Acqua

Siccità, le proposte di Cia Imperia. Scajola: «Abbattere costi rete irrigua» fotogallery

Secondo le statistiche questa sarà la stagione più "fresca" dei prossimi 30 anni

Imperia. Dopo quasi 50 giorni di siccità ieri, 28 giugno ha piovuto in provincia di Imperia ma l’acqua è un argomento difficile e in questo momento trovare soluzioni è una vera e propria emergenza. Considerando che secondo le statistiche questa sarà la stagione più “fresca” dei prossimi 30 anni, le previsioni non sono rosee. In camera di commercio ad Imperia si è discusso oggi di “Acqua, bene primario per l’agricoltura” a cui hanno partecipato, oltre al presidente della provincia Claudio Scajola il presidente Cia Imperia Mariangela Cattaneo, il responsabile settore politiche agricole Regione Liguria Riccardo Iannone, il dirigente settore difesa del suolo Regione Liguria Chiara Messori e il presidente Cia Liguria Stefano Roggerone.

«L’agricoltura non è possibile farla senza l’acqua – ha detto Mariangela Cattaneo, presidente Cia Imperia -. La prima cosa che serve per poter fare gli agricoltori è il terreno ma immediatamente dopo serve l’acqua, anzi ha eguale importanza perché avere un terreno che non si può irrigare non permette agricoltura, quindi è una risorsa assolutamente primaria per poter svolgere il nostro mestiere. Siccome siamo in un periodo di siccità abbiamo bisogno di trovare delle soluzioni strutturali per riempire quel deficit che fa sì che non abbiamo abbastanza rete idrica a norma, non abbiamo invasi che ci permettano di avere risorse in più quando se siccità: abbiamo la necessità di intervenire in maniera strutturale su tutte queste cose».

«La pioggia di ieri – aggiunge  la Cattaneo- Non è stata sufficiente a far rientrare questa emergenza, perché è stata troppo poca. Ieri mentre tornavo a casa dalla campagna e vedevo quei fiumi di acqua che riempivano le strade mi si contorceva il cuore e pensavo “ma tutta quest’acqua se si riuscisse a captare in qualche maniera sarebbe importante per noi”».

Quali sono le possibili soluzioni? «Secondo noi bisogna intanto intervenire sui consorzi e cercare di potenziarli il più possibile, quindi trovare delle risorse per far sì che questi consorzi possano avere una rete idrica rinnovata e avere la possibilità di abbattere i costi energetici che sono quelli che più incidono sulla bolletta dell’acqua per i consorziati – spiega Cattaneo – Poi bisogna cercare di fare invasi, ad esempio, sia pubblici, quindi dei Comuni che possano fare invasi a monte per recuperare l’acqua piovana, e sia per i privati che possano fare vasche e contenitori per recupera le acque piovane il più possibile. Poi c’è da intervenire naturalmente a livello nazionale per capire anche le tariffe, su cui abbiamo dei grossi problemi perché se si passa ad un unico gestore per l’acqua rischiamo di avere costi per l’acqua irrigua veramente fuori controllo così come sta succedendo per l’estremo ponente della Provincia: ci sono 13 Comuni dove l’acqua costa quasi 2 euro al metro cubo e per gli agricoltori questo è un prezzo intollerabile: non si può affrontare una coltivazione con questi prezzi. E poi si può pensare al recupero e al riuso di acque già usate, come quelle che escono dai depuratori. Dovremmo avere la certezza che queste acque sono buone, perché non vogliamo inquinarci i terreni, e capire quali sono i costi benefici. Però potrebbe essere una soluzione».

«Facciamo le novene perché piova di più – ha detto il presiedete della Provincia e sindaco di Imperia Claudio Scajola -. Ci servono ancora cinque, sei, sette volte come ieri perché la situazione è molto complicata, soprattutto per l’agricoltura e quindi per tutti coloro che hanno a che fare con il mondo della coltivazione, sia floricola, sia quella olivicola, sia quella dei vigneti, sia i pascoli stessi: quindi un problema grosso. Noi dobbiamo fare di più, ma ci vuole tempo e ci vuole molta più attenzione rispetto a quella che c’è stata fino ad ora, al problema acqua: ci siamo abituati a fare le cose che si vedono subito, le cose che non si vedono subito gli amministrazioni non le fanno più. Abbiamo bisogno di una rete irrigua che non può costare come l’acqua potabile; abbiamo bisogno di una conduzione per l’acqua potabile perché siamo una zona di turismo e abbiamo bisogno di fare dei piccoli invasi: per questo ci vorrà del tempo, ma finché non si parte sicuramente non si arriverà mai. Per adesso la situazione è gestibile perché l’acquedotto Roja sta dando ancora acqua. Tanti sono i piccoli problemi che potremo affrontare nel breve, ma dobbiamo affrontare finalmente i problemi più importanti: andare a prendere l’acqua anche dalla parte montana, che scenda per caduta, che ha qualità migliore e che non ha costi di energia.

 

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