Sulle note

Imperia e la musica che parla tutte le lingue del mondo

Far conoscere la città ai bambini attraverso le sue storie musicate e un pensiero speciale per i piccoli artisti ucraini

Imperia. 27 anni anni di attività ad Imperia, impegno sociale e l’obiettivo di insegnare a tutti, dai bambini agli adulti, a suonare con la consapevolezza che la musica sia un linguaggio universale: la Pantà Musica continua il suo percorso e riprende laddove si era fermata per la pandemia.

Dal 1995 Pantà Musica non ha mai smesso di coniugare musica e aspetto sociale, come spiega il presidente Giovanni Sardo: «Abbiamo cercato di ampliare le attività che già avevamo in essere, dai concerti dedicati ai bambini, alle collaborazioni con altre associazioni. Da qui è nata recentemente l’dea di musicare alcuni racconti locali arricchendoli di immagini: in questo modo i bambini si immergono nella storia e vivono un’esperienza diversa rispetto a quella del solito concerto». Sono due le storie imperiese musicate dall’associazione e da cui sono stati pubblicati i libri: “Il pescatore”, che racconta la storia vera di Alessandro Pinga, che ha rivissuto il viaggio dei suoi genitori a Cetara e “Sirenella” che prende spunto dalle sensazioni della Sirena che si trova sul molo, con l’input di Serena Sossi.

La musica raggiunge tutto il mondo e in questo delicato periodo, Pantà Musica non ha dimenticato l‘Ucraina, offrendo un concerto per i bambini che sono scappati dalla guerra: in questo contesto è nata anche l’occasione per soddisfare la richiesta di una bambina, che studiava violino prima che scoppiasse la guerra: «il maestro è rimasto in Ucraina e le presteremo un violino per potersi collegare online e seguire le lezioni» commenta il presidente Sardo.

E’ notizia di questi giorni che la Pantà Musica sia stata riconosciuta come associazione di promozione sociale «Il nostro obiettivo è coinvolgere le persone e cercare di farle stare bene attraverso la musica. Tornare ad esibirci in pubblico e in presenza è qualcosa che riempie il cuore. La musica e i libri non sono considerati strumenti necessari, ma nei momenti più difficili lo diventano» conclude Giovanni Sardo.

commenta