Il giudizio

Festival di Sanremo, le pagelle della prima serata

Dieci solo ai Maneskin, tante le insufficienze

festival di sanremo 2022

Sanremo. Con il 72esimo Festival della Canzone Italiana, tornano le nostre pagelle. Discutibilissime e assolutamente contestabili, le pagelle esprimono il nostro giudizio personale su quanto andato in onda ieri sera.

Achille Lauro, voto: 3. Tralasciando la polemica “religiosa”, non abbiamo apprezzato la performance di Achille Lauro per il semplice motivo che la sua “Domenica” somiglia, forse un po’ troppo, alla precedente Roll Royce. Insomma, non bastano un coro gospel e un auto-battesimo in diretta per nascondere una melodia trita e ritrita. Ci aspettavamo di più.

Ornella Muti, voto: 2. Cariatide. A parte che non si sentiva nulla di quello che diceva, ma l’attrice sul palco dell’Ariston è stata davvero imbarazzante. Bella, è bella, non c’è che dire, ma poteva almeno dimostrare un po’ di entusiasmo per il suo essere al Festival. Invece, nel momento in cui Amadeus annunciava la ritrovata “leggerezza” e serenità portata dalla kermesse canora, la Muti ha ricordato il suo Festival casalingo, quando il padre le diceva di ispirarsi a “Non ho l’età” di Gigliola Cinquetti, chiedendole implicitamente di non trovarsi un fidanzato. “Hai seguito il suo consiglio?”, chiede a questo punto Amadeus. “No perché è morto”, risponde Ornella. Allegria, direbbe Mike.

Yuman, voto: 7. Il ragazzo ha una bellissima voce e con “Ora e qui” esce tutta la sua anima soul. Il testo è significativo, la melodia convincente. Bravo

Noemi, voto: 7. In un bellissimo abito rosa cipria che la faceva sembrare una farfalla, Noemi ha dato il meglio di sé con “Ti amo non lo so dire”: una canzone sicuramente non facile da interpretare. E lei lo ha fatto molto bene.

Gianni Morandi, voto: 8. Che eleganza l’eterno ragazzo, e che grinta. E’ salito sul palco e ha rubato la scena esattamente come faceva quarant’anni fa. La canzone “Apri tutte le porte”, scritta da Jovanotti su misura per lui, è già un tormentone. E dà buonumore.

La rappresentante di lista, voto: 4. Meno male che saluta, così porta via l’imbarazzo che la sua esibizione ha portato a teatro.

Michele Bravi, voto: 5. C’è a chi piace e a chi no. A noi no. In effetti se, come dice nella sua “Inferno dei fiori”, qualcuno gli insegnasse la felicità magari sarebbe anche meglio.

Maneskin, voto: 10. I vincitori di tutto quello che poteva essere vinto lo scorso anno, tornano sul palco e infiammano l’Ariston. Impossibile resistere.

Massimo Ranieri, voto: 6. La canzone è degli anni Cinquanta, come lui. La voce un po’ vacilla e un po’ stecca, ma possiamo perdonarglielo. Speriamo che le prossime sere gli ritorni anche l’intonazione.

Mahmood&Blanco, voto: 8. Primi nella classifica parziale della sala stampa, puntano dritti al podio. E se lo meritano. “Brividi” è una canzone completa e loro sono bravi.

Ana Mena, voto: 4. Dal Festival di Sanremo alla Sagra della patata lessa è un attimo.

Rkomi, voto: 5. All’inizio sembra promettere bene, peccato che poi vada avanti.

D’Argen D’Amico, voto: 7. Canzone orecchiabile, originale e simpatica. Mette allegria e in questo periodo se ne sente il bisogno. La melodia è interessante.

Giusy Ferreri, voto: 4. Canta per ultima, a tarda ora. E’ un bene perché in tanti dormivano già.

Fiorello, voto: 9. Sempre simpatico, sempre irriverente, sempre Fiore. Non c’è un Festival di Amadeus senza il suo “Ciuri” e basta una sua battuta per far ridere l’Ariston.

Amadeus, voto: 9. Al suo terzo Festival, Ama è ormai rodato ma il ritorno del pubblico in sala lo galvanizza, e si vede. Il suo Festival promette bene e a lui, giustamente, va il premio Città di Sanremo.

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