Il commento

Liguria, Pastorino (Linea Condivisa): «1200 minori disabili ancora senza cure pubbliche»

«Da mesi Toti e Bucci non si interessano del problema»

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- Foto d'Archivio

Genova. Ancora nessuna risposta dalle istituzioni ai genitori dei 1.200 minori disabili liguri senza cure. «Da tempo come Linea Condivisa abbiamo a cuore la problematica dei 1.200 minori disabili che attualmente sono ancora senza trattamento ambulatoriale e riabilitativo e in liste di attesa che possono durare fino a 5 anni – dichiara Gianni Pastorino, capogruppo di Linea Condivisa in Consiglio Regionale e vicepresidente Commissione II Sanità – Né Bucci, né Toti o la presidenza della Commissione Sanità sembrano essere realmente interessati al destino di queste famiglie».

Ieri sera al CAP si è svolta l’iniziativa promossa da Marco Macrì per puntare nuovamente l’attenzione su questo tema. La giunta Toti ha annunciato nei mesi scorsi di investire oltre 2 milioni di euro per attivare le cure attese dalle famiglie, costrette a rivolgersi alla sanità privata, con costi che non sempre riescono a sostenere.

«La promessa di Toti di investire 2 milioni di euro per attivare le cure attese dai minori resta ad oggi lettera morta – prosegue il capogruppo Pastorino – I CUP non sono in grado, nonostante lo sforzo degli operatori, di attribuire le prestazioni sanitarie a chi le richiede e le famiglie rimangono così alla mercé di un mercato privato che eroga prestazioni disomogenee e le dissangua». «Che comunità siamo se i più fragili tra noi vengono abbandonati? – si chiede Gianni Pastorino – Il confronto coi candidati sindaci e sindache è stato interessante, ma estremamente parziale dal momento che mancava chi attualmente governa la città di Genova e la Regione Liguria. Il sindaco uscente Marco Bucci non solo non si è presentato, non si è proprio degnato di declinare l’invito».

«Questa situazione è vergognosa e inaccettabile. E non riguarda solo la sanità, ma ha fortissime ripercussioni sul diritto allo studio – conclude Pastorino – Abbiamo bisogno di una città a misura di persona, di un servizio pubblico che risponda alle esigenze di chi è più fragile, di strutture scolastiche senza barriere architettoniche e che dispongano di tutti gli ausili senso-percettivi destinati a favorire l’orientamento di alunni e alunne con disabilità sensoriali».

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