Non solo fiori

Ucraina, SOS floricoltura ligure, tra rincari e perdita del mercato russo

Da Euroflora occasione per rilancio del settore

riviera24 - Coldiretti

Gli stravolgimenti di mercato causati dall’invasione Russa in Ucraina colpiscono anche la floricoltura Made in Italy, con il 15% delle aziende che è a rischio per i rincari del 67% che si riversano non solo sui costi di riscaldamento delle serre, ma anche su carburanti per la movimentazione dei macchinari, sui costi delle materie prime, fertilizzanti, vasi e cartoni. In Liguria la floricoltura costituisce uno dei settori di punta della produzione, con il 95% delle aziende concentrate tra le province di Imperia e Savona: gli imprenditori registrano difficoltà non solo nella produzione ma anche nella vendita, con un contraccolpo sul volume delle vendite che si aggira già intorno a un -30% a causa anche della perdita del mercato russo.

I rincari colpiscono fattori fondamentali della produzione come sementi e piantine che registrano un aumento del +134%, i fertilizzanti da +150 ad oltre + 200% (l’urea è passata da 350 euro a 1.150 euro a tonnellata, +228%), le torbe +20%, mentre per gli imb​allaggi gli incrementi colpiscono dalla plastica per i vasetti dei fiori (+72%) al vetro (+40%) fino alla carta (+31%) per i quali peraltro si allungano anche i tempi di consegna, in qualche caso addirittura quintuplicati. Con il caro benzina, infine, crescono poi le spese di trasporto in un paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su gomma.

«In Liguria i produttori sono schiacciati dai costi di produzione in costante aumento, con spese per la logistica aumentate di oltre il 50% e quelle per le materie prime come fitofarmaci, imballaggi e fertilizzanti di oltre il 150%. –affermano Gianluca Boeri Presidente di Coldiretti Liguria e Bruno Rivarossa Delegato Confederale- Inoltre, registriamo anche un impatto sul prezzo di vendita che vede una riduzione delle quotazioni di circa il 20% e per molti produzioni liguri sta costituendo un grande problema il mercato russo, in questo momento ridotto praticamente a zero: basti pensare alla mimosa di cui il 90% della produzione tricolore si concentra nella nostra regione e per cui si sono registrate gravi perdite nel mese di marzo per l’impossibilità delle consegne o le difficoltà nella ricezione dei pagamenti. Questa crisi rischia, peraltro, di favorire le importazioni da Paesi stranieri che nel 2021 hanno già fatto registrare un aumento del 7% in valore (sfiorando i 580 milioni di euro), e che spesso privilegia prodotti frutto di sfruttamento, come nel caso delle rose del Kenya e dei fiori colombiani. Ci auguriamo che Euroflora, evento di rilevante importanza per la Liguria, possa costituire una vetrina per dare risalto a un settore chiave per l’economia italiana, con un valore di oltre 2,57 miliardi di euro, e per attirare l’attenzione su problematiche che è necessario quanto prima risolvere».

commenta