Il commento

Sanità, Volpi: «Bene che al Gaslini lo screening neonatale funzioni ma i ritardi del Ministero creano disparità nel paese»

«Non è accettabile che la colpevole inerzia del ministero comporti ancora oggi la preclusione a cure in grado di modificare la vita dei nostri nuovi nati»

Leda Volpi

Genova. «All’ospedale Gaslini di Genova dopo pochi mesi dall’avvio dello screening neonatale per la SMA (l’atrofia muscolare spinale) è stato diagnosticato il primo caso, un bambino che così ha potuto iniziare molto precocemente la terapia innovativa a disposizione e che in questo modo avrà molte più chances di minimizzare lo sviluppo di malattia. La notizia testimonia l’importanza di condurre gli screening neonatali su tutto il territorio nazionale in maniera estesa a tutte le malattie per le quali esistono test e cure precoci affidabili, in modo da poter prendere in carico il neonato fornendogli la terapia adeguata per garantirgli buone condizioni di vita, risparmiando conseguenze drammatiche per sé e per i suoi familiari. Una diagnosi precoce in età neonatale comporta infatti per la SMA e per molte altre malattie ereditarie un vantaggio in termini di accesso a terapie esistenti o in avanzato stato di sperimentazione. Proprio per questo all’inizio della legislatura mi sono battuta e sono riuscita a modificare la legge sugli screening neonatali in modo che si potessero includere nuove patologie laddove vengano fuori delle nuove cure, ed è per me una spina nel fianco pensare che ancora oggi il Ministero della Salute non abbia dato seguito a quanto stabilito da quella legge» – commenta Leda Volpi, Alternativa, Camera dei Deputati.

«Grazie al valore e alla competenza del personale dell’Ospedale pediatrico Gaslini, la Liguria si è aggiunta alla Toscana e al Lazio come regione capofila degli screening neonatali estesi alla SMA, ma è assurdo che la normativa nazionale non sia ancora concretizzata su tutto il territorio nazionale, con odiose differenze tra bambini di serie A, quelli delle regioni più propositive, e i bambini “sfortunati” delle Regioni in ritardo nell’organizzazione degli screening» – sottolinea.

«Non è accettabile che la colpevole inerzia del ministero comporti ancora oggi la preclusione a cure in grado di modificare la vita dei nostri nuovi nati» – conclude Leda Volpi, Alternativa, Camera dei Deputati.

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