Le dichiarazioni

Liguria Popolare contro l’acqua ai privati bacchetta Claudio Scajola

Le dichiarazioni dei consiglieri comunali matuziani Andrea Artioli, Giampiero Correnti e del vicepresidente del partito Antonio Bissolotti

acqua potabile

Sanremo. Liguria Popolare dice “no” alla privatizzazione delle risorse idriche nel ponente, citando casi del recente passato. E punta il dito contro le affermazioni del presidente della Provincia di Imperia Claudio Scajola, che vorrebbe l’ingresso dei privati in Rivieracqua.

In una nota stampa, a firma dei consiglieri comunali matuziani Andrea Artioli, Giampiero Correnti e del vicepresidente del partito Antonio Bissolotti, si legge che: «L’acqua costituisce bene primario di interesse pubblico e il mantenimento dell’accessibilità all’acqua, a favore della collettività, nelle mani degli enti pubblici è stato anche oggetto di recente referendum, in cui il popolo italiano ha affermato con forza il proprio “no” a ogni ipotesi di privatizzazione. L’esperienza locale ha confermato come in materia di servizi pubblici essenziali e primari il privato non sia adeguato e la sorte rovinosa, con apertura di procedure fallimentari e concordatarie in capo alla società AIGA di Ventimiglia (in cui il privato IREN era presente al 49%) e alla società AMAT di Imperia, di cui Maurizio Temesio era Presidente (in cui il privato IREN era socio al 48%) ne sono la riprova».

Proseguono da Liguria Popolare «Le dichiarazioni rilasciate venerdí scorso dal Presidente della Provincia di trasformazione della società Rivieracqua in società per azioni per farvi entrare un socio privato destano quindi stupore e preoccupazione. Se infatti Scajola fino a poco tempo fa, quale Sindaco di Imperia e socio di AMAT, sosteneva che Rivieracqua, di cui il Comune di Imperia non è nemmeno socio, dovesse vedere l’ingresso del privato per far fronte ai passivi e ai debiti, ieri, preso atto finalmente che la società produce utili, come Presidente della Provincia che soprassiede all’ATO idrico, smentendo se stesso, ha strumentalizzato l’argomento per sostenere, di nuovo, la appetibilità della società per la sua acquisizione da parte del privato. Il Sindaco di Sanremo ha già espresso, sostenuto dal consiglio comunale unanime, la necessità di valutare ogni iniziativa per assicurare che la proprietà di Rivieracqua rimanga in mani esclusivamente pubbliche. Mal si comprendono quindi le ragioni e le istanze di cui Scajola continua a farsi portatore per la privatizzazione di Rivieracqua. E’ evidente infatti come una gestione oculata della società, così come fatto in Provincia di Savona, ove il controllo è in mano solamente pubblica, con una nuova e adeguata tariffa d’ambito, consenta di far fronte ai costi del servizio, agli investimenti per la rete e al ripianamento dei debiti pregressi generati, per lo più, a causa delle carenze manutentive alle reti da parte delle società, tra cui la stessa AMAT, poi confluite in Rivieracqua. Le criticità attuali sono infatti il risultato delle problematiche relative alla fase di passaggio dalle gestioni locali a quella unica d’ambito tramite Rivieracqua, nella quale si è assistito a più episodi e vicende dubbie su molte delle quali, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, vi sarebbe anche attenzione da parte della Procura della Repubblica: dalla omessa manutenzione delle reti idriche e fognarie con interruzione del servizio, alla cessione a Rivieracqua a prezzo quadruplo dell’acqua necessaria per il golfo dianese, passando per ritardi cronici nella bollettazione e nel recupero delle morosità e per bilanci con più di una posta da verificare. Insomma appare chiara la necessità che la gestione di Rivieracqua, da mantenersi in mano pubblica, vada assicurata tramite figure di esperienza e competenza, da scegliersi al di fuori della cerchia dei soliti noti, attingendo a professionalità formatesi sul campo e non nelle segreterie di partito o alle corti dei potenti locali. Un’ultima nota per stigmatizzare, circa i rumors fatti uscire ad arte sulla possibile nomina, gradita a Scajola, dell’Avv. Maurizio Temesio quale prossimo presidente di Rivieracqua, come una tale ipotesi, a prescindere dalle doti professionali e umane dello stesso, che non sono messe in discussione, appaia assolutamente inopportuna, visto che lo stesso come presidente di Amat richiedeva il fallimento di Rivieracqua, e impercorribile, visto che da statuto tale nomina non può prescindere dalla decisione del Comune di Sanremo. Sarebbe stato certo più opportuno che il Presidente della Provincia si fosse consultato col Sindaco di Sanremo, prima di dar per scontate scelte e decisioni che andrebbero meditate, concertate e ragionate».

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