Lo sciopero

Caro gasolio e crisi comparto ittico «In provincia di Imperia 400 le famiglie coinvolte»

A dirlo è Lara Servetti, responsabile regionale di Legacoop Agroalimentare

Sanremo. «In provincia di Imperia sono tra le 120 e le 130 imbarcazioni coinvolte, per circa 400 le famiglie più tutto l’indotto». A dirlo, in merito alla crisi del comparto ittico già in essere da tempo ed acuita dal caro gasolio, è Lara Servetti, responsabile regionale di Legacoop Agroalimentare. Questa mattina era al Porto Vecchio insieme a tanti pescatori delle flottiglie matuziane, bordigotte e imperiesi.  Come i loro colleghi italiani, sono in stato di agitazione per protesta contro l’incremento esponenziale del prezzo del carburante e non solo.

«L’aumento del costo del gasolio, di fatto raddoppiato fino a un anno fa, nonché dei costi delle materie che incidono per circa il 70/80% sui costi di produzioni per le imprese ittiche è divenuto insostenibile» spiega servetti Servetti.

«La riduzione della marginalità non consente di garantire la sostenibilità economica e pertanto di fornire il pregiato prodotto ittico ligure nella distruzione e nella ristorazione. In una fase di grande difficoltà per il settore la quesitone dell’aumento dei costi di produzione produrrà gravi ripercussioni sociali – continua la rappresentante di categoria che aggiunge – Le proposte che oggi pomeriggio saranno portate al tavolo ministeriale    formulate proprio per evitare la chiusura di un settore produttivo strategico: previsione di uno scostamento di bilancio dello Stato di risorse adeguate a compensare l’aumento del gasolio; allentamento delle restrittive normative comunitarie».

«E’ necessario sedersi ad un tavolo e ragionare sulle politiche gestionali che in questi ultimi dieci anni sono state attuate e che sono completamente da rivedere. Invitiamo ad una riflessione su cosa si vuole fare di un intero comparto della produzione primaria: vogliamo l’annullamento della pesca professionale oppure si ritiene che il settore agroalimentare sia un settore strategico? – si domanda il responsabile della Legacoop, per poi aggiungere – Questo è il primo quesito da farsi. La pandemia e i recenti e drastici accadimenti ci fanno comprendere che la produzione primaria è essenziale e non possiamo pensare che gli approvvigionamenti siano totalmente orientati verso l’estero. Dobbiamo ripensare la politica di gestione della pesca. Il fattore del caro gasolio è solo una goccia in contesto di forte disagio. Sono mesi che la pesca manifesta per portare a conoscenza dell’opinione pubblica del disegno di “morte” cui è destinato il settore della pesca. Se non si effettua un cambio di marcia in Liguria resteranno pochissime imbarcazioni da pesca professionale e tutto il prodotti ittico arriverà dall’estero, magari pescato nel Mediterraneo ma da imbarcazioni di stati non europei che quindi non sono sottoposte alle regole comunitarie».

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