Genova. Rafforzamento barriere, depopolamento dei cinghiali nella zona rossa e adeguate misure preventive di profilassi. Sono i pilastri portanti delle raccomandazioni per eradicare la peste suina presentate dagli esperti europei nella riunione odierna al Palazzo della Prefettura di Alessandria.
«Il gruppo di esperti – spiega il vice presidente della Regione Liguria Alessandro Piana – ha preso atto della difficile orografia del Piemonte e della Liguria, con conseguente inapplicabilità di un metodo che ricalchi pedissequamente le azioni effettuate ad esempio in Polonia e in Belgio. Oltre al territorio muta anche lo scenario: in Europa si trattava di aree in piano con all’incirca un cinghiale per chilometro quadrato, da noi la presenza di ungulati è 10 volte superiore. La difficoltà di arginare l’epidemia porta ad una accelerazione delle azioni di contrasto da effettuarsi entro l’estate cercando di continuare a rafforzare le barriere che delimitano la core zone con i casi ripetuti di positività e diminuendo al contempo la popolazione di cinghiali in modo mirato. La sorveglianza passiva continuerà sui punti strategici, così come le analisi sulle carcasse e sui cinghiali abbattuti prima dello smaltimento. Per i suini di allevamento delle aree contermini sono state raccomandate misure di biosicurezza come recinzioni a doppio anello, formazione del personale e opportuna profilassi oltre alle analisi dei capi già in essere col test per la peste suina. E’ stata inoltre consigliata l’implementazione di cartellonistica ad hoc di sensibilizzazione dei cittadini su strade e sentieri con l’indicazione delle precauzioni da seguire e la segnalazione della pericolosità delle aree infette, preparando così la riduzione delle restrizioni per chi pratica l’outdoor».
Il team di esperti europei si riaggiornerà mercoledì 16 febbraio, intanto proseguono i monitoraggi che hanno registrato nelle ultime 24 ore un caso positivo a Rossiglione, portando a quota 18 i capi infetti rinvenuti in Liguria dall’inizio dei sopralluoghi.
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