Genova. Centinaia le persone che si sono radunate in Darsena, durante la manifestazione organizzata da Coldiretti, per chiedere risposte chiare e concrete anche sull’emergenza peste suina iniziata ormai da più di un mese in Liguria: a soffrire sono soprattutto le aziende suinicole e tutte quelle che, trovandosi all’interno dell’area rossa, sono costrette a limitare le proprie attività a causa delle misure di contenimento dell’infezione. Numerose le richieste già inviate alla Regione che ad oggi non hanno ancora ottenuto risposta, tra cui indennizzi per tutte le imprese coinvolte e un piano di abbattimento dei cinghiali. E alla vigilia del termine perentorio imposto dalla Regione per la macellazione dei maiali, le aziende suinicole rientranti nell’area infetta stanno riscontrando problemi per il sovraffollamento dell’unico macello presente all’interno dell’area rossa, mentre quelle che si trovano nell’area buffer (10km dall’area infetta) risultano bloccate nel mandare avanti le proprie lavorazioni in quanto gli unici macelli disponibili si trovano all’esterno dell’areale e dunque risultano impossibili da utilizzare.
«Più volte abbiamo richiesto un piano di indennizzi sia per il settore suinicolo che per quello agrituristico e, più in generale, per tutte le aziende che svolgono attività legate alla recettività, alle attività outdoor e alla selvicoltura; queste imprese stanno subendo gravi ripercussioni per le restrizioni imposte per il contenimento della peste suina africana, e non riescono a pianificare il proprio futuro a causa dell’incertezza e della poca chiarezza. –affermano Gianluca Boeri, presidente Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, delegato confederale – Queste misure limitano le attività praticabili da turisti e cittadini, scoraggiando la presenza di clienti all’interno delle strutture ricettive, ma di fatto non eradicano il problema alla radice di tutta questa situazione preannunciata e denunciata più volte da Coldiretti. Ad oggi non solo non abbiamo evidenza dei risarcimenti che verranno riconosciuti alle imprese, ma non è stato neanche ancora stabilito un piano di abbattimenti dei cinghiali nell’area rossa al fine di contenere la diffusione dell’epidemia. Bisogna nominare ufficialmente il commissario per l’emergenza, già identificato nella persona del direttore dell’Istituto zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, Angelo Ferrari, per attuare rapidamente una serie di misure tra cui attuare specifiche misure in materia di biosicurezza».
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