Dopo la causa

Ventimiglia, la gestione della Rsa Chiappori torna in mano alla Fondazione. La soddisfazione del presidente Martinetto

Arrivata la sentenza del Tribunale di Imperia: risolto il contratto con la cooperativa sociale Punto Service

Ventimiglia. «Vogliamo innanzitutto che la Rsa Chiappori di Latte torni ad essere un’eccellenza, con al primo posto il benessere degli ospiti. Inoltre, siamo tutti d’accordo, che gli attuali dipendenti mantengano il proprio posto di lavoro». A dichiararlo è Nico Martinetto, presidente della fondazione Ernesto Chiappori Onlus, che dopo due anni di battaglie legali torna in possesso della gestione della casa di riposo, al termine di un contenzioso con la cooperativa sociale Punto Service, fino ad oggi gestore della struttura che offre 65 posti letto di cui 25 in convenzione con l’Asl1 Imperiese.

Il 16 marzo scorso, il giudice del Tribunale di Imperia Roberto De Martino ha infatti accolto l’istanza presentata dalla fondazione, pronunciando una sentenza di «risoluzione, per inadempimento della società convenuta, del contratto di affitto per cui è causa», si legge nel dispositivo. La Punto Service è stata condannata «a restituire alla controparte (la Fondazione, ndr) l’azienda oggetto del contratto risolto (la Rsa, appunto)». A ricostruire l’annosa vicenda è Martinetto.

«Sono stato nominato presidente della Fondazione Chiappori nel marzo 2020 e fin da subito ho trovato un muro con la società che gestiva la Rsa – spiega -. Con la scusa della pandemia, non ero neanche autorizzato ad accedere nel mio ufficio interno alla struttura». Nonostante le difficoltà, Martinetto ha continuato a lavorare. «Mi sono recato in banca, per diventare titolare dei conti correnti inerenti la Fondazione al posto del mio predecessore (Claudio Berlengiero, ndr), e ho subito notato che sul conto dove sarebbero dovuti transitare i fondi per l’affitto del ramo d’azienda, da tre mesi non veniva versato nulla». Con gennaio, febbraio e marzo 2020 scoperti, la situazione della Fondazione, che ha un mutuo di 2milioni e mezzo di euro acceso una decina di anni fa, quando la struttura venne adeguata alle normative antincendio, diventava critica.  «I soldi dell’affitto del ramo d’azienda, circa 11mila euro al mese, bastano a malapena per pagare le rate del mutuo, che ammontano a 11mila e 500 euro mensili – spiega Martinetto -. E a garanzia del mutuo, tra l’altro, la struttura che ospita la Rsa era stata ipotecata dalla banca».

«Mi sono ritrovato senza le entrate dell’affitto, con un mutuo da pagare e la struttura ipotecata», aggiunge il presidente della Fondazione, che tra l’altro non aveva in pratica alcun titolo per decidere sulla gestione della residenza sanitaria, in quanto con la gestione Berlengiero era stato deciso di affittare il ramo d’azienda relativo ai servizi per gli anziani ospiti: «Probabilmente non avevano soluzioni migliori in quanto la situazione economica della Fondazione non era delle più rosee – afferma Martinetto – Ma di fatto questa decisione ha spogliato la Fondazione Chiappori di ogni potere decisionale e amministrativo».

Per quanto concerne il mutuo, continua Martinetto, «fortunatamente il caso ha voluto che fosse uscito il “decreto ristori” e grazie a questo siamo riusciti a sospendere il pagamento del mutuo. Contestualmente, abbiamo dato mandato all’avvocato Pio Guido Felici di presentare presso il tribunale di imperia l’istanza di risoluzione del contratto con la Punto Service». Pochi giorni fa il verdetto.

Ma nell’attesa Nico Martinetto non è rimasto con le mani in mano. «In questi due anni di causa pendente non ho mai avuto accesso alla struttura, per questo ho gestito il patrimonio immobiliare esterno, in attesa che si esprimesse il tribunale». E i risultati sono arrivati: «L’ultimo Bilancio della gestione Berlengiero si era chiuso con un attivo di 67 euro. Dopo un anno della mia presidenza il Bilancio si è chiuso con un attivo 67mila euro». «Abbiamo lavorato con i lasciti della fondazione, che sono stati messi a disposizione di Caritas e Servizi Sociali del Comune – spiega – In modo che gli immobili venissero dati, con affitto calmierato, a famiglie economicamente svantaggiate». A margine delle iniziative, è stata anche ristrutturata la tomba del benefattore Ernesto Chiappori «che versava in condizioni pietose nel cimitero cittadino».

Ora, che la gestione della Rsa torna in mano alla Fondazione «farò quello per cui sono stato nominato – dice Martinetto Amministrare la struttura». Per la risoluzione formale del contratto, tutto è ancora in mano all’avvocato Felici che sta valutando, insieme al legale della cooperativa, i tempi di restituzione della struttura, delle licenze di autorizzazione, dell’accreditamento regionale e della convenzione con l’Asl1.

Tanti i progetti futuri, tra cui quello di accedere al credito di imposta per avviare lavori di miglioramento energetico e strutturale. Inoltre si sta lavorando per ampliare l’offerta di posti letto e prestazioni erogate al territorio: come l’idea di realizzare un centro diurno per i malati di Alzheimer.

«Devo ringraziare Federica Cozza che è stata mia direttrice per i primi due anni, l’avvocato Pio Guido Felici e Mario Orlandi che ha sostituito Federica nella direzione della fondazione – conclude Martinetto – E ancora il cda formato dalla dottoressa Francesca Biancheri Chiappori (familiare del benefattore) e Antonio Federico (incaricato dalla curia subentrato a gennaio a don Luca Salomone. Ringrazio inoltre tutto il personale che nonostante le mille problematiche continua a lavorare e portare avanti quella che può essere definita una missione, e il sindaco Gaetano Scullino che mi ha voluto come presidente della Fondazione Chiappori». Martinetto tiene a sottolineare di avere «ottimi rapporti anche con il dottor Claudio Berlengiero», l’ex presidente della Fondazione, ora assunto come medico della struttura dalla coop Punto Service.

 

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