallo assessore alla protezione civile di Imperia, Gianni Agnese sindaco Chiusanico, Ilvo Calzia sindaco Pontedassio, Marilena Abbo sindaco Lucinasco e vice sindaco del Comune Chiusavecchia Giovanna Losno. Alla riunione hanno partecipato inoltre Valerio Chiarelli direttore esecutivo Rivieracqua, Rosa Puglia segretario generale e Nicoletta Oreggia dirigente settore ambiente del comune di Imperia.

«Il 20 luglio, con il presidente della Regione e con l’assessore alla Protezione Civile e ai Lavori Pubblici Giampedrone – ha dichiarato Scajola al termine del vertice – Faremo in provincia il punto sulla crisi idrica nel nostro Ponente e sulla necessità di impegnare nei tempi più brevi i finanziamenti dello Stato, in anticipazione della Regione, per l’acquedotto del Roja».

Un punto fondamentale, vista la grave criticità che interessa in questo momento, tra l’altro, anche l’acquedotto di Rezzo, che approvvigiona i territori coinvolti e che, attualmente, ha una produzione inferiore al 50 per cento, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questa, ha dichiarato Scajola, «è l’emergenza più attuale che riguarda in particolare la zona imperiese, i Comuni di Chiusanico, di Pontedassio, di Lucinasco, che hanno problemi di mancanza di pressione, quindi in molte ore della giornata non arriva l’acqua. E così, nel Comune di Imperia, l’ex Comune di Sant’Atagata, Montegrazie e Moltedo: c’è necessità quindi di trovare forme per garantire una costanza di acqua». Motivo per cui, nel corso dell’incontro, è stato deciso «che l’erogazione dell’acqua in questi territori sarà interrotta, da domani sera, dalle 22 alle 5 di mattina: si ritiene che in questo modo si possa garantire un riempimento delle vasche che permetteranno di riuscire ad avere le pressioni durante il resto della giornata senza dover avere interruzioni».

E non è tutto. Come spiega sempre Claudio Scajola: «Nel contempo, con la collaborazione delle due più significative imprese che hanno bisogno d’acqua in quella zona, e che sono la Clas e Merano, ci sarà una forte diminuzione dei consumi riorganizzando il loro modello produttivo: riusciranno a farlo nei prossimi tre giorni. Insieme a questo, si devono riattivare con urgenza i pozzi che, ahimè, erano ormai in disuso da diversi anni sul torrente Impero e sul torrente Prino. E così, un lavoro urgente, di collegamento del Roja alla vasca dei Pardellini, che oggi non è collegato e che quindi serve a compensare la diminuzione di portata d’acqua che arriva dall’acquedotto di Rezzo. Abbiamo fatto un esame molto approfondito e abbiamo preso queste decisioni, che sono provvisorie perché serviranno intanto, e speriamo che così sarà, lo verificheremo, per una costanza di approvvigionamento idrico in queste zone nelle ore diurne. Pensiamo che sia una cosa buona, vedremo, come stiamo facendo ormai da giorni, momento per momento quali sono questi risultati».

C’è una preoccupazione più grossa a cui si è riferito il primo cittadino: «Cosa succederà quando aumenteranno ancora i consumi? Per adesso il Roja tiene, l’acqua nel Roja c’è. Quella che non prelevi va a finire in mare. Quindi il problema non è di non utilizzare l’acqua del Roja, che c’è. Il problema è che questo acquedotto è pieno di buchi e di falle, ogni giorno ne scoppia un pezzo, e quindi bisogna accelerare quel lavoro, e poi c’è la necessità di andarla a cercare l’acqua, con tante sorgenti che sono state trascurate nel tempo: erano periodi di vacche grasse e si prendeva tutto dal Roja anche se il costo di pompaggio dell’elettricità è enorme e si è invece trascurata la ricerca di nuove fonti. E poi c’è un’enormità di vantaggio che si può ottenere andando a prendere quella sorgente grossa che c’è nel perforo dell’Armo- Cantarana che se convogliato nel vecchio bypass potrebbe dare molta acqua al nostro sistema: in buona sostanza ci sono cose da fare subito, che è il razionamento in quelle zone con la chiusura notturna; quelle da fare a medio termine e quelle a lungo termine. Ci vuole attenzione nel tema dell’acqua e questo è quello che dobbiamo fare e che, ahimè forse prima predicavo nel deserto e forse ora l’emergenza idrica ha fatto cogliere anche a coloro che chiudevano gli occhi».

Rivieracqua concorderà nelle prossime ore le modalità operative per raggiungere una riduzione significativa, sino al dimezzamento ed è prevsista la realizzazione di un collegamento d’urgenza tra l’acquedotto del Roja e il serbatoio sito sopra Sant’Agata, al fine di alimentare così le frazioni di Moltedo, Montegrazie, Sant’Agata e la zona collinare ad essa limitrofa. Oggi questo territorio è alimentato dall’acquedotto di Rezzo e dai pozzi sull’Impero: prevista la riattivazione di alcuni pozzi dismessi sui torrenti Impero e Prino.

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