Sesso e società

Sanremo, a 50 anni dal primo “Gay Pride” un convegno su LGBT+. Gimelli (Agedo): «Necessario ragionare su prospettive»

Dalle unioni civili alle madri surrogate: intervista al presidente dell'Associazione genitori, parenti, amici di persone LGBD+

Sanremo. «Sanremo 1972/2022 | Sesso e Società. Il mondo LGBT+ 50 anni dopo». E’ questo il titolo del convegno che si terrà il prossimo 5 aprile presso il teatro del Casinò di Sanremo, in corso degli Inglesi, 18. Ad organizzarlo, a cinquant’anni dal primo “Gay Pride”, che si svolse proprio a Sanremo, sono l’associazione nazionale A.GE.D.O. e il Coordinamento Liguria Rainbow.

«E’ un convengo per ragionare da dove siamo partiti, nel 1972, a dove siamo arrivati oggi, ma anche sulle prospettive perché ancora oggi, anche se nella nostra società la situazione è molto cambiata e la popolazione in grande parte ha compreso queste novità, la politica, ad esempio, stenta a comprenderle, e si oppone spesso. A ottobre è stato respinto il ddl Zan che tra l’altro non aumentava i diritti ma era contro i crimini di odio. C’è ancora molta acqua da far passare sotto i ponti», dichiara Fiorenzo Gimelli, presidente nazionale di A.GE.D.O. (Associazione genitori, parenti, amici di persone LGBD+).

Che cosa fa A.GE.D.O.?

«E’ un’associazione nata nel 1993, distribuita a livello nazionale, che si occupa di portare avanti e battersi per i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender e con qualsiasi altra identità sessuale – spiega Gimelli -. Perché al di là di quello che si dice, siamo una società apparentemente accogliente, ma non è del tutto vero, ci sono ancora grandi problemi, quindi noi ci battiamo per sostenere i nostri figli e mentre ci battiamo per aumentare i loro diritti lo facciamo anche per altre soggettività svantaggiate, come può essere il discorso della religione, dell’handicap. Nella nostra società ci sono tante persone che sono ancora discriminate rispetto ad altre, come gli immigrati, che hanno meno diritti. Ricordiamoci tutti che in una società dove qualcuno ha meno diritti chi li ha è un privilegiato».

L’associazione supporto anche i genitori di persone LGBT+. «Ancora oggi quando i figli fanno coming out e rivelano il loro orientamento e la loro identità sessuale ci sono genitori che vanno in crisi perché non sono informati, perché non sanno nulla – spiega Gimelli – Perché pensano che sia una devianza o una patologia e pensano che i loro figli non avranno prospettive di vita serena e rischiano di fare la vita peggiore di altri, quindi vanno in ansia. Noi cerchiamo di supportarli».

Il 5 aprile 1972 iniziò al casinò di Sanremo il 1° Congresso internazionale di Sessuologia del Centro Italiano di Sessuologia, sul tema “Comportamenti devianti della sessualità umana”.

«C’erano psichiatri, psicologi – dice il presidente di A.GE.D.O. – Parlavano di malattie che fosse quindi possibile curare e parlavano di terapie riparative che oggi sono respinte dalla comunità scientifica perché si sa ormai che sia l’orientamento sessuale che l’identità di genere sono questioni innate che probabilmente sono legate a tantissime motivazioni. Quindi non è né una scelta, né una moda, né vale il fatto imitativo, né sono problemi di educazione. Questo può incidere su come mi esprimo, sulla mia soggettività, ma quello che sono io è dentro di me ed è immodificabile. Quindi è evidente che tutte le terapie atte a modificare avevano fatto un buco nell’acqua, però allora si discuteva… si faceva l’elettroshock, si pensava a operazioni chirurgiche come la lobotomia, si pensava ad altri trattamenti».

Ma qualcosa accadde, in occasione di quel convegno, qualcosa che scosse gli animi per la prima volta.

«In quell’occasione – racconta Gimelli – Una quarantina di persone provenienti da Italia, Francia, Germania, Belgio si riunì per protestare con cartelli. I manifestanti entrarono anche dentro il casinò, dove c’era il congresso. Quella fu la prima manifestazione pubblica in Italia in cui un gruppo di persone manifestava per i diritti propri. Fino ad allora la comunità viveva nascosta, molti si facevano una famiglia tradizionale… avevano un apparente perbenismo, poi la loro vera natura la vivevano in modo molto nascosto».

E le cose, in parte, sono cambiate…

«Siamo dovuti arrivare al 2016 perché ci fosse una legge incompleta sulle unioni civili – risponde Gimelli – Ma è molto incompleta perché non prevede ad esempio il riconoscimento dei figli. Dove è scritto che le coppie omosessuali non possano desiderare di avere figli e poterli portare avanti?. C’è una letteratura amplissima che ha studiato come vengono su i figli delle coppie omosessuali e ha visto che non c’è nessuna differenza. Anzi, mentre nelle coppie etero un figlio può essere anche “non programmato”, per quanto riguarda una coppia di omosessuali è solo programmato, quindi chi fa questa scelta lo fa in modo molto pensato, ponderato».

Si discute molto sulle madri surrogate, l’utero in affitto. E’ una questione che fa ancora scandalo.

«Tenente conto che la Gpa (gestione per altri) che oggi fa tanto scandalo è una tecnica vecchia, ha più di 30 anni. E riguarda al 95 per cento abbondanti coppie eterosessuali – replica il presidente di A.GE.D.O. -. Famiglie Arcobaleno raggruppa genitori che desiderano avere figli e che vanno in paesi come Ucraina, parte degli Stati Uniti, Inghilterra, dove ci sono delle regole rigidissime, quindi non si può parlare di uno sfruttamento, ma ci sono persone che mettono a disposizione il loro corpo sano per fare una donazione. Poi c’è un rimborso spese».

E in Italia? «In Italia c’è una proposta di legge che è in corso, riguarda la “Gpa altruista”, cioè non legata a nessun rimborso in caso di donne sterili. Ci sono delle patologie che non consentono di procreare, quindi potrebbe essere una sorella, una mamma, una zia, un’amica, una conoscente, una persona che si sente motivata a fare questo. Dobbiamo ragionare laicamente e tranquillamente, se facciamo delle battaglie ideologiche e di bandiera è un guaio».

I dettagli del Convegno di martedì 5 aprile: Programma Convegno Sanremo 1972_2022 – 27-03

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