Il commento

Eutanasia legale, Linea Condivisa: «La Corte Costituzionale boccia il quesito referendario ma non ferma la battaglia»

«1.239.423 firme dovrebbero far capire a chi ci amministra che non c’è più tempo da perdere»

Eutanasia

Genova. «In due ore di discussione i giudici della Corte Costituzionale sono giunti alla conclusione che il quesito referendario sull’eutanasia e il suicidio medicalmente assistito non è ammissibile. La cancellazione dello strumento referendario non ferma però il cammino intrapreso da tante persone e associazioni che da anni lottano per un diritto che dovrebbe essere innegabile. Perché non si tratta semplicemente di dignità, ma soprattutto di giustizia sociale. Si tratta di una battaglia che riguarda la libertà di ricerca scientifica, la libertà di cura e la libertà di decisione sul fine vita. È una battaglia che ci ricorda di occuparci della sanità, dell’organizzazione del sistema sanitario e dei diritti delle cittadine e dei cittadini. Solo quando il fine vita sarà sancito dalla legge Italia, smetterà di essere un privilegio per poche persone e diventerà finalmente un diritto per tutte e tutti» – afferma Linea Condivisa.

«Come Linea Condivisa abbiamo sempre sostenuto il diritto all’autodeterminazione delle persone. Per questi motivi quest’estate abbiamo promosso la raccolta firme per indire un referendum sul tema. La battaglia per l’eutanasia e il suicidio medicalmente assistito è una delle più forti richieste dal basso degli ultimi decenni che chi ci amministra non può più ignorare. Una richiesta che peraltro trova conferma nell’art. 8 della Convenzione europea dei diritti umani, secondo cui la libertà di scelta terapeutica sulle questioni di fine vita rientra nel campo del diritto fondamentale al rispetto della propria vita privata. La nostra battaglia per i diritti e la libertà non si arresta» – dice.

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