Economia e lavoro

Stagionali introvabili, ristorazione della provincia di Imperia in crisi

Rispetto a vent'anni fa, sono molti meno i giovani disposti a "sacrificare" l'estate. «Manca la volontà di fare questo mestiere»

Imperia. Camerieri, aiuto cuochi, bagnini e altro ancora. Anche in provincia di Imperia, a ridosso di una stagione estiva che si preannuncia di fuoco mancano i lavoratori stagionali. Ristoranti, bar, locali e stabilimenti balneari sono alla continua ricerca per sopperire alla carenza di organico, ma l’impresa sembra impossibile.

C’è chi accusa i giovani di non aver voglia di lavorare e chi, al contrario, si scaglia contro i datori di lavoro, accusandoli di non retribuire adeguatamente i dipendenti. Ma le ragioni potrebbero essere anche altre, come spiega Gianluca Berlusconi, presidente di Confcommercio Bordighera: «Anche qui si registra una problematica che è nazionale, se non addirittura internazionale – dice -. Penso che sia soprattutto dovuto al fatto che durante il lockdown molti giovani, rimasti senza lavoro, si sono organizzati e hanno trovato altro: secondo me questa è la riflessione maggiore che dobbiamo fare». «Non entro nel merito del discorso dell’essere sottopagati: non sono ristoratore e non so quali siano i contratti, ma se il lavoratore lo metti in regola allora è pagato il giusto. C’è un contratto di lavoro e quello è. Se poi è sbagliato, non lo so, probabilmente bisognerà metterci le mani».

Il reddito di cittadinanza può scoraggiare la ricerca di un lavoro? «Non dobbiamo solo sparare sul reddito di cittadinanza, anche se quello sicuramente dà una grossa botta – risponde Berlusconi – Credo appunto che i lavoratori si siano organizzati in altro modo per non restare senza stipendio. C’è poi anche il problema che l’istituto alberghiero che abbiamo non basta a soddisfare la domanda e quindi c’è carenza di personale». A complicare le cose, ci si mette anche la burocrazia: «Per quanto riguarda gli stabilimenti, alcuni soci hanno lamentato il fatto che per i bagnini è stato fissato l’esame a metà giugno: è ovviamente troppo tardi», conclude Berlusconi.

Dario Trucchi, presidente di Confcommercio Ventimiglia, conferma quello che si vede in tutta Italia e, da ristoratore, titolare di due locali, vive in prima persona il problema della mancanza di personale. «Nella pizzeria che ho in zona lungomare Varaldo sono in difficoltà, non si trova personale», dichiara Trucchi, che in veste di presidente Confcommercio ha sentito molti dei suoi colleghi lamentare lo stesso problema, che potrebbe addirittura peggiorare nel pieno della stagione, quando ci saranno manifestazioni ed eventi che attireranno migliaia di persone. Come “Sapori alla Marina”, in programma il 18, 19 e 20 luglio: «E’ una manifestazione molto importante – dichiara – Ho molti ristoratori che sono in difficoltà e mi dicono che vorrebbero partecipare ma non trovano personale per il ristorante, quindi molto probabilmente non lo troveranno neanche per l’evento». «E’ tutto l’indotto della ristorazione ad avere problemi, non si riescono a trovare ragazzi che hanno voglia, finita la scuola, di farsi la stagione estiva – aggiunge – Penso a quello che facevo io a 14 anni, quando dopo l’alberghiero sapevo che mi sarei fatto la stagione e lavoravo 18 ore al giorno. Ora non riesci a trovare ragazzi e quei pochi che ci sono hanno anche delle pretese, perché è estate e vorrebbero avere un po’ più di tempo libero».

E’ questione di stipendio? «Io assumo in regola a tempo determinato – spiega Trucchi -. Per gli apprendisti gli stipendi sono intorno ai 1.250,00 euro per quaranta ore settimanali». Ma il problema è soprattutto a monte: «Si parla sempre che i ristoratori non danno gli stipendi adeguati, ma dei costi del lavoro ne vogliamo parlare? Se io potessi dare uno stipendio interessante ad un mio dipendente senza essere massacrato di contributi, lo farei. Allora diamo più soldi ai dipendenti e abbassiamo un po’ i costi del lavoro». 

Tornando alla carenza di lavoratori, il presidente di Confcommercio Ventimiglia aggiunge: «I giovani hanno troppe pretese, non vogliono lavorare sul doppio servizio, ma anche se ne fanno uno solo e dunque la mattina sono a casa, la sera poi magari si finisce all’una di notte e dicono che è tardi – spiega -. Secondo me il problema è che proprio non c’è più tanta volontà di fare questo mestiere». «Lo Stato non può pensare di fare soltanto assistenzialismo e basta – dice Trucchi toccando il tema del reddito di cittadinanza -. Ma anche alle aziende, non vanno erogati finanziamenti a fondo perduto, vanno dati altri aiuti come la moratoria sui finanziamenti e il credito di imposta».

Vista la carenza di lavoratori stagionali, a Spezia si è pensato di compensare, dando la possibilità ai profughi ucraini di accedere a contratti trimestrali nel campo della ristorazione e della ricettività, con il solo vincolo di frequentare un corso di lingua italiana. Un progetto, questo, nato dalla collaborazione tra la prefettura spezzina, la Camera di Commercio e le associazioni di categoria. Un esempio positivo, come commenta Andrea Di Baldassarre, presidente di Confcommercio Sanremo, che per la mancanza di lavoratori parla di «un problema è pesante». «Il fatto che si stia cercando di aprire nuovi canali di lavoro, vedi il progetto avviato nello Spezzino che vede la collaborazione tra Prefettura e Confcommerzio, è importante perché le difficoltà nella ricerca del personale sono enormi, per qualsiasi attività e in particolare per i pubblici esercizi», spiega.

A tornare sul tema del post-Covid è Americo Pilati, presidente onorario Federalberghi Imperia: «Dopo il lockdown – dice – Abbiamo perso del personale e c’è chi magari ha cambiato mestiere nel frattempo. Effettivamente sentiamo al mancanza di barman, portieri di notte, camerieri, chef, operai in cucina. Speriamo di poter aprire più mesi e incentivare di nuovo le assunzioni come era una volta, al di là della paura di mancanza di acqua, della viabilità e dei grandi problemi come il Covid che non è ancora terminato. Tutto questo riflettendo sul fatto che rappresentiamo il 20 percento del Pil della Liguria e siamo tra i maggiori contribuenti».